C’è una vita prima della morte? di Miguel Benasayag e Riccardo Mazzeo (Erickson Euro 15,00) parla di come è cambiato, nell’Occidente contemporaneo, il modo di vivere l’età anziana. In passato, un «vecchio» era l’immagine autorevole a cui i giovani guardavano con rispetto e da cui cercavano esempio e ispirazione. Oggi, invece, l’età dei legami fluidi e dei rapporti virtuali genera persone che invecchiano senza diventare anziane, e le costringe a scegliere tra le opzioni — egualmente svalutanti — di abdicare al proprio ruolo di guida pagando il prezzo dell’esclusione sociale o imitare i ragazzi in una deriva di ridicolo giovanilismo. D’altro canto, alla negazione dell’età anziana corrisponde in modo speculare lo smarrimento di quella giovanile, sempre meno in grado di riconoscere il proprio desiderio, formattata dalla società dei consumi e incapace di assumere le reali possibilità della propria giovinezza. Dalla riflessione sui cicli di vita snaturati e sulle modalità di restituire un senso al presente prende le mosse il dialogo tra Miguel Benasayag, filosofo e psicanalista di fama internazionale, autore del best-seller ‘L’epoca delle passioni tristi’ e Riccardo Mazzeo, editor delle Edizioni Erickson e autore con Zygmunt Bauman di Conversazioni sull’educazione.
Claudio Zeni
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