La Cantina dei Vini Tipici dell’Aretino di Ponte Chiani (Ar), dopo le disposizioni governative emanate a causa del Covid -19, è diventata per Gianni Iseppi, deus ex machina dello stabilimento aretino, la sua abitazione.
“Vivo chiuso nella nostra cantina sette giorni su sette, tornando a casa la sera solo per dormire – esordisce Gianni Iseppi – in azienda sono contornato da meravigliosi collaboratori, presenti a turnazione solo quando è strettamente indispensabile e muniti di tutte le dotazioni personali sanitarie previste, mentre alcuni lavorano da casa con lo smart working”.
Quotidianamente i tanti clienti della cantina aretina, italiani e di tutto il mondo, chiamano od inviano e.mail alla nostra cooperativa.
“I nostri clienti ci fanno le domande più svariate – prosegue Iseppi – dalla nostra salute a come cambierà la vita in Italia, sui loro ordini e sulle campionature da inviargli, visto che sono state cancellate Prowein a Dusseldorf e Vinitaly a Verona fino a se vi saranno promozioni ed incentivi alla commercializzazione”.
“Non dimentichiamo inoltre di informare i nostri soci in merito ai loro vigneti anche causa dell’ultima gelata avvenuta nella notte fra il 23 e 24 marzo, dove in alcune zone abbiamo registrato dalle tredici centraline agrometeorologiche installate dalla cantina ben sette gradi sottozero – sottolinea Iseppi – fortunatamente il nostro agronomo ci ha riferito che l’abbiamo sfangata!
In merito alle iniziative di settore da intraprendere in futuro Iseppi è chiarissimo e conclude: “Su un ventilato finanziamento destinato alla distillazione straordinaria covid/coronavirus abbiamo espresso il nostro parere negativo a Federdoc ed Autorità preposte. Stesso parere in merito ad eventuali contributi sul magazzinaggio, mentre sui nostri punti vendita chiusi proponiamo un contributo giornaliero riservato ai soli produttori agricoli rapportato ad una percentuale da stabilire di 10/20/30% o più sui giorni di chiusura su incasso riferito all’anno precedente, come da registro corrispettivi/telematici, un sostegno ‘covid export’ riservato ai vini commercializzati all’estero, incentivare i piani sviluppo rurale agendo su aliquota nazionale e regionale arrivando a raddoppiare il contributo in conto capitale dal 30/35% attuale fino al 60/70%, così da aiutare chi vuol investire per il miglioramento della qualità”.
di Claudio Zeni
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