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IL TURISMO TERMALE SECONDO ALESSANDRO CATTARIN DIRETTORE DELL’HOTEL TERME IMPERIAL DI MONTEGROTTO

Cattarin

Il turismo termale è una grande risorsa per molte realtà italiane. Quali possono essere le strategie per incentivarlo? A tale proposito abbiamo intervistato Alessandro Cattarin  direttore dell’Hotel Terme Imperial di Montegrotto Terme. Laureato in Economia del Turismo, presso l’università Ca’ Foscari di Venezia, Cattarin ha alle spalle un bagaglio di grande esperienza professionale nell’hôtellerie avendo operato sia in catene internazionali che in hotel indipendenti. La sua ultima esperienza, prima di approdare all’Hotel Terme Imperial di Montegrotto Terme, struttura affiliata alla catena Best Western, è  stata quella come  General Manager  a ‘Il Cristallo Hotel Spa & Golf’ di Cortina d’Ampezzo, prestigiosa struttura 5 stelle lusso della LHW.

Direttore, quali sono le strategie per incentivare il turismo termale?

Attualmente il turismo termale vero e proprio, inteso come cura termale non attraversa un periodo ottimale a causa anche del fatto che non viene proposto come cura preventiva e probabilmente anche dalla mancanza di tempo nelle persone per effettuare un ciclo completo di terapia. Dovrebbe esserci una informazione più completa da far arrivare alle persone da parte delle associazioni ed anche a livello di marketing turistico nazionale verso questo tipo di comparto ricettivo. Quello che le persone cercano dalle terme è ora più rivolto al well being, al benessere allo stare bene. Si cerca quindi di valorizzare la parte benessere, grazie alla possibilità di usufruire di acqua propriamente termale, fanghi ed inalazioni. Noi creiamo dei pacchetti ad hoc che hanno queste caratteristiche, che non può avere una Spa tradizionale di un Hotel “non termale”.

Può dirci quali sono i tempi di permanenza del turista termale all’Imperial?

I tempi medi di permanenza vanno distinti tra mercato estero e italiano. In quello estero si mantiene sicuramente una permanenza media più alta rispetto all’italiano. Sono circa 5-6 notti per quello estero e 2-3 notti per quello italiano.

E la provenienza del turista?

I mercati principali, per quanto riguarda l’estero, sono sempre quelli di lingua tedesca (la Germania, l’Austria e la Svizzera). Tuttavia in determinati periodi, soprattutto quelli estivi, non mancano anche le presenze dal nord Europa (Danimarca, Olanda, Norvegia, Svezia). Gli italiani costituiscono un’importante parte di mercato da tutta Italia, ma soprattutto dalle regioni limitrofe. Nel nostro caso, Emilia Romagna e Lombardia.

Professionalità, innovazione ed offerta enogastronomica in quale percentuale incidono sulla scelta dell’ospite per una vacanza alle terme?

La professionalità è sempre alla base per il buon andamento di una struttura. Tuttavia non è sufficiente se la struttura non investe in innovazione, cercando di offrire sempre qualcosa di nuovo e di interessante al fruitore finale del servizio. L’offerta gastronomica è anche una parte importante del settore, in quanto chi soggiorna in un hotel termale, preferisce restare in hotel a rilassarsi. Cerca ovviamente un tipo di ristorazione semplice, con materie prime di ottima qualità, di prodotti locali e non eccessivamente lavorati, magari cercando di riscoprire le tradizioni del territorio seguendo con attenzione alla stagionalità. La cucina si deve infatti fondere con il concetto di benessere cercando il perfetto equilibrio tra mente e corpo. Dividerei quindi tutti questi aspetti in parti uguali.

I rapporti con le istituzioni e le associazioni di categoria?

In questa struttura non li seguo personalmente ma li segue la proprietà direttamente.

Proposte?

Quello che veramente manca al settore termale secondo me sarebbe proprio un brand di catena termale-benessere. Sarebbe molto utile avere la possibilità di creare forti sinergie nel territorio nazionale. In Italia, siamo davvero fortunati ad avere le terme, praticamente in quasi tutte le regioni italiane, però le strutture svolgono le loro promozioni da sole e/o a livello locale. Avere linee guida che soddisfino i requisiti minimi in termini di standards nazionali ed internazionali potrebbe far vivere più a lungo il termalismo e consentirebbe di avere una forza maggiore a livello internazionale, al fine di far conoscere ancora di più questa parte ricettiva così importante. Si dovrebbe valorizzare maggiormente chi ha le terme da chi ha solo una SPA. Non di minore importanza: investire sempre in formazione dei propri collaboratori e innovazione costante, intesa anche nelle tipologie di trattamenti termali offerti.  Le esigenze del turista cambiano.

Claudio Zeni

 

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