. Giunta alla sua dodicesima edizione, la Guida I Vini d’ Italia de l’Espresso presentata a Firenze dal suo direttore Enzo Vizzari, alla presenza del Sindaco della Città del Giglio Matteo Renzi , è l’ormai consueta fotografia, puntuale e ricca di dettagli, dell’attualità vinicola del nostro Paese. Non mancano le informazioni di carattere generale, con indicazioni sulla conservazione, sul servizio del vino, sugli abbinamenti, unite alla presenza di un utile glossario tecnico. Una serie di ragguagli forse superflui per i conoscitori più evoluti, ma indispensabili per tutti coloro che si avvicinano con curiosità al vino e desiderano saperne di più. Ed è al grande pubblico di consumatori e appassionati che si rivolge con linguaggio diretto e immediato I Vini d’Italia, senza rinunciare a rappresentare uno strumento indispensabile anche per gli operatori del settore, in virtù del ricco corredo di notizie e dati messi a disposizione. Il nucleo centrale della Guida 2013, dedicato alla recensione di vini e aziende, è ordinato per regioni, ognuna delle quali è introdotta da una cartina geografica, corredata dall’indicazione delle aree relative alle principali denominazioni di origine; nella seconda pagina di ogni regione, oltre a un commento riassuntivo sull’andamento degli assaggi, è evidenziata la tabella dei “Migliori acquisti” che segnala i vini dal rapporto qualità-prezzo più favorevoli dell’anno, utile per ricordare che si può bere bene, anzi benissimo, senza spendere più di 15 euro. A seguire sono recensite, in ordine alfabetico, le schede informative dei produttori selezionati (2200 nel complesso) e dei loro vini. Le aziende di maggiore rilevanza qualitativa sono segnalate dall’attribuzione di stelle (da una a tre) in funzione della loro qualità e continuità nel corso degli anni. Nell’edizione 2013 le “stelle” sono state assegnate a 430 produttori, tra i quali 17 classificati con la massima valutazione di tre stelle. Con la menzione speciale “Outsider” sono stati invece selezionati i migliori vini delle denominazioni o tipologie che si sono particolarmente distinte negli assaggi pur senza raggiungere livelli d’eccellenza. La massima classificazione è invece costituita da I Vini dell’Eccellenza, distinta dal simbolo delle cinque bottiglie corrispondenti a un punteggio di almeno 18/20. La Guida 2013 ne attribuisce 232, sette in più della precedente edizione. Sul podio più alto, alla quota massima di 20/20, è lo strepitoso Brunello di Montalcino Riserva 2006 di Poggio di Sotto. Lo tallonano da vicino, a 19.5/20, altri due vini eccezionali come il Barbaresco Montefico Vecchie Vigne 2007 di Roagna e il d’Alceo 2008 del Castello di Rampolla. Appena un gradino sotto, a quota 19/20, si è distinto un nutrito gruppo di vini dolci di antica tradizione, come il Vino Santo trentino 2001 di Francesco Poli, i Vin Santo toscani di Castell’inVilla (1995) e Poliziano (2004), le Malvasie di Bosa di Columbu e dei Fratelli Porcu, rispettivamente delle annate 2005 e 2009. Pari valutazione hanno ottenuto diversi grandi classici dell’enologia nostrana: il Barolo Cascina Francia 2008 di Giacomo Conterno, il Barolo Ca’ Mia 2008 dei Fratelli Brovia, il Barbaresco Asili 2009 di Bruno Giacosa, il Brunello Riserva 2006 di Fuligni, l’Amarone della Valpolicella Classico 2005 di Bertani, il Montevertine 2009 dell’azienda omonima e, infine, il Fiano di Avellino 2011 di Pietracupa, miglior bianco italiano e capofila di una straordinaria performance dei vini bianchi della Campania. Nel complesso il Piemonte, con 48 vini da “5 bottiglie”, conferma la propria leadership e anche il Barolo resta al primo posto nella gerarchia delle denominazioni, con 21 vini che si sono fregiati della massima valutazione. Restando in Piemonte è da segnalare l’ottima riuscita dei Barbaresco, in linea con le attese, mentre hanno sorpreso le Barbera, segnatamente quelle di Asti. Non è stata da meno la Toscana che, con ben 46 eccellenze, una in più dello scorso anno, resta un punto di riferimento dell’enologia nazionale, grazie anche alla consistente presenza ad alto livello del Brunello di Montalcino (15 i vini piazzati quest’anno sul podio). Molto positivo anche in questa edizione il riscontro ottenuto dai vini del Trentino-Alto Adige (27 le eccellenze), dove anche i vini rossi, segnatamente i Lagrein, hanno recitato un ruolo significativo. Per quanto riguarda le bollicine, la scena è ancora una volta dominata dai Franciacorta e dai Trento Brut con la stuzzicante novità rappresentata dall’esordio ad alti livelli di uno spumante siciliano, il sorprendente Extra Brut 2006 del Barone Scammacca del Murgo. Nel complesso l’edizione 2013 ha riscontrato una crescita generalizzata sul fronte dei vini bianchi, con una valida rappresentanza diffusa in quasi tutte le regioni italiane. In risalto, come già anticipato, i bianchi campani, dai Fiano ai Greco, senza escludere le sorprendenti Falanghina. E se il successo dei bianchi friulani non costituisce una novità, colpisce particolarmente il dominio “bianchista” tra i vini marchigiani, con il Verdicchio alla ribalta. Ritorna prepotentemente ad occupare uno spazio rilevante tra i vini migliori anche il Soave, si confermano la Vernaccia di San Gimignano, i bianchi siciliani, in prevalenza etnei, e sardi, come pure i profumati bianchi piemontesi e valdostani. Tra i vini rossi si confermano, oltre alle tipologie sopra citate, tutte le principali denominazioni, dai Montepulciano d’Abruzzo agli Aglianico del Vulture, dai rossi etnei ai Cannonau e Carignano sardi, dai Valtellina ai Chianti Classico, dai Sagrantino ai Lambrusco, per finire con i vigorosi rossi pugliesi. Non mancano però le sorprese, costituite dall’approdo ai livelli dell’eccellenza di vini originali come il finissimo Rossese di Dolceacqua dell’azienda Maccario Dringenberg, il succoso Mayolet del valdostano Feudo San Maurizio, il complesso Terrine, da uve canaiolo in purezza, del Castello della Paneretta.
Claudio Zeni