Enoturismo: passione per il vino e amore per la scoperta si combinano agilmente in autunno nelle città d’arte della pianura padana (www.circuitocittadarte.it). Che siano bianchi o rossi, fermi o mossi, i vini più celebri della produzione italiana sono stati esaltati con percorsi tematici dedicati, serate, sagre e degustazioni. Cominciando dal Piemonte, a Vercelli si produce il Gattinara. Realizzato con uve Nebbiolo, questo rosso deve trascorrere dai tre ai quattro anni di invecchiamento; la permanenza di almeno un anno in botti di rovere gli conferisce le note più ricercate. Presso il sito www.atlvalsesiavercelli.it si trova l’elenco delle cantine visitabili e dei produttori locali. A Lodi e Pavia il vino DOC è il San Colombano al Lambro, che prende il suo nome dalla piccola cittadina in provincia di Milano. Rosso che può essere sia fermo che frizzante, nasce da uve Barbera, Bonarda, Cabernet e Croatina. E’ l’abbinamento ideale per paste o risotti con sughi di carne oppure per carni bianche in umido. Altra zona lombarda con spiccata vocazione enologica è l’Oltrepò pavese, il territorio che va da Voghera a Stradella e che risale gli appennini fino a Varzi e al monte Lesima. Qui si coltivano numerosi vitigni dai nomi accattivanti: Cortese, Uva rara e Vespolina solo per citarne alcuni. Dalla loro combinazione, imparata in secoli e secoli, nasceranno vini di alto lignaggio: Chardonnay, Pinot, Sauvignon. Informazioni e itinerari da stampare al sito: www.turismo.regione.lombardia.it Piacenza ha saputo valorizzare le sue numerose specialità enogastronomiche con la creazione della Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli Piacentini. L’iniziativa vuole far conoscere la storia, le tradizioni, il territorio, i sapori genuini del territorio piacentino. Visitando il sitowww.stradadeicollipiacentini.it si potranno scegliere itinerari e mete. Spumeggiante, rosso, vivace: il Lambrusco è un vino che mette allegria ed evoca tavolate e amici. Prodotto nelle province di Modena, Parma e Reggio Emilia, è presente sui mercati come vino secco o amabile. Tutte e quattro le varietà (di Sorbara, Salamino di S. Croce, Grasparossa di Castelvetro e il Reggiano ) sono DOC e sono tutelate da più consorzi. Per conoscerlo meglio si possono visitare le aziende produttrici nel modenese (www.tutelalambrusco.it; itinerari enogastronomici pressowww.stradaterrepiane.it) e nel reggiano (http://turismo.comune.re.it/). Infine arriva dalla Franciacorta bresciana il brindisi finale: un calice di spumante servito direttamente nella cantina di produzione. La zona deve il suo nome alle “curtes francae”, corti affrancante dall’obbligo di pagare tasse: si tratta oggi di una vasta zona collinare, dove si coltivano viti Chardonnay, Pinot nero e Pinot bianco. Con una prenotazione e soli 6 euro, si potranno assaggiare le numerose varietà di Franciacorta prodotte in tutto il territorio della celebre DOCG. L’elenco delle aziende aderenti è disponibile presso il sito www.franciacorta.net. Una proposta per gli sportivi è quella di abbinare il Franciacorta alla Franciacorta, il vino e la sua terra d’origine. Escursioni a piedi o in bicicletta che includono visite alle cantine: utile alla linea e dilettevole per il palato.
Claudio Zeni