Domenica 25 giugno 2012: giornata memorabile per il nostro sport. Prima Alonso, con una gara epica, poi la nostra Nazionale con una partita magistrale, ci hanno regalato emozioni grandissime. Non c’è niente da fare, noi italiani per vincere dobbiamo sempre sputare sangue, non ci piacciono le cose facili: o tutto, come ieri, o nulla, come avrebbe potuto essere se Vettel non avesse rotto e se il portiere inglese fosse stato fermo sul cucchiaio di Pirlo. Ma, per fortuna, tutte e due le ipotesi si sono verificate e allora, alle 23e30 circa, la goduria è stata completa con la perla finale di Diamanti.
Andiamo con ordine: alle 14e03, orario di partenza del Gran Premio di Valencia, nessuno si sarebbe aspettato quello che è successo poco meno di due ore dopo, anche perchè il cicuito spagnolo, così si dice, doveva essere uno di quelli che meno si addiceva ai sorpassi; invece, è stato l’esatto contrario. Certo, anche la fortuna ci si è messa di mezzo, perchè se Vettel non avesse avuto problemi di meccanica con la sua Red Bull, si sarebbe potuto anche concedere una sosta in più ai box, mangiarsi una bella paella completa di carne e di pesce, berci sopra un bel litro di sangria, ripartire dai box e trovarsi ancora allegramente primo; ma tutto questo non è successo e il beniamino di casa, Fernando “Nando” Alonso si è ritrovato primo come d’incanto e ha detto “hasta luego a todos”. Dietro, poi, si scatenava la bagarre per il secondo posto, con Hamilton che accusava gli stessi problemi avuti da Nando in Canada, ma al contrario suo, non si è accontentato di quello che avrebbe potuto essere un quarto posto che, comunque, gli avrebbe portato dei punti importanti, ma si è messo a lottare come un idiota con Maldonado e, fra i due litiganti, il terzo, cioè il redivivo Raikkonen, con un’ottima Lotus, ha accalappiato il secondo posto. E per completare “el dìa de fiesta”, al terzo posto si è classificato nonno Schumacher che, a traguardo tagliato, neanche si era reso conto di essere tornato sul podio da tempo
immemorabile. E adesso Nando si trova con 20 punti di vantaggio sul buon Marc Webber, forse nemmeno lui senza rendersi conto come ciò sia potuto accadere.
Dopo un pomeriggio passato al lago in piacevole compagnia, ma questo a voi poco interessa, la sera alle 20e40 circa mi sono messo a tavola già abbastanza alticcio e ancora senza aver posato le chiappe a tavola, e dall’Inno di Mameli in poi non mi sono perso un solo attimo una partita che poteva diventare un dramma, calcisticamente parlando.
Fra un cucchiaio di panzanella, fettine al marsala e bresaola con prezzemolo, il vostro Steve ha lanciato imprecazioni a più non posso fra il palo mostruoso di De Rossi, quello meno mostruoso ma ugualmente da alte imprecazioni di Diamanti ed i tiracci di Balotelli e Cassano, che io stramaledico in continuazione anche se dovessero farci vincere l’Europeo. Con Dossena che continuava a tessere le nostre lodi in maniera sperticata e che ad ogni occasione, sia potenziale che reale, diceva sempre che non potevamo perdere questa partita e Bruno Gentili che, a mio parere, non sapeva manco dove si trovava, e con i vari incitamenti a Pirlo, da me ribattezzato “Pirlone”, siamo arrivati senza rendercene conto ai calci di rigore. All’errore di Montolivo il panico, ma dentro di me la consapevolezza, come Dossena(!), che questa partita non la potevamo perdere. Il cucchiaio di Pirlo, la traversa e la parata di Gigione che rende facili le cose difficili e la pennellata di Diamanti. L’urlo di gioia per una vittoria che non poteva non arrivare, come dicevamo io e Dossena(!). Perchè, se anche Balotelli realizza il rigore, allora questa partita non la potevamo proprio perdere!
E adesso sotto con i tedeschi e speriamo che questi ultimi non mettano in porta la Merkel, altrimenti quando lo buttiamo un pallone in porta?
Messico ’70, Spagna ’82, Germania ’06. Non c’è due senza tre, dice il detto, ed il quarto vien da se’, dice ancora il detto.
Sul terrazzo sventola il tricolore….speriamo!
Stefano “Steve Bookie” Bertini
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