Enrico, sono passate due settimane dal tuo addio al Cortona Camucia. Cosa ti senti di dire a così breve distanza?
Ti ringrazio Stefano per l’attenzione che mi dai, sto vivendo questa fase con sentimenti e sensazioni contrastanti, in 35 anni di calcio, estati escluse, credo di non aver indossato una tuta di Società la domenica solo una volta, quindi è tutto strano, ma prima o poi sapevo sarebbe successo. Non ne faccio un dramma, ne avevo anche bisogno, il ruolo di Allenatore se lo si vive intensamente richiede energia, tantissima, ed io ero in panchina da 6 anni e mezzo senza soste.
Con te se ne sono andati anche buona parte dello staff tecnico e alcuni membri della società che probabilmente non sono stati d’accordo con il tuo allontanamento. Vuoi esprimere un tuo pensiero al riguardo?
Guarda, si toccano tasti sensibili, voglio evitare polemiche, per il semplice motivo che in questo momento nessuno ne ha bisogno. Ci tengo solo a precisare che tutti gli addii che ci sono stati sono stati spontanei ed io non ho minimamente chiesto a nessuno di seguirmi, sono state decisioni personali di uomini degni di grande rispetto che hanno vissuto quotidianamente le vicende di questo ambiente da anni e che non hanno, credo, voluto contestare la Società per il mio addio in sè per sè come “atto finale”, cosa che non ho fatto e non faccio nemmeno io, ma che avendo vissuto tutta l’ “avventura” da vicino hanno ritenuto giusto per vari motivi fare questo passo. Questo per me conta più delle chiacchiere di tanta gente che parla senza sapere nulla o quasi di questa vicenda.
Cosa pensi che non abbia funzionato nelle quindici partite del girone d’andata nelle quali la squadra, pur mancando i risultati, ha comunque espresso un buon gioco?
Il calcio Stefano è più complicato di quanto si possa credere da fuori, molti vedendo il mare vedono solo tanta acqua, ed è fatto al 60-70 % di “testa e nervi”, devo quindi ripartire da molto indietro: dopo un ciclo triennale, iniziato insieme alla fusione che ha fatto nascere la nuova Società, in cui abbiamo lavorato con molta pressione e molto entusiasmo intorno al nuovo progetto sportivo, con ruoli e responsabilità ben definite, obiettivi e linee guida univoci, in cui il Direttore Generale Ezio Cherubini aveva piena responsabilità sulla Prima Squadra, con al suo fianco due Direttori Sportivi che si sono alternati (Leonardo De Nisco poi Massimo Pierini) in piena sintonia con lui e con me, ciclo che ci ha dato enormi soddisfazioni (vittoria Play Off e ritorno in Promozione, prima Finale di Coppa Toscana della storia, Finale Play Off per l’accesso all’Eccellenza), quest’ estate son cambiate tante cose. Il DG ha lasciato la guida della Prima Squadra, la Società ha impiegato un po’ a riorganizzarsi come meglio ha potuto e siamo partiti in ritardo con la programmazione, l’entusiasmo ed il seguito sono molto calati, la presenza intorno a noi idem, abbiamo anche modificato e ringiovanito molto la rosa (via le “colonne” Tori, Beoni, Filosi e Pelucchini), anche io ero a lungo indeciso se restare e ri-iniziare da zero un nuovo percorso con nuovi presupposti, poi l’aspetto “romantico” ha prevalso e sono ripartito…
Le rivoluzioni però necessitano di tempo, specie in un Campionato così duro, ma il tempo da solo non basta ,per ridurlo ed avere ragione servono soprattutto presenza, coesione e fiducia totale nel lavoro ed in chi lo svolge, in una sola parola “condivisione”, sono mancate secondo me rispetto al passato queste ultime componenti a cui eravamo tutti molto abituati e lo abbiamo “respirato” da subito, questo posso dirlo senza polemizzare, l’ho sempre detto nelle sedi opportune, ma nè io nè la squadra dobbiamo nasconderci dietro nessun alibi, a maggior ragione ora, dovevamo adattarci meglio e prima a questa nuova situazione, anche se non è stato facile.
Io mi sono sempre preso le mie responsabilità senza “giochetti” e lo faccio anche adesso, posso andare a testa alta.
In campo abbiamo giocato comunque alla pari con tutti, sempre, ma la minore esperienza della squadra, l’assenza per infortunio dell’uomo gol (Bianconi), l’inserimento dei nuovi arrivi, delle quote (“regaliamo” un anno ogni partita schierando in pianta stabile dei 2000 cortonesi Doc e questo alla lunga darà i suoi frutti), molti episodi sfortunati (6 pareggi e 6 sconfitte con un gol di scarto), i nostri errori e questa scarsa serenità crescente hanno portato ad una classifica deficitaria.
I ragazzi però possono ancora dimostrare tutto, io no, l’Allenatore paga sulla sua pelle, ma loro hanno questa opportunità.
Tre anni e mezzo non si possono certo cancellare con un colpo di spugna. Vuoi raccontarci le tue emozioni e delusioni di questo periodo?
Forse ti ho già risposto prima, mi ripeto: dentro ho un mix di emozioni contrastanti, l’orgoglio per aver guidato la squadra del mio Paese, di aver raggiunto ottimi traguardi, per aver contribuito alla crescita di un ambiente e soprattutto di tanti ragazzi, la soddisfazione di essere insieme al mio ex Mister Alberto Chiocci gli unici ad aver centrato la Promozione sia da calciatori arancioni che da Allenatori, ma anche delusione, rabbia e un po’ di incredulità, di senso di “ingiustizia” per non poter lottare fino alla fine. E mi manca molto il rapporto diretto coi ragazzi.
Ti vuoi levare qualche sassolino dalla scarpa o va bene così?
No no Stefano, i sassolini, quelli spigolosi, li tengo nella scarpa, non voglio nè mancare di riconoscenza a nessuno nè in nessun modo minare la serenità, adesso che il gruppo sta ritrovando finalmente i risultati che ha sempre meritato.
Il calcio passa, gli uomini, se sono tali, restano.
Cosa ti senti di dire al tuo successore Luca Giusti?
Mister Giusti è stato tante volte un avversario, mi ha chiamato prima di iniziare questa avventura e dopo varie valutazioni “professionali” gli ho fatto il mio sincero in bocca al lupo, adesso tocca a lui gestire un gruppo cui tengo tantissimo e difendere quello che insieme a Società e squadra (le due componenti più importanti sia quando si vince che quando si perde) abbiamo conquistato.
Spero che il mio lavoro triennale e quello dello Staff, la scelta dei giocatori fatta in questi anni ed una certa mentalità portati nel gruppo siano d’aiuto.
Adesso ti stai guardando intorno o stai prendendo un periodo di meritato riposo?
In questo momento Stefano sono ancora sportivamente frastornato, anche dispiaciuto per un po’ di cattiveria gratuita, è il prezzo per chi tenta di essere “profeta in patria”, per chi ci mette la faccia, ho dedicato tutte le mie energie sportive alla causa arancione e per tanti motivi ora mi sento svuotato, ero e sono convinto che questo gruppo alla fine si sarebbe tolto le sue soddisfazioni, sarebbe tornato nelle posizioni che gli competono senza dubbio, l’ho sempre detto a tutti, Società e spogliatoio, avevo ancora il fuoco dentro ed ora quindi penso solo a rilassarmi ed a vedere qualche partita in giro, farò qualche aggiornamento come sempre, poi se la passione riprenderà il sopravvento, me lo auguro, e ci sarà la possibilità di rimettere una tuta la valuterò con serenità al momento.
Permettimi infine di ringraziare ancora chiunque mi abbia dato una piccola o grande mano, chi parla ed ha sempre parlato davanti e non dietro, chi usa quotidianamente chiarezza e coerenza, ed ultimo ma non ultimo chi come te Stefano vive ancora di passioni e sogni.