Nel circuito di Aragon si è corso il Gran Premio di Spagna di Superbike: tutti attendevano che Carlos Checa, capoclassifica del mondiale con la sua Ducati Desmo 1000, sferrasse il colpo del K.O. a Biaggi, Melandri e gli altri contendenti ipotecando il mondiale. Ma già dalle prove di ieri, si intravvedevano difficoltà per Carlos a mantenere il passo dei migliori: conquistava infatti solo il quarto posto dietro a Camier, Biaggi e Melandri che ghermiva la pole.
Purtroppo, complice una azzardata scelta del tipo di gomme (tipo C per avere un miglior grip nei giri finali, mentre tutti gli altri avevano scelto il tipo A) Checa è scivolato nei primi giri fuori pista. Le gomme hanno però tradito anche Max Biaggi nei giri finali, tant’è che a cinque giri dal termine una piccola sbandata del posteriore ha portato al sorpasso di Marco Melandri, che fino ad allora aveva corso al coperto nei tubi di scarico del corsaro Max.
Biaggi il quale all’arrivo si deve accontentare del secondo posto, terzo Camier con l’altra Aprilia ufficiale e per il quarto posto dopo un bellissimo duello la spunta l’altra R1 con Laverty, sulla Kawasaki di Sykers davanti all’Aprilia di Haga. Marco Melandri e Max Biaggi quadagnado rispettivamente 25 e 20 punti avvicinandosi a Carlos Checa.
Nella seconda manche si assiste ancora ad una grande partenza di Biaggi che sostenendo un ritmo infernale per tutta la gara costringe questa volta Melandri all’errore aggiudicandosi gara due in solitario. Al secondo posto è appunto Melandri, terzo Checa, davanti a Michel Fabrizio con la Suzuki, Lascorz con la Kawasaki, Laverty con la seconda Yamaha; seguono Haga con l’Aprilia e Camier con l’altra Aprilia ufficiale.
I piloti italiani hanno giocato quindi il ruolo dei protagonisti: sia la Yamaha R1 che l’Aprilia RSV4 si sono dimostrate in questo circuito molto superiori alla Ducati di Checa.
Dopo il Gran Premio di Spagna la Ducati conduce ancora la classifica dei costruttori e con Carlos Checa anche quella dei piloti con 261 punti, seguoto da Biaggi con 218 e Melandri con 195.
E come sempre…. Viva l’industria motociclistica Italiana!
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