Nella grande serata dello scorso 12 novembre, dopo un match memorabile, uno dei più belli con titolo italiano in palio, Adriano Nicchi riuscì a battere in maniera spettacolare Francesco Di Fiore e a strappare al pratese la cintura di campione italiano dei pesi superwelter dopo dieci riprese intensissime e senza un attimo di tregua. Da ricordare il grandissimo tifo del pubblico, con moltissime persone venute da Prato a sostenere Di Fiore: tanti incitamenti al proprio beniamino, chi per Nicchi chi per Di Fiore, nemmeno il più innocente sfottò verso l’avversario, per una grande lezione che quella sera arrivò allo sport italiano proprio dal PalaMeoni.
Adesso, il 1° luglio nella sua Arezzo, il ragazzo amministrato da Monia Cavini è chiamato a dare la conferma di quella grande prestazione, nonché a presentare la propria candidatura per un titolo almeno continentale, affrontando un avversario tutt’altro che facile, il napoletano Salvatore Annunziata. Ne abbiamo testato gli umori a pochi giorni dall’evento targato Rosanna Conti Cavini in collaborazione con la Boxe Nicchi e, per la prima volta, sotto l’egida della Lega Pro Boxe.
-Allora, Adriano: eravamo rimasti a quella splendida serata di Castiglion Fiorentino e al bellissimo match contro Francesco Di Fiore. Cosa ricordi di più piacevole?
Ricordo una serata splendida con tanta gente che tifava, sia per me sia contro di me. Però fu un tifo pulito ed emozionante da entrambe le parti.
-Salvatore Annunziata è un pugile ancora giovane ma molto esperto: cosa conosci di lui?
Lo conosco dai tempi dei ritiri che abbiamo fatto insieme per anni. So che è un ragazzo di gran cuore e già con una bella esperienza accumulata. Sarà un grande match.
-Come stai impostando la tua preparazione?
La preparazione che faccio è sempre bella dura, soprattutto quando mancano venti giorni al match. In questo momento sto facendo scarico e mantenimento del peso, il lavoro grosso ormai è fatto.
-Come sarà l’emozione di difendere il tuo titolo nella tua città ed entrare nel palasport da campione?
Credo che sarà il massimo, con il mio pubblico che mi inciterà. Non sono mai entrato in un ring da campione, sarà un’emozione nuova, te la racconterò dopo!!!
-Dopo questa difesa cosa sarà meglio: sigillare ancora di più il titolo nazionale o provare qualcosa in più?
I miei genitori, mio babbo Santi e mia mamma Angioletta, mi hanno insegnato che bisogna fare sempre un passo per volta. La fantasia può navigare anche oltre il reale, ma noi dobbiamo sempre vivere la realtà, passo dopo passo.
-Cosa è cambiato per te con la vittoria del tricolore?
Non molto. Sono lo stesso Adriano Nicchi di sempre, spero solo di essere un buon esempio per gli altri e uno stimolo per far crescere la boxe italiana.
-Pensi che entrare nell’organizzazione della famiglia Conti Cavini sia stata una svolta nella tua carriera?
Credo che un grande team alle spalle voglia sempre dire tantissimo, e sono molto contento di lavorare insieme a loro. Dietro a un grande pugile c’è sempre un grande manager e una grande organizzazione, e loro sono da esempio per tutti i campioni che hanno. Li ringrazio di cuore per quello che fanno per me.
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