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Neuro 2012. Se tutto va bene, siamo rovinati. Prandelli s’incazza, il Trap idem. L’omino biscottino e l’aura di Paola Ferrari

Ci stanno prendendo in giro ovunque. Mentre la Mulino Bianco sceglie come testimonial uno spagnolo per fare i biscotti e Trapattoni ci rassicura sulla sportività dei suoi col ghigno del solito gatto, noi parliamo di rivoluzione tecnico-tattiche di Prandelli (per la verità senza sapere se avranno un esito o meno) e simuliamo infortuni per trovare nuovi capri espiatori, una volta scoperto che Balotelli più che un “capro” è una pecora nera. In ogni modo tra poche ore, 20 e 45, l’Italia scende in campo contro l’Irlanda e la Spagna se la vedrà con la Croazia. Non credo che negli spogliatoi croati il ct Bilic gli darà di chitarra elettrica e canti nazionalisti, quanto di “Asereje” e Miguel Bosè, visto che tanto tra omo e metrosexual, andremo avanti ancora per giorni. O addirittura di “lambada”.

Ultimo promemoria. L’Italia per qualificarsi deve vincere e fare più gol possibili (non ridete). Non essendo nemmeno stavolta padroni del proprio destino, anche vincendo, la sicurezza di passare il turno non c’è. In altre parole: se tutto va bene, siamo rovinati. Inutile snocciolare ipotesi e sillogismi sul risultato altrui, tanto ci penseranno Dossena e Collovati ad aggiornarvi sulla qualificazione, consultando l’aurea al neon della Ferrari in studio, bianca come una Madonna. In ogni caso, ricordatevi che se Spagna e Croazia pareggiano per 2-2, 3-3 o 4-4, potete a intingere il cantuccino nel vinsanto, mentre lo spot della Mulino Bianco con Banderas che sforna biscotti lo manderanno in eurovisione e a reti unificate. 

Voto 10 all’ominobiscottino. Nel primo film, Lord Farquaad cerca di rompergli entrambe le gambe per impedirgli di scappare, nel mentre una delle due gambe si sbriciola. Alla fine però la gamba intatta viene attaccata al corpo con dello zucchero e per compensare la mancanza dell’altro arto inferiore, l’omino usa una stecca di zucchero come supporto. Nel secondo film, si trasforma in eroe cuocendo un omino biscottino gigante che aiuterà il protagonista ad entrare nel castello di Molto Molto Lontano city. Nel terzo episodio mentre viene torturato per svelare i segreti del suo più caro amico, si vengono a sapere cose scioccanti, tipo che è sposato, guida una macchina rossa, fatta di impasto per torte. Egli viene catturato poco dopo e messo in un panificio deserto, ma viene poi liberato da Ciuchino e il Gatto con gli stivali. Nell’ultimo film, si dà al “Fight club” versione pasticcera combattendo contro i crackers ma verrà poi mangiato dal Gatto con gli stivali. Fine. Stiamo parlando di “Shrek” e non c’entra ‘na mazza? Per lo meno abbiamo dato una versione alternativa di biscotto, dopo giorni di scartavetramento dei testicoli sia destro che sinistro.

Voto 9 al quotidiano “Marca”. Stamattina ha vinto lui. “Tranquila Italia. No somos rencorosos”. Sono così poco “rencorosos” gli spagnoli che in copertina c’è la foto di Luis Enrique col naso sanguinante dopo la gomitata di Tassotti ad Usa ’94. Sono passati 18 anni. E’ arrivato l’Euro, c’è stata un’altra guerra del Golfo e in Afganistan, sono cadute le Torri Gemelle e Berlusconi al governo. Dio perdonas, gli spagnoli no, gli italiani neanches.

Voto 8 a Trapattoni. Ogni conferenza stampa è una gioia. Ma stavolta il voto se lo merita per la risposta con bestemmione camuffato e parolaccia alle critiche di Roy Keane, ex capitano dello United e ora allenatore senza panca. “Non ha mai vinto un cazzo, orco zio. Non ha mai fatto niente”. Ah se non ci fosse il Trap a tenere alto il nostro orgoglio…

Voto 6 al diacono Prandelli. Dal 3-5-2 potremmo passare al 4-3-1-2 con in rientro di Barzagli in difesa, con l’inserimento di Abate, l’avanzamento di De Rossi accanto a Pirlo, Thiago Motta dietro le punte (!!! In questo Europeo è così lento che sta ancora giocando Italia-Spagna), Di Natale al posto di Balotelli. E’ tutto un “se” e “potremmo” che girano come dei fessi tra Cracovia e Poznan. In conferenza stampa i giornalisti chiedono al ct che cosa farà dopo gli Europei, di biscotti e possibile anno sabbatico. “Te lo dico dopo la finale”, ha risposto secco Prandelli. Anche gli pseudo preti nel loro piccolo s’incazzano.

Voto 3 a Van Bommel. L’Olanda finalista (perdente, ovvio!) di Sudafrica 2010 esce dalla competizione europea con la fantascientifica conquista di zero punti. Una tristezza infinita in una squadra dove a tenere in piedi la baracca ci ha pensato solo Arjen Robben che sicuramente si droga per giocare 90 partite l’anno su questi livelli. La vigilia del match contro l’Olanda è stata ancora più triste con le dichiarazioni del milanista Van Bommel: “Prima ero un eroe, ora sono solo il genero di Van Marwijk”, il ct degli Oranje. Il mediano è un vero ingrato con la vita visto che si dimentica che ha come presidente un amico intimo di Mubarak ed è ancora più intimo della nipote di Mubarak.

Voto 2 all’outing di Cristiano Ronaldo. Ha sicuramente un parrucchiere negli spogliatoi. Entra in campo con con una pettinatura, termina il primo tempo con un’altra, rientra a giocare con i capelli perfettamente leccati, fa outing nell’esultanza del secondo gol (vedi foto a sinistra). Era l’ora. Anche di giocare come Dio comanda.

Chiudiamo con una riflessione di Adriano Bacconi, colui che in Rai fa da molti anni le analisi statistiche di partite e squadre ma che stavolta di numeri non ne ha dati:
“Sarebbe poi così antisportivo un 2-2 (tra Croazia e Spagna)? Una squadra che ha come obiettivo di passare il turno adotterà tutte le strategie di gioco possibili per centrarlo. Se entrambe hanno lo stesso obiettivo è chiaro che il punto d’incontro è possibile se non scontato. Nessuno vende niente, nessuno corrompe nessuno. Si gioca per vincere il torneo e se un pareggio permette di ridurre i rischi, non disperdere energie, eliminare un avversario potenzialmente pericoloso, fa parte del gioco. L’Italia non doveva arrivare in questa situazione. Non serve gridare allo scandalo, ormai serve solo pregare. Pregare la Spagna di non fare calcoli, di non pensare ai suoi piccoli interessi di bottega ma di guardare alto, così da provare, forte del suo strapotere tecnico/tattico, a mandare a casa la Croazia”.

Monia Bracciali

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Monia Bracciali

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