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Neuro 2012. Prandelli: il Diacono Tecnico. La “credibility” di Bonucci e Trapattoni, il telegatto di Thiago Motta e Rai International

Chissà se è mai esistita un’Italia più Italia di questa. A portarci ai quarti superando il “durissimo” scoglio dell’Irlanda (al 90esimo eravamo sudati come porci), ci hanno pensato i due giocatori più discussi del calcio nazionale, sin dalla prima volta che sono saliti alla ribalta: Cassano e Balotelli. I figli del caos che altro non è che l’anagramma del caso, lo stesso che ha portato il milanista a segnare di testa l’1 a 0. Una Nazionale disordinata tatticamente, figlia dell’approssimazione anche tecnica, legata al guizzo (la rete istintiva di Balotelli), al genio individuale, alle bizze e ai capricci dei singoli interpreti. L’Italia del “sì, mi arrangio (per passare il turno), tanto in qualche modo ce la faccio”, l’Italia furba che fa la vittima quando il torto lo subisce e si sente superiore quando lo infligge e chiama l’esorcista per l’omino biscottino.

Ci assomiglia da morire questa Nazionale, vanitosa nel gel e nei lacci per i capelli, narcisista nella voglia di combinarne di cotte e di crude – come Balotelli – perchè tanto c’è qualcuno che ti perdona sempre e la coscienza la si pulisce col prete della parrocchia di paese – diacono Prandelli – che ti confessa negli spogliatoi a fine partita.
Sapremo stasera alle 22,50 circa chi sarà il nostro avversario: se Ucraina o Inghilterra o Francia. Poco importa, tanto ci odiano tutte nella stessa maniera e ci temono da sempre, anche quando siamo derelitti e scapestrati come ora.

Voto 10 a Balotelli. Entrato da due minuti netti, rischia di farsi espellere per una gomitata abbastanza energica. Rompe da subitissimo le palle con i suoi gesti plateali che gli irlandesi fischiano con tutto il fiato che hanno, considerato il fatto che è dalle 14 del giorno prima che bevono e che impregnano l’aria di Poznan di uranio impoverito, come ai tempi della guerra in Kossovo. Ma Marione a tutto questo non ci sta (e non lo sa come Alice guarda i gatti…) e quando il neurone che regola l’istinto primordiale si muove, s’inventa il 2 a 0 con una girata, appoggiandosi platealmente al difensore dell’Irlanda. Qualcuno osa dire che “è cambiato”, in realtà non si capisce bene come e in che modo. Il Diacono tecnico Prandelli che lo confesserà negli spogliatoi a fine partita, magari ci farà capire a che punto siamo con la redenzione.

Voto 9 a Bonucci. L’italiano nero e vero segna il 2 a 0 della liberazione ma la reazione è la stessa di sempre: immobile come Thiago Motta. L’Uefa ha avuto allora un’idea: da ora in poi misurerà le esultanze di chi segna in unità-Balotelli. Ad esempio, ieri, uno come Cassano, ha esultato in 300mila Balotelli. E pensare che Marione avrebbe voluto anche esprimere la sua gioia: “Siete tutti dei figli di puttana”. Solo che Bonucci gli ha tappato la bocca proprio nel momento topico: salvifico, anche quando nelle interviste post gara sostiene che Marione stava dicendo una cosa in inglese. Poco “credibility” direbbe Trapattoni.

Voto 8 allo striscione dei tifosi azzurri. Il suggerimento corre sul filo di stoffa: “Prandelli, dietro le punte metti Cecchi Paone”. Questa storia degli omo e metrosexual proprio non si vuole staccare dalla Nazionale, tanto che molti, a fine primo tempo, scambiano il sangue in faccia di Balzaretti per il rossetto di Montolivo.

Voto 7 alle prove software dell’Uefa. Tribuna stampa, mancano poche ore a Italia-Irlanda e Croazia-Spagna. Siccome non bastavano le prese per il culo di “Marca” sul rancore spagnolo marcio di 18 anni (la gomitata a Luis Enrique di Tassotti a Usa ’94), siccome Banderas che cucinava i biscotti non era sufficiente, sui pc dei giornalisti è comparsa la schermata “Croazia-Spagna 2-2”. Questa, la prova software. La sera, la presa da un’altra parte della Croazia. Purtroppo tocca fare i complimenti alla Spagna che se la sono giocata anche in barba alla coglioneria dei loro giornali, anche se la strategia iniziale di Prandelli – far finta per 85 minuti di voler perdere la partita – all’inizio li aveva un attimo disorientati.

Voto 6 a Thiago Motta. Lui che è un centrocampista, viene inserito dietro le punte. Non è colpa sua: è da un tre partite circa che Prandelli-Pretelli si diverte a cambiare i ruoli, mettendo in difesa i centrocampisti e affidando ai mediani il ruolo di trequartsita. In fondo, le prove nel percorso di redenzione sono difficili, vanno solcate e il Diacono tecnico lo fa con estremo amore. Amava farlo Sacchi e vi ricorderete l’esperimento di Signori terzino sinistro a Usa ’94. Solo che Arrigo veniva lapidato ad ogni partita, Pretelli si salva sempre anche quando in panchina ha rasta-Diamanti che di ruolo è proprio trequartista. Thiago Motta continua nella sua insostenibile leggerezza dell’essere, mette radici sull’erba e si merita il 6 per aver vinto il telegatto europeo come migliore comparsa del match. Assolto.

Voto 5 all’inglese di Trapattoni. Nonostante ci metta tanta “credibility” chiede all’interprete personale (il lavoro più divertente del mondo. “Ciao, che fai nella vita? Io ? Traduco e ‘gaffeggio’ per Trapattoni in Irlanda”), la traduzione di “non mi risulta” o di “salvare capra e cavoli”. Quando ha bisogno d’insultare però lo fa in italiano e si fa capire a livello mondiale. Bello quando s’è commosso per l’inno italiano: amici intimi confessano che gli ricorda sempre i bei tempi andati con Mameli a gingillarsela di essere fratelli. Un piccolo remake di “Non ci resta che piangere” durante la visita di Troisi e Benigni ad Amanda Sandrelli.

Voto 4 all’italiano di Di Natale. Lui che di solito fa “col” è rimasto a bocca asciutta e ha tentato più volte la via della rete, fracassando conclusioni sullo stomaco dei difensori irlandesi. Non si capisce come queste gesta vengano chiamate “aeree” o “acrobazie” visto che si svolgono a 10 centimetri da terra. Forse, vista l’altezza dell’attaccante, tutto è relativo, tranne il suo italiano pieno di effe ed esse dove non ci vogliono. E’ più comprensibile l’inglese di Trapattoni.

Voto 3 a Dossena. L’Italia è lassativa e lui, con molta eleganza, cerca termini alternativi che proprio non gli vengono in mente, ma si capisce che la pensa come noi sulla Nazionale. Coraggioso, quando prima della partita definisce “Trapattoni uno degli allenatori più moderni in circolazione”. Ci stiamo ma a patto che con moderno s’intenda “non contemporaneo”: un Verga più che un Pavese, insomma.

Voto 1 a Pannofino. Oramai è ovunque, doppia qualsiasi cosa, anche George Clooney. Una roba che quando capisci chi gli dà la voce, gli estrogeni mettono il lutto alla…vabbeh, s’è capito. Questa moda di ospitare gente della tv che non c’entra niente con il calcio è deleteria, soprattutto se in studio chiami un attore che ha doppiato pure “Kung Fu Panda”.

Voto 0 a Rai International. Pietà per i nostri italiani all’estero che ripongono le speranze sulla tv pubblica e che ieri sera invece della partita gli ha offerto “La prova del cuoco” con Antonellona Clerici. Eh sì: questa volta la Rai l’ha padellata più grossa di tutte.

Monia Bracciali

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Monia Bracciali

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