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Neuro 2012. La Madonna dell’audio, nani acrobati, te amo Casillas

C’era l’acqua, c’era la birra, c’era l’ansia. E c’era anche la paura. Italia-Spagna termina con un pari grazie all’autolesionismo (incredibilmente superiore a quello italiano) del ct Del Bosque che decide di giocare senza attaccanti e di far girare (come al solito) la squadra simil Barcellona, con il dettaglio che Messi non c’è perchè non è spagnolo. Stupefacente la personalità dei nostri, su tutti la testa alta di chi entra in campo, sa di non avere il favore del pronostico, ma non balzella con l’indole dello sfigato.

Il “The Guardian” ci ha dato dei rammolliti furbastri, che risalgono la corrente solo se prima affogano in un mare di fango. Parlano gli inglesi – loro – che non hanno mai vinto niente, se non un Mondiale in casa – loro – nel ’66, rubando – loro. Ah, per la cronaca domani alle 18 c’è Francia-Inghilterra e alle 20,45 Ucraina-Svezia. Nel “mentre” in cui scrivo, la Croazia sta menando il gatto dentro il sacco di Trapattoni. I boicottatori pro randagi, inizino a sparare link usa e getta su facebook sui “cat in the sac” maltrattati dalla squadra di Bilic. Così, per par condicio.

Voto 10 a Buffon. La verità è che il massimo potevamo concederlo a Di Natale o meglio a De Rossi, ma quando la Spagna ha fatto entrare un attaccante vero (si fa per dire), cioè, Torres, ha sbandato perchè lui difensore di ruolo non è. Dieci però se lo merita Buffon per un intervento difensivo determinante sull’1 a 1. Al grido anche lui di “no-parata” ma del 10 giugno, ha tolto dai piedi di Torres una palla che sarebbe entrata in rete. Micidiale ed efficace come un Nesta ai tempi d’oro.

Voto 9 al giornalista Rai Alessandro Antinelli. Un secondo dopo il triplice fischio finale dell’arbitro ha preso Prandelli per un orecchio e lo ha intervistato al volo. Così al volo che l’audio non è partito e del ct si sono sentite giusto le ultime due parole. Infuriato come una bestia, ha rovesciato la sua rabbia in modo pseudo-pagano con questo tweet: “Ah dimenticavo. Per la prossima, inneggiamo tutti insieme alla Madonna dell’audio così magari sentiamo Prandelli”. Per la Rai però, inneggeremo anche alla Madonna della competenza e del brio nella telecronaca. Amen

Voto 8 ai micro-giocatori. Di Natale aspettava il gol contro la Spagna da quattro anni, vale a dire dall’ultimo Europeo, in SvizzerAustria, quando fummo eliminati ai rigori, ai quarti di finale, proprio contro Casillas e compagni. L’attaccante dell’Udinese sbagliò il rigore (come De Rossi) e l’Italia tornò a casa con la coda fra le gambe, con il ct Donadoni che fu linciato senza pietà. Il riscatto però, al contrario della vendetta, va servita calda, esattamente come l’assist di Pirlo, perchè ogni momento potrebbe essere quello giusto e deve farsi guidare dall’istinto. Ci è piaciuto molto anche un metro e 64 Giovinco, il più in forma delle nostre punte. “E’ meglio fingersi acrobati che sentirsi dei nani” cantava Renato Zero. Avanti così.

Voto 6 alle tifose improvvisate della Nazionale, quelle che seppur non competenti provano un’emozione minima per l’Italia e la tifano col cuore. Cuore e pulsioni che vengono poi dirottate sul giocatore bonazzo, scoperto solo durante una gara di un Europeo o un Mondiale. Questa volta è il turno del portiere Casillas. Per lui si sono sprecati i “tanta roba” o “quanto è bello”. Ci dispiace infrangere i cuori delle tante tifose, visto che sta con Sara Carbonero, giornalista di Telecinco, una gran figa con occhi chiari e capelli scuri. Insomma quella del tenero quadretto post finale mondiale in Sudafrica, dove lei intervista Casillas e alla fine si baciano in mondovisione. Basta. Diabete mode on.

Voto 5 a Cassano. Fa un fallo inutile su Casillas mentre il portiere ha il pallone nelle braccia per il rinvio. Lui ha quella risata da ritardato che spesso lo salva e infatti non viene ammonito. Si mantiene ridente anche in panchina, una volta sostituito. Prima della partita, appena dentro il tunnel degli spogliatoi, ha la solita faccina brufolosa ridente mentre racconta agli ex compagni della Liga che quest’inverno ha avuto una specie d’infarto e ci ridacchia su. Quando alla prossima partita Prandelli lo farà partire dalla panchina, avrà ancora quella faccia ridente. Il dilemma del “ci è o ci fa” è risolto da tempo. La cattiva notizie è che lui e Balotelli sono diventati inseparabili. La buona notizia è che non possono peggiorare.

Voto 3 a Balotelli. Al 39′ si becca un’ammonizione inutile. Sullo 0 a 0 rapina palla a Ramos sulla trequarti, s’invola in solitaria verso la porta e più si avvicina alla rete più il passo diventa indolente, della serie: “Faccio solo una cosa buona per volta, due è impossibile, non mi sono mai riuscite”. Qui le battute si sono sprecate. La migliore è stata “si è trovato solo in area con più difensori spagnoli e lui alle ammucchiate con gli uomini non è abituato”. Prandelli lo sostituisce poi per disperazione, intimorito che possa beccarsi il doppio giallo e l’espulsione. Ok, il solito Balotelli ma anche la solita riflessione: ne vale la pena?

Voto 2 a Torres. Una stagione mediocre al Chelsea, una forma alla Vieri nei tempi cupi, sbaglia clamorosamente due gol, fa fare a Buffon il Beckenbauer della situazione, è fresco come un crisantemo al 10 novembre. Bambino prodigio del calcio europeo, con quei capelli biondi, le lentiggini e il cerchietto nero sulla testa, è ora talmente trash da fare concorrenza all’inno tunz tunz di questi Europei.

Voto 0 al tifo contro. Come ad ogni Mondiale o Europeo, eccoli lì: intasano le orecchie interessate degli altri, twitter e facebook con i loro proclami anti Nazionale, aiutati stavolta dalla sommossa boicotta l’Ucraina per i randagi. Ok, abbiamo capito che non v’interessa dell’Italia, che non guardate le partite, che la Nazionale la odiate perchè ci giocano troppi juventini e Thiago Motta. Basta. Perchè tanto la metà di voi non vedono l’ora di ubriacarsi alla prossima vittoria italiana per festeggiare. Più c’è crisi e vuoto e più ogni occasione è buona per salire sul carro del vincitore ma soprattutto fare festa. Fate pure, noi abbiamo deciso che “se vinceremo, ci ubriacheremo di birra danese lo stesso” (cit). Tranne il Lupetti che beve la “Kulmbacher”. Come chiederebbe Mourinho: “Porquè?”

Monia Bracciali

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