Alle 18 scatta l’Europeo dell’Italia. Tirate fuori le birre (danesi, magari…così è stato deciso fin dall’inizio, forse dall’alto), chiamate gli amici, andate al bar scalcinato sotto casa. Tra vecchini afasici che scatarrano e che presi dal pathos si metteranno a recitare la filastrocca “Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi…”, dategli una bella pacca sulla spalla (o un “collino”), ricordandogli che l’Inter degli anni Sessanta stasera non gioca, che siamo nel 2012 e che la filastrocca inizia con “Buffon, Bonucci, De Rossi, Chiellini”. Le cose sono due o se ne vanno dal bar e decidono di cenare alle 18 invece che alle 19 oppure inizieranno a bere. Per dimenticare.
Alle 20,45 a Poznan si gioca invece l’altra partita del girone C (il nostro): Irlanda-Croazia. Ieri invece abbiamo visto meno gol ma un po’ più di calcio con Olanda-Danimarca (0-1) e Germania-Portogallo (1-0).
Il pagellone parte proprio dagli Oranje.
Voto 10 alla carta d’identità di Arjen Robben, assolutamente indispensabile. Non è rasato, non è solo stempiato, non ha capelli. Quella faccia un po’ così ce l’ha da sempre. Robben è un classe 1984, in pratica ha solo 28 anni. Su “segni particolari”, quelli di dimostrarne 37 da sempre. Contro la Danimarca ha collezionato credo il 30esimo palo stagionale.
Voto 9 agli oroscopi. Dopo la vittoria della Danimarca li abbiamo rivalutati perchè sono più affidabili dei pronostici calcistici dei giornalisti, super esperti, statistiche da scommesse. Qualche mese fa l’economista Galbraith si lanciò in una semplice e agghiacciante teoria, applicabile anche al calcio: “La sola funzione delle previsioni in campo (economico) è quella di rendere persino l’astrologia un po’ più rispettabile. Gli economisti non avanzano previsioni perché sono in grado di farle, ma soltanto perché qualcuno le richiede”. Ecco svelati tutti gli epic fail dei pronostici calcistici. Tradotto: non chiedeteli, andate a braccio.
Voto 8 alla multiculturalità. Nella stucchevole campagna di sensibilizzazione al diverso (ma in cosa?), alla tolleranza, alle Nazionali nelle quali giocano naturalizzati, pelli gialle e nere o sangue misti, ci è piaciuta assai l’imprecazione dell’attaccante dell’Olanda Ibrhaim Afellay. Nel momento della conclusione sbagliata verso la porta nel primo tempo con i danesi in vantaggio, si è girato verso il campo e la telecamera non si è fatta sfuggire un chiarissimo “De puta madre”. Di origini marocchine ma nato a Utrecht, Afellay è la dimostrazione di come il Barcellona, club di appartenenza, ti entri dentro (altro slogan che non si può sentire ma fa figo tanto quando ti chiedono di parlare di calcio). Chissà se il ct Van Marwiijk è uno alla Capello. Storico l’aneddoto di un dialogo tra il tecnico e Ibrahimovic al primo anno di Juventus: “Ti toglierò l’Ajax dal corpo a legnate” disse Capello allo svedese, che a sua volta, qualche anno dopo, sarà vicino a prendere a legnate Guardiola che lo ha allenato al Barcellona. Corsi e ricorsi, pene del contrappasso, cose che possono succedere.
Voto 7 ai colori della nostra tv. “Olanda-Danimarca è la partita ideale, se hai deciso di regolare il contrasto sul tuo televisore “. Tra i bianchi immacolati dei danesi, il verde fosforescente del campo, l’arancio evidenziatore delle maglie olandesi; abbiamo la tv apposto per almeno altri dieci anni. Siamo pronti per il digitale 2.0. Se mai ci sarà…
Voto 5 allo staff medico francese. E’ scoppiato un caso che non ci farà dormire la notte. Mexes è grasso o ha l’ossatura grossa? Con la “buzza” di Cassano che pare abbia un acquario sotto la maglia, certe domande noi non ce le facciamo più, ma in Francia stanno attenti alle maniglie dei loro giocatori. “Ha un bel fisico tozzo, ma ha solo il 10 per cento di grasso corporeo” assicura il ct Blanc. “Il suo grasso corporeo non è anormale. Egli sembra essere più ingombrante, ma in gran parte è per i muscoli” ha invece dichiarato lo staff medico, avanzando poi dei sospetti sulla sua dieta: “Noi stabiliamo che cosa i giocatori dovrebbero mangiare, ma non possiamo controllare quanto mangiano. Questo spetta al giocatore”. Insomma, ci hanno dato un ritratto di un Mexes che si allena, va in palestra e appena può s’attacca al barattolo della Nutella.
Voto 3 a Sara Tommasi. S’è data ai film hard, l’unico genere nel quale almeno per qualche minuto le mutande si tengono addosso. Infelice di questa nuova abitudine ha dichiarato che vorrebbe girare un film con Balotelli. Eh no: Balotelli ci serve intero, rapido, quasi concentrato (se gliela fa…). Inutile nascondere il fatto che il nostro Europeo dipende tutto dai suoi exploit ma solo sul campo. Non ci saranno mezze misure (e qui i doppi sensi si sprecano). Potrebbe segnare un gol a partita, come beccarsi dopo 20 minuti di match contro la Spagna, un rosso e 5 giornate di squalifica. Perchè come ha scritto qualcuno su twitter: “L’Europeo è una virgola azzurra tra le frasi inizio del torneo ed espulsione di Balotelli”.
Voto 2 a Cristiano Ronaldo. Non è stata tutta colpa sua la prestazione opaca. Certo è che lo schema tattico “palla lunga CR7, con dribbling sulla sinistra dell’area e pallone calciato di punta” (non lo vedrete mai calciare di piatto, mai!), diventa prevedibile dopo cinque minuti e i difensori menano alle rotule nonchè alle caviglie. Insomma, serve che combini qualcosa di più come tutto il Portogallo. Per il resto, la pettinatura, il taglio di capelli, il gel scelto e capace di dare quel giusto grado di grasso scenico alla testa, il passo e lo sguardo ambiguo da fighetto in posa per Armani, erano da 10.