Non possiamo nemmeno iniziare a disperarci prima. Peccato perchè a noi italiani piace un monte. La verità è che l’Inghilterra che ci aspetta stasera è un avversario abbordabile e dobbiamo ammetterlo. Avevamo quasi più paura dell’Irlanda, dell’acqua santa del suo ct nonché dell’inglese di Trapattoni. E’ andata quasi bene, nel senso che con due fiammate siamo riusciti a qualificarci, mentre in Spagna-Croazia l’omino biscottino è rimasto nel paese di Molto Molto lontano. Ieri sera, poi, nella partita con la Francia, s’è capito che quelle che venivano chiamate le “furie rosse” e che adesso sono confetti di Valium, preferiscono le brioches bollite ai biscotti.
Si fa fatica a trovare i punti di forza all’Inghilterra, che dal sergente di ferro Capello è passato al “maidiregol” Hodgson con una tranquillità dell’opinione pubblica paradossale. Insomma, è come se Moratti avesse licenziato Mourinho per dare la panchina a Pippo Marchioro. Gerrard e Rooney sono spauracchi non al massimo della forma mentre la difesa, reparto molto solido, ha il vantaggio di conoscere tutti i nervi scoperti di Marione meglio del suo agopunturista. Stasera è praticamente scontato che giocheranno in avanti Marione e il fido Cassano, mentre pare che Thiago Motta l’abbiano spiantato dal campo di Poznan: il centrocampista stava ancora giocando Italia-Irlanda e il taglio delle radici ha richiesto il flessibile. Al suo posto gioca Montolivo che ha dentro il motore della Lotus che una quindicina di anni fa e passa fallì e si ritirò dalla Formula Uno. Sì, ok, siamo nei (e ai piedi) di Pirlo, il quale, dopo la qualificazione ai quarti abbia espresso una gioia tale che a fine partita s’è tolto la maglietta senza prima ripiegarla per darla al magazziniere. Era troppo eccitato.
Voto 10 alla migliore definizione mondiale su Wayne Rooney. Non al meglio e squalificato, ha finora giocato una sola partita, decidendo la gara con l’Ucraina. Non rientra tra gli eurofighi, nessuna fanciulla si lancerà in un “I love you Wayne”: Rooney è il classico inglese tozzo, con le orecchie arricciate, la carnagione che fa luce quasi quanto il cerone di Paola Ferrari, le spalle enormi, il pelo biondo-rossiccio. Chi l’ha definito “l’anello di congiunzione tra l’uomo e braveheart” ha vinto il premio genio dell’anno.
Voto 9 alla finezza di Balotelli. A vederlo stasera arriveranno anche gli amici intimi della discoteca un po’ truzza e un po’ fashion delle notti inglesi e milanesi. Dicono che Marione ha bisogno del loro sostegno e che non dobbiamo preoccuparci se non esulta mai (sticazzi) perchè è nel suo carattere, quello per cui è uno schifo essere bipolari, ma nello stesso tempo è stupendo essere bipolari . Incredibilmente ieri lo hanno fatto parlare in conferenza stampa e siamo tornati sempre al gol contro l’Irlanda, a quel “Siete tutti figli di puttana” che fa tanto atmosfera tamarra tunz tunz, visto che i gggiovani oggi sono tutti così. Ha dichiarato che non ha mai avuto problemi con nessuno, nemmeno coi compagni (la cavallina studiata con Di Natale a Cassano, infatti, dimostra una buona intesa tra i nostri attaccanti). “Non ho il culo nella Nutella come ha scritto qualche giornalista”. L’encefalogramma segnala importanti passi avanti sia nell’uso dei sinonimi che in quello della memoria, visto che il dichiarato in conferenza stampa è stato un copione scritto dall’agente Mino Raiola. Hanno chiamato l’interprete di Trapattoni per tradurre dall’inglo-partenopeo all’italiano che s’insegna in terza elementare.
Voto 8 a Jeremy Menez. Spagna-Francia, il ct Blanc lo fa entrare in campo per vedere se riesce a combinare qualcosa. Il trequartista che da sempre alterna prestazioni da fenomeno ad altre dove pure i romanisti fusi dalla disperazione gli auguravano almeno la scabbia, era dentro l’area e ha un duello con un difensore, ma l’arbitro Rizzoli gli fischia il fallo contro. “Vaffanculo” gli urla Menez, dimostrando di aver ben appreso il classico fair play in campo dell’ex compagno Totti. Lì per lì il vaffanculo in francese proprio non gli veniva e per questo lo consideriamo un omaggio all’Italia.
Voto 7 all’ibericofobia. E’ una sindrome recente. Praticamente quando vedi giocare una squadra spagnola o la Spagna stessa si viene a creare ansia, depressione, sbadiglio incontrollato e apatia. Nei casi più gravi si sono registrati episodi di narcolessia. Quel tiki taka (chiamatelo melina) a centrocampo e il possesso palla asfissiante, rende le partite dei chilometrosexual spagnoli l’anticalcio. Iniesta è diventato come Holly Hutton (vedi foto). Il calo del desiderio sessuale è assicurato: un pallone privo di sentimento, la meccanica di passarsi il pallone per orizzontale, il “tic toc” della palla che si sente pure dalla tv, ha sradicato qualsiasi sentimento al calcio. Pare che anche a partita finita gli spagnoli continuino – ormai lobotomizzati – la melina in aereo o in autobus, per raggiungere la sede del ritiro.
Voto 6 a Germania-Grecia. Caricata di tremila messaggi metaforici polito-economico-sociali, la partita s’è rivelata pure peggiore. Samaras che rimette in parità il risultato e il rigore assegnato alla Grecia. Pietà.
Voto 5 a Roy Hodgson. Il Pippo Marchioro inglese che all’Inter fu utile solo ai siparietti di Mai dire gol, la mena con Esopo: “La conoscete la favola dello scorpione e della rana? Lo scorpione chiede alla rana di essere trasportato sulla sua schiena per passare da una riva all’altra del fiume. Al termine della traversata, lo scorpione punge la rana. ‘Mi ringrazi così?’, dice la rana prima di morire. ‘E’ la mia natura’, replica lo scorpione”. Il ct voleva semplicemente dire che i suoi faranno i sornioni lasciando il pallino del gioco all’Italia (scusate: ma ci ha mai visto giocare?) per poi avvelenarci in contropiede. Non bastassero i tabloid che non fanno altro che snobbarci e pensare già alla semifinale con la Germania, speriamo che Roy Hodgson che tenta pure di fare l’Arrigo Sacchi inglese, ci faccia ridere come ai tempi dell’Inter quando, in partita, faceva giocare Fresi e Centofanti titolari, mentre a bordocampo si scaldava Pistone. Scene storiche che anche le pubblicità del “Carosello” potrebbero diventarne gelose.
Voto 3 al rugby secondo D’Amico. Non ne ha più delle critiche. Eppure i suoi “questo è veramente un grande lancio” oppure “uuuuu che splendida azione” sono concentrati tecnici di altissimo livello. Ieri, in Spagna-Francia, prova a fare l’ironico. “Tiro di Benzemaaaaaa, meta! Tre punti!”. Peccato che la meta ne valga 5, al quale si accompagna il calcio da fermo che se entra a segno sono altri 2 punti. Il rugby secondo Vincenzo D’Amico, dove 5+2 fa 3. C’è chi sospetta fortemente che gli opinionisti Rai non siano altro che spie di Sky per far crescere gli abbonamenti alla pay tv e aumentare il numero di coloro che “evadono” il pagamento del canone Rai. Motivo in più per pensare che siano arruolati al vecchio Kgb e che quindi ci stiano preparando un colpo di Stato (che comincia sempre dalla tv, no?).
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