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Neuro 2012. Il cucchiaio della felicità, Pirlo come la pecora Dolly. Nostalgia di Bagni, il fantasma riuscito male di Grobbelaar

Non so se sia peggio svegliarsi con in testa “Seven Nation Army” o l’inno di Mameli. Come colonna sonora avrei scelto banalmente “Wonderwall” degli Oasis. Il “muro delle meraviglie” inteso in senso letterale o, ancora meglio, “ancora di salvezza” nel suo significato più consueto. L’ancora è stata un cucchiaio, che gli esperti oggi si affannano a dire che in realtà quello di Pirlo è stato uno “scavetto”. Ma che differenza c’è, se a saperlo che bastava una posata, invece del rigore, saremmo stati tutti più felici?

Per vincere la semifinale contro la Germania saremmo disposti a mangiare gli spaghetti col cucchiaio e la minestra con la forchetta (i tedeschi lo fanno) fino a giovedì giorno di semifinale e di coda pomeridiana in farmacia per fare la scorta di cardioaspirina. Magari ci salverà l’alcol dalla tensione, mentre ancora i tifosi improvvisati dell’Europeo chiederanno come mai il gol di Balotelli all’Inghilterra è stato annullato per fuorigioco perchè alla fine cos’è un fuorigioco, quando di allineato in Italia non abbiamo più niente?

Voto 11 a Pirlo. Ha spezzato le certezze inglesi e il concetto di pazzia. La squadra di Hodgson era convinta che trascinando con indolenza la partita avrebbe superato i quarti grazie ai rigori. Il solito snobismo inglese. Quando Montolivo ha sbagliato, si sono caricati a pallettoni e avrebbero firmato già per la conquista della semifinale, dimenticandosi che loro, dal dischetto, hanno una tradizione peggiore della nostra. Pirlo che in campo l’anima la tiene chiusa in un cassetto, indovina il rigore nel momento più delicato, squagliando l’arroganza inglese e dando, ai più, l’immagine di un folle che usa il cucchiaio per sovvertire la girandola dei penalty. Quella del centrocampista non è pazzia, ma consapevolezza dei propri mezzi che sono infiniti. Calcia un rigore che gli somiglia: morbido, lento, d’effetto, efficace. Una parabola che sovverte pure le leggi matematiche perchè praticamente dritta e senza curva, quella che non fa nemmeno la sua bocca quando segna e vince. Questa mattina lo vogliono pallone d’oro, miglior giocatore dell’Europeo e italiano degli ultimi quindici anni. Noi lo vogliamo clonato (che caspita d’idea malsana fu quella di creare il doppione di una pecora e chiamarla Dolly?): non lascerà eredi e per avere un altro Pirlo dovremmo aspettare altri venti anni.

Voto 8 al tifo inglese. Hanno una squadra di pippe, dove anche chi non è pippa, con Roy Hodgson diventa pippa come Centofanti, Fresi e Pistone che faceva scaldare a bordocampo. Loro sono tanti (ma non milioni come hanno detto in tv), colorati, rumorosi, corretti (almeno dentro lo stadio) e sbronzi. Tanto sbronzi. L’alcol li piena di malinconia quando piangono a fine partita e il trucco si scioglie, applaudono i loro “eroi” più sega della storia e questo è un altro effetto della birra. Ci consegnano – e ci stavamo pensando da giorni – la chiave per capire a chi assomiglia Rooney portando dentro lo stadio il pupazzo di Shrek che indossa la maglia del giocatore. Grazie.

Voto 7 a Berlusconi. Non sa dove sia la Russia, non sa di che parla quando discute di misure monetarie. Come se ciò non bastasse, di calcio non capisce niente. Il fondo è quando capisci che Berlusconi aveva ragione: “La Merkel è una culona inchiavabile”. L’essenziale è che la Germania non abbia nemmeno un terzo del suo sedere. Non ne ha bisogno.

Voto 5 a Buffon. E’ stato uno dei migliori ma la deve smettere: ogni volta che viene intervistato o si presenta in conferenza stampa, critica sempre quel qualcuno che ce l’ha con lui e deve farsi perdonare, perchè è ancora “irritato”. Dichiarazioni che potrebbe risparmiarsi e se proprio non ce la fa che almeno faccia nomi e cognomi dei giornalisti e delle loro tv o giornali. Anche i tabaccai hanno un’anima, pure quelli che incassano un milione e mezzo d’assegni per comprare dei rolex.

Voto 4 ai commentatori del Gp di Valencia Ivan Capelli e Gianfranco Mazzoni. “Chissà se la vittoria della Ferrari sarà di buon auspicio per gli Azzurri”. Detta che mancavano ancora 5 ore a Italia-Inghilterra, ci auguriamo che il Garante delle telecomunicazioni sia intervenuto con due bastoni. La scaramanzia è sempre sacra. E inviolabile.

Voto 3 al portiere Hart. Poraccio. Non credeva ai suoi occhi quando Montolivo ha calciato sbilenco. La cosa più ridicola è rimasta il suo atteggiamento sulla linea di porta: occhi spiritati, gambe molli e bacino rotante. Un portiere mediocre che cercava di scimmiottare Grobbelaar nella finale di Coppa Campioni tra Liverpool e Roma. Visti i risultati ha un futuro come animatore ai compleanni dei bambini. Ammesso si riduca l’ingaggio.

Voto 2 a Dossena. Ci manca Salvatore Bagni, nel senso che rispetto all’ex giocatore della Sampdoria parlava a vanvera sì ma non si capiva cosa diceva perchè si mangiava le parole e quindi diventava innocuo. Un appello alla Rai: potete far vedere sia a lui che a Gentili la stessa partita che fate vedere a noi? Potete smetterla con il concorso: arriva prima allo stadio e commenterai la partita? Grazie. Dopo la Madonna dell’audio, invochiamo la divinità del commento tecnico, sperando non venga poi doppiata da Pannofino-Clonney-Kung Fu Panda.

Voto 1 all’Inghilterra. A fine partita ho chiamato mio babbo che di anni ne ha più di 50. “No – m’ha risposto – Io non ho mai visto giocare gli inglesi così, anzi: non giocare così!”. Hanno resistito i primi dieci minuti, si sono lasciati prendere a pallonate come se ci fosse un domani. Mediocri nel loro menare come fabbri, mettendo a morte pure il potenziale tecnico di Gerrard. Furbi come l’italiano medio che tanto schifano, l’insolenza di chi sa che tanto “God save the queen”. In queste condizioni non vi salva né la Regina, né Dio, né la Madonna e quindi nemmeno Aura-Paola-Ferrari.

Voto 0 ai detrattori della Nazionale e ai boicottatori. “E poi mi chiedete perchè non tifo la Nazionale?”. No, sticazzi del perchè non tifi Italia, non ce ne frega niente. Quanto ai boicottatori volevamo dirvi che ieri a Kiev, durante la partita, non si vedeva nemmeno un cane in giro.

Infine un paio di cose fuori pagellone:

1 – Nando Alonso è stato superlativo. Il Gp di Valencia ci ha caricato, ci ha fatti sentire un po’ orgogliosi del made in Italy, ci ha fatto sentire qualche ora prima il primo inno di Mameli. Alonso è partito undicesimo ed è arrivato primo. Un po’ come la Nazionale. Volevamo undici Alonso,è stato bello vedere che sono bastati undici metri di Pirlo.

2 – Studi scientifici dimostrano, che almeno al 50% di voi vi suona da qualche minuto “Wonderwall” nella testa. Ci spiace ma ci sfangherete la giornata…

Monia Bracciali

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Monia Bracciali

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