Alla vigilia dell’ultimo turno del 2011, una sola squadra è al vertice della classifica: è bianconera e non è friulana ne’ romagnola ne’ toscana. Indovinate un po chi è? Indovinelli a parte, la squadra di Antonio Conte, nel pomeriggio di ieri, ha dato un’altra prova di grande superiorità in un derby che tornava nella massima serie dopo più di mezzo secolo. Ventitre tiri contro i due della malcapitata squadra di Tesser danno l’idea di una prova di forza davvero notevole.
Il solito Pepe e, dopo un anno dall’ultima segnatura, Quagliarella, hanno dato tre punti strameritati all’11 torinese.
Al momento, la sola squadra che sembra poter impensierire seriamente i bianconeri di Torino, è il Milan; ma non va di certo dimenticata l’Udinese del buon Guidolin, prossimo insidiosissimo avversario. Il Milan, in uno dei tre anticipi del sabato, batte un Siena che, ahi per lui, è alla quinta sconfitta nelle ultime sei partite. Gioca bene la squadra di Sannino, ma non raccoglie punti. La squadra di Allegri gioca un primo tempo opaco, dove è, anzi, il team toscano ad andare più vicino al vantaggio, ma nella ripresa, Nocerino prima ed il solito Ibrahimovic poi, non lasciano scampo ai toscani. Milan a braccetto dell’Udinese che, in uno dei due posticipi della domenica sera, dà vita ad un pareggio spettacolare contro un’altra squadra, la Lazio, che si candida prepotentemente a stare nelle posizioni di vertice. Un 2 – 2 pieno di colpi di scena, con i friulani che partono senza Di Natale, ma che passano ugualmente in vantaggio con Floro Flores, vanno sotto grazie alle marcature di Lulic e del solito cecchino Klose, ma che poi pareggiano grazie all’ex Pinzi, splendidamente imbeccato dal subentrato bomber friulano.
Dietro la Lazio, adesso quarta, si insedia l’Inter! Ebbene sì, una squadra che fino a poche settimane fa era data per spacciata, adesso è lì. Ieri ha ottenuto la sua terza vittoria consecutiva, a Cesena, con un’inzuccata di Ranocchia. Non gioca un gran calcio l’Inter, ma se arrivano i risultati, va bene così.
Nell’altro posticipo della domenica sera, la Roma del bistrattato Luìs Enrique espugna il San Paolo di Napoli. Una grossa mano, all’inizio, la dà De Sanctis, con una paperona colossale; e dal terzo minuto in poi una grandissima partita si accende al San Paolo, con il Napoli che non ci sta e la Roma che, ovvio, agisce in contropiede. Una partita che avrebbe reso felice Zeman (!), ma che avrebbe fatto inorridire certi allenatori che fanno della fase difensiva la loro arma principale. Ha detto bene il tecnico catalano a fine partita, quando ha affermato che poteva finire 5 – 5! Ma penso che a lui sia andata bene così, con questo 3 – 1 che dà ossigeno alla sua squadra, mentre il Napoli può dire addio a qualsiasi ambizione tricolore.
Le altre partite: nel primo anticipo del sabato, torna alla vittoria il Chievo che supera un Cagliari che, da quando è ritornato Ballardini, grazie ad una delle solite cervellotiche idee di Cellino, non ne ha più, praticamente, imbeccata una.
La Fiorentina fa, disfa e poi rimedia contro una superba Atalanta. Torna al goal Gilardino, il suo secondo stagionale (!), e Jovetic rimedia per quella che se fosse stata una sconfitta, avrebbe assunto dei connotati non entusiasmanti.
Il Catania infligge la terza sconfitta consecutiva al Palermo che, fuori casa, ancora non è riuscito ad andare a segno. Risorge, invece, la squadra etnea dopo tre stop fra le mura amiche. Segna Maxi Lopez, poi in lacrime! Forse un addio?
Torna a vincere il Genoa contro un ottimo Bologna che non meritava la sconfitta, ma il risultato finale non dà scampo ai felsinei: 2 – 1. Comunque, se riprende a segnare Di Vaio, la squadra emiliana può stare tranquilla.
Parma – Lecce 3 – 3: sotto per 1 – 0, i salentini ribaltano, e guardatevi il secondo goal di Di Michele, e arrivano fino al 3 – 1, ma in un finale convulso sciupano tutto e buttano via tre punti che sarebbero stati fondamentali per la loro asfittica classifica.
E anche per oggi è tutto, ma ci sentiamo, non dubitatene, ancora una volta per il turno infrasettimanale.
Stefano ” Steve Bookie ” Bertini
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