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Il Cesa come la Fenice, rinato dalle proprie ceneri

E chi l’ha detto che in tempi di spending review non ci può essere crescita? Prendete il Cesa, che ad agosto rischiava di non iscriversi al campionato ed oggi è la capolista di Seconda categoria girone N, pur avendo attuato la politica di un forte ridimensionamento delle spese. “Sì, spendiamo circa il 30% in meno dello scorso anno” conferma il vicepresidente Vasco Polvani. Domenica, vincendo in rimonta contro l’Asciano, il Cesa ha conquistato il 13esimo risultato utile consecutivo, e adesso condivide la testa della classifica insieme al Rapolano con 38 punti, ha il miglior attacco, la seconda miglior difesa e in casa ha ottenuto 9 vittorie su 9 partite giocate.

Come se non bastasse, mercoledì scorso è arrivato anche il passaggio del turno ai quarti di Coppa Toscana di Seconda grazie alla netta vittoria sullo Stia. Insomma, i freddi numeri descrivono la favola del Cesa, che in estate ha rischiato di ritirare l’iscrizione. “Molti consiglieri se ne sono andati e la crisi economica si faceva sentire anche qui” spiega Polvani, “eravamo rimasti praticamente solo io e l’attuale presidente Costantino Malentacchi. Volevamo quasi abbandonare tutto, poi è intervenuto Pasquale Lorenzini che ci ha dato una grossa mano per ripartire, e via via altre persone si sono interessate al progetto”.

Un progetto che passa attraverso la scelta di chiamare alla guida della squadra l’allenatore-giocatore Lorenzini, figlio di Pasquale. “Quasi tutti i giocatori dello scorso anno hanno fatto le valigie, io e il mister ci siamo messi a tavolino e abbiamo ricostruito la squadra da zero: su una rosa di 20 calciatori, 16 sono nuovi” rivela Polvani. “Avevamo un budget ridotto, e l’imperativo era non sforarlo.  Lorenzini è stato bravo a convincere giocatori bravi a venire a Cesa a cifre non altissime. Io per primo sono rimasto contento e anche sorpreso del suo lavoro”. Vengono in mente Patriarchi, Fattorini, Pucci e di recente Cuccoli, il migliore domenica scorsa nel pantano del Santa Lucia, “un ragazzo umile e bravissimo”, come tiene a precisare il vicepresidente.

Non solo, il mister è stato bravo anche in campo: il Cesa gioca bene, segna tanto, ha una difesa solida e ordinata, in casa ha preso gol solo da Cozzano e Asciano. E soprattutto, la versione 2.0 del Cesa ha una personalità e un carisma atipici per un gruppo amalgamato appena da qualche mese. “Si è creato un bell’ambiente, è vero” ammette Polvani, storico dirigente della società chianina. “Il merito? Soprattutto dell’allenatore, ma anche di coloro che vanno in campo e dei tifosi che ci seguono, soprattutto i più giovani”. Ci riflette un po’, e  aggiunge: “Non è bello autolodarsi, ma vorrei sottolineare che anche la società ci sta mettendo del suo, fa sentire la sua presenza ed è sempre disponibile con la squadra”. E del resto come non dare il merito a chi non ha abbandonato la nave che stava affondando e, una volta tornata a galleggiare, la sta conducendo su mari calmi grazie al contenimento delle spese e a ottimi risultati sul campo.

Ma dove può arrivare questo Cesa? “Siamo partiti con l’obiettivo di ottenere la salvezza diretta. Adesso non ci possiamo nascondere, se dicessi che puntiamo a salvarci non ci crede nessuno. Però allo stesso tempo non ci illudiamo”.

Articolo tratto da Il Corriere di Arezzo.

Luca Trippi

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