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Giochi olimpici, grinta Santucci: “Londra è solo l’inizio”

Intervista tratta da Il Corriere di Arezzo

Michele Santucci aspettava questo momento da quattro anni. Il conto alla rovescia per i Giochi olimpici è ormai concluso, finalmente ci siamo: questa mattina il nuotatore cortonese è volato alla volta di Londra, dove domenica disputerà la staffetta 4×100 stile libero.

Michele, com’è andata la preparazione?

“Direi che è andata abbastanza bene, sono tornato da pochi giorni dal ritiro di Tenerife. Ho avuto degli intoppi in primavera, dopo gli Assoluti (quando si classificò secondo nei 100 metri, beffato al tocco da Magnini, ndr). E infatti agli Europei non mi sono espresso come avrei voluto. Ma poi ho rimesso ogni cosa al suo posto. Da qui a domenica c’è solo da trovare le sensazioni giuste”.

L’Olimpiade è un evento che vale una carriera…

“Sì, esatto non capita tutti i giorni di partecipare a un’Olimpiade. Noi della Nazionale italiana ne siamo consapevoli, e siamo consapevoli che, rispetto a Pechino, ci sono aspettative e di conseguenza pressioni diverse”.

Perché?

“Perché ai Mondiali di Shanghai, la scorsa estate, siamo arrivati a un soffio dal podio con una staffetta giovane. Nessuno se lo sarebbe immaginato, abbiamo sorpreso tutti. Ora abbiamo un anno in più di esperienza, e i tecnici su di noi ci credono, puntiamo decisamente a una medaglia”.

Domenica avrete addosso gli occhi di un Paese intero, la pressione pesa?

“E’ naturale che ci sia. Anzi, se non ci fosse un minimo di aspettativa da parte della Nazionale e dei tifosi, significherebbe che nessuno crede in te”.

Insomma, il Santucci 19enne che scese in vasca a Pechino 2008 adesso è finalmente maturo?

“Diciamo che in un anno non si può limare la differenza con i campioni di 28-30 anni. Allo stesso tempo però sappiamo che per molti di loro (per esempio Phelps, ndr) è l’ultima Olimpiade. Molte nazionali devono ancora fare il cambio generazionale che noi abbiamo già fatto. Il tempo è dalla nostra parte”.

Quindi Londra non sarà l’ultima occasione? Federica Pellegrini, che di anni ne ha appena 24, pensa già al ritiro.

“Affatto! Andiamo a Londra convinti delle nostre potenzialità, ma sono sicuro anche che non sarà la mia ultima spiaggia. Io in cuor mio penso già a Rio 2016. Mi è capitato spesso che negli ultimi mesi la gente mi chiedesse ‘ma tu cosa farai dopo Londra?’, e io rispondo che ancora ho 23 anni. Forse perché sono amico di Magnini, allora vengo accostato a lui e alla sua carriera, ma io mi sento di avere ancora margini di miglioramenti. Credo di avere davanti almeno altri otto anni ad altissimi livelli. E poi, c’è una grande differenza fra me e Filippo e Federica”.

Quale?

“Io ancora non ho vinto niente. E non vedo perché in futuro non dovrei battere quegli avversari che nelle categorie inferiori battevo sempre”.

Parliamo della gara. Come e in che ordine sarà composta la staffetta?

“Non c’è niente di ufficiale, ma probabilmente verrà ripetuto l’ordine della finale di Shanghai. Quindi Dotto, Orsi, Santucci e Magnini. In Cina questo quartetto ha funzionato e ha portato bene. Forse nelle qualificazioni del mattino entrerà anche Rolla”.

Quali sono le nazionali da battere?

“L’Australia è un gradino sopra tutte. Poi vedo bene la Francia, e per il bronzo se la giocano Usa, Italia e Russia. Ma nelle finali di un grande evento può succedere tutto, le nostre ambizioni non hanno limiti. E’ vero, a livello individuale forse gli altri ci sono superiori, ma noi italiani ci mettiamo un qualcosa in più. Il cuore”.

I tuoi familiari ti seguiranno a Londra?

“Verranno a vedermi i miei genitori,  mia sorella Caterina e mio zio. Purtroppo ci sono problemi con i biglietti, che sembrano essere introvabili. Viene anche un gruppo di miei amici, che sfrutteranno l’occasione per visitare Londra. E male che vada guarderanno la gara sui maxischermi”.

Luca Trippi

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Luca Trippi

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