SHANGHAI, CINA, ROUND 3° – Dopo due GP e mezzo di dominio, Sebastian Vettel e la sua RB7 devono alzare bandiera bianca cedendo la leadership di giornata alla McLaren di Lewis Hamilton che coglie un successo importantissimo che lo rilancia alla grande nel mondiale piloti. Sottotono Vettel mentre Webber ha messo in scena una rimonta notevole; a proposito quanta politica interna c’è nel divario in pista tra il tedesco e l’australiano ?
Le Ferrari: sempre sottotono, senza ossigeno, senza palle. Massa, più pimpante di Alonso, chiude sesto. Lo spagnolo termina alle sue spalle, insidiato alla fine da Schumacher. Illusione Mercedes GP che comunque piazza entrambe le vetture nella top 10.
LA PARTENZA – Con una temperatura di 22° in atmosfera e 29° sull’asfalto, ci si apprestava a vivere più o meno la fuga di Vettel e l’inseguimento delle due McLaren. Tra l’altro, solo all’ultimo momento Hamilton era riuscito a schierarsi sulla griglia per alcuni problemucci tant’è che il cofano gli è stato messo solo successivamente. Lewis Hamilton ha seriamente rischiato di partire dai box e, quindi, di vedere la sua gara compromessa.
Vettel parte in coma. Dietro di lui le due Mclaren se lo spalmano sul pane come fosse marmellata. Dietro ancora Rosberg respinge gli assalti di carta delle due Ferrari. Ancora una volta la partenza di Alonso è stata balorda, senza mordente e lo spagnolo ha ceduto la posizione al compagno di team. Da segnalare che al via ottimo sarà lo spunto di Schumacher.
Durante i primi 10 giri si registrano diversi sorpassi; Webber, partito 18esimo, scala posizioni su posizioni con energia. Il primo ad effettuare la sosta è Jaime Alguersuari (Toro Rosso), un po’ in crisi in quel frangente della gara. Rientrando in pista però, di lì a poco sarebbe restato su 3 ruote perché la quarta molto probabilmente gli era stata avvitata male e si era staccata rotolando fuori dalla pista (sfiorando pericolosamente alcuni presenti a bordo pista).
Le due Ferrari hanno strada libera davanti a sé solo dopo la sosta di Rosberg verso il 13esimo giro. Il ritmo delle Ferrari sembra buono. Vettel si sbarazza delle due McLaren anche grazie agli intrecci delle soste. Tra l’altro si assiste ad una scena fantozziana al box McLaren, confezionata da Button: il britannico sbaglia clamorosamente piazzuola centrando quella della Red Bull e giocandosi la posizione proprio a vantaggio di Vettel.
Esattamente a metà gara, Vettel è al comando e dietro di lui le due Ferrari. Naturalmente ancora dovevano fare la loro seconda sosta; un paio di giri prima Alonso aveva sverniciato al tornantino Hamilton. Ma il brivido di vedere una Ferrari galoppante è durato poco; con il deteriorarsi degli pneumatici Alonso deve tornare al box per poi rientrare decimo.
BARRICATE IN SALSA BRASILIANA – Massa tenta di conservare un podio pur sapendo di essere molto svantaggiato per aver fatto il suo secondo pit quando ancora mancavano oltre 20 giri al termine. Gli altri, presto o tardi lo avrebbero risucchiato. E così è stato. Il brasiliano prima ha dovuto cedere la sua posizione ad Hamilton che si era sbarazzato in precedenza di Button, e poi ha dovuto alzare bandiera bianca nei confronti di Button, Rosberg e Webber, lanciatissimo nella sua rimonta.
IL DUELLO FINALE – Anche Vettel non può far altro che arrendersi ad Hamilton. Le gomme del tedeschino erano in crisi a tal punto da essere costretti ad assistere al penoso “sdoppiaggio” di Sutil proprio su Vettel. Webber chiude la sua cavalcata eroica al terzo posto dopo aver superato Button con un distacco di soli 7.5 secondi.
Sulla Ferrari cosa possiamo dire ? Con una sosta in più o con una sosta in meno, le tribolazioni ancora restano. La posizione di classifica generale ed i piazzamenti riflettono benissimo lo stato di forma delle monoposto di Maranello. Gli attori principali restano due: McLaren e Red Bull. Gli altri, solo comparse.