Sport

Cronache Arancioni: quei “maledetti 10 minuti”…

Fra le 15.35 e le 15.45 è svanito il sogno di tornare in Eccellenza dopo tanti anni, è svanito il sogno per undici impavidi ragazzi cortonesi, più i panchinari, più coloro che non c’erano per infortunio, più il loro allenatore e tutti i loro dirigenti … quei maledetti 10 minuti in cui la squadra ha avuto un black – out di cui gli spietati attaccanti fiorentini hanno immediatamente approfittato.

C’erano tutti i presupposti per fare bene: uno stadio di un’altra categoria, il Brilli Peri di Montevarchi. Volete sapere l’origine del nome di questo stadio? Gastone Brilli Peri altri non è stato che un ciclista prima e corridore motociclistico ed automobilistico poi, nato a Firenze nel 1893 da nobile famiglia poi trasferitasi a Montevarchi, e poi deceduto in un tragico incidente in Libia nel 1930: il 22 marzo 1930 «poco dopo le ore 13, mentre in circuito chiuso il corridore Gastone Brilli Peri provava il percorso della gara, giunto in località Suk El Giuma, a 5 km da Tripoli, perduta la padronanza della sua potente macchina, andava a cozzare contro il muricciolo di un giardino. L’automobile filava in quel momento ad una velocità di 180 km all’ora. L’urto è stato tremendo. Sbalzato dal sedile, il valoroso pilota toscano rimaneva ucciso sul colpo»

Esaurita la breve parentesi storica, torniamo a ieri: circa 600 spettatori hanno assiepato le tribune dello stadio della cittadina del Valdarno, oltre 200 speranzosi provenienti da Cortona. Una bellissima giornata di sole, calda ma non troppo …. Sembrava ci fossero tutti i presupposti perché le cose andassero per il verso giusto, ma purtroppo gli Dei del calcio hanno fatto sì che le cose non andassero per il verso giusto: l’assenza di Guerri e l’infortunio di Tammariello dopo 15 minuti hanno sconvolto l’assetto della squadra di mister Testini che, a dire il vero, fino alla mezz’ora aveva giocato anche meglio del Rufina, ma purtroppo si sa come gli episodi, alla fine, influiscano sul risultato finale: al 32’, i nostri arancioni avevano avuto un’occasione colossale per passare in vantaggio, ma la conclusione di Dai Prà, da dentro l’area di rigore, si perdeva alta sulla traversa, e la dura legge del goal ( …. ) sbagliato e poi subìto puntualmente veniva applicata anche questa volta: 34’, 42’, 44’ i tre minuti che hanno deciso, in negativo, la stagione dei nostri ragazzi. Poi, nella ripresa, c’è stata una reazione, due traverse colpite, un miracolo del portiere fiorentino su un colpo di testa di Pelucchini, ma a quel punto,ormai, i giochi erano fatti. E al triplice fischio finale, all’ovvia esultanza fiorentina si contrapponeva la giusta amarezza cortonese.

Due parole, poco più sul tifo: organizzato, numeroso e caciarone, in senso positivo, quello fiorentino con cori ed almeno un gruppo organizzato; altrettanto numeroso il nostro ma,come in tutta la stagione, molto soft. Attenzione, non vuole essere un atto di accusa il mio, ma un semplice dato di fatto. Personalmente, da quando seguo il Cortona, e ormai sono tanti anni, difficilmente ho visto un tifo davvero organizzato con cori e striscioni e quant’altro, ma evidentemente il tifo cortonese è questo, molto “ inglese “. E poi, consentitemi una battuta finale: il nostro Mister Testini, al quale deve andare il plauso di tutti noi tifosi, per tutta la stagione, quando i nostri arancioni giocavano in casa, ha avuto la panchina rivolta frontalmente verso le tribune del Santi Tiezzi sempre piuttosto vuote. Ieri, tribuna cortonese finalmente numerosa, la panchina era rivolta di spalle ….. nessuna polemica, ma una semplice constatazione….

 

Stefano Steve Bertini

Stefano Bertini

Laureato in Scienze Politiche, ha oltre 10 anni di esperienza come giornalista. Nel tempo, oltre a dirigere questo sito, ha collaborato con molte testate sia locali che sportive spaziando fra on-line, carta stampata, radio, TV. "Steve", come ormai lo chiamano tutti, é uomo di grandi passioni e a quella per lo sport e le sue mille storie da raccontare unisce l'amore incondizionato per il cinema poliziottesco. E' per questo che in quanto a versatilità, stoicità e capacità di adattamento ci piace definirlo come una sorta di Sandro Ciotti, mixato con Mario Poltronieri e Enzo G. Castellari. In salsa chianina, ovviamente.

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