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Arezzo e Perugia “fanno pace” a Castiglion Fiorentino

Una “torta della riconciliazione” in cui i gagliardetti della Us Arezzo e dell’Ac Perugia sono disegnati amorevolmente a braccetto. A compiere l’operazione simpatica, curiosa e per certi versi blasfema (dal punto di vista calcistico, s’intende) è l’associazione culturale Obiettivo Comune di Castiglion Fiorentino che ha voluto contestualizzare nella città del Cassero, terra storicamente contesa fra i due capoluoghi, la presentazione della opera prima del giornalista Federico Sciurpa 20 pezzi da 100 – Le origini della rivalità fra Arezzo e Perugia (edizioni Edimond), a cui ha partecipato anche Pierfrancesco Battistini, ex giocatore amaranto nonché recente allenatore del Grifo per più di due stagioni cogliendo due promozioni consecutive dalla D alla Prima Divisione.

Come suggerisce il sottotitolo, è un libro che va ad indagare i motivi che stanno dietro all’odio calcistico che intercorre fra le due tifoserie, un odio che a ben guardare è inconsueto visto che “la rivale storica del Perugia è la Ternana, e quella dell’Arezzo è il Siena”. Non si tratta di un’operazione amarcord, come ha precisato Sciurpa, ma della ricostruzione di un semplice appassionato che ha lavorato sia ad Arezzo che Perugia e che si è sempre chiesto il perché di questa rivalità, iniziando l’indagine proprio dalla stagione 1973-74 in cui entrambe le squadre erano in Serie B, e da un episodio controverso per cui il Perugia venne anche processato (ma poi assolto): secondo l’accusa, la partita Parma-Perugia vinta dagli umbri venne comprata con 30 milioni di lire, di cui 2 dati in contanti prima della partita stessa. Alla fine di quell’annata il Perugia si salvò (e l’anno dopo salì in Serie A con Castagner), mentre l’Arezzo sprofondò in C.

Ma la storia ha dato lo spunto per riflettere su altri temi, dalla storia al calcio moderno, dalle diversità delle due piazze al valore del calcio giovanile, che oggi è diverso da quello che giocava il piccolo Sciurpa nei cortili di Umbertide. E nella saletta del Bar Marò lo si è fatto con Battistini, uno che le due piazze le conosce molto bene. “Sono realtà simili ma comunque diverse. A Perugia vogliono tutto e subito, vogliono sempre vincere, ad Arezzo invece la piazza rispecchia la crisi della città, anche se vedo grande voglia di risalire” ha detto in sintesi Battistini. Poi, rivolto alla delegazione dei piccoli giocatori della Castiglionese accorsi, ha detto: “Vi consiglio di leggere il libro, si trovano emozioni a voi sconosciute, si trova la gioia di giocare per strada, nel cortile. Per chi queste sensazioni le ha vissute, rievocarle a 30 anni di distanza ti lascia un buon sapore in bocca”. E ha aggiunto: “A ricordare quei tempi ci si convince di come oggi si debba cambiare qualcosa nell’approccio al settore giovanile, sia noi allenatori che i genitori. Sono anni che dai nostri vivai aretini non esce più un giocatore di Serie A o B“.

In apertura di incontro era stato proiettato un video in cui l’associazione Obiettivo Comune ripercorre la storia di Castiglion Fiorentino, per secoli conteso fra Arezzo e Perugia, una vicenda che lasciò strascichi anche sull’identità stessa dei castiglionesi, ancor oggi considerati un incrocio fra le due culture. E sia Sciurpa che Battistini hanno voluto rendere merito a Corrado Viciani, uno dei più grandi sportivi della città del Cassero che è presente anche alla voce “personalità legate a Castiglion Fiorentino” su Wikipedia, ma che è ingiustamente poco conosciuto. “Alla guida della Ternana (con la quale conquistò la promozione in A, ndr) è stato un precursore, un rivoluzionario alla Sacchi” ha concluso Battistini.

Luca Trippi

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