Alzi la mano chi non ha studiato alla vigilia di un’interrogazione importante tutta la notte con il proposito di colmare le lacune di un anno.
Dovrei essere il primo ad alzare la mano, magari quella destra (…), perché studiare la Storia contemporanea sul Camera Fabietti per me era uno strazio. Metabolizzavo in una notte decine di pagine, il giorno dopo sapevo tutto, dopo due giorni non ricordavo niente.
Del resto si studia con profitto se l’impegno è giornaliero, se le nozioni si assimilano lentamente, se il professore è stimolante, se le lezioni sono interessanti.
Manca un anno al voto amministrativo ed il Sindaco sugli organi d’informazione e sui Social si comporta come uno studente alla vigilia di un esame con una variabile importante e singolare: non studia, promette.
Promette di fermare le Freccerosse a Terontola, promette di riqualificare la stazione di Camucia, destinandola ad ufficio pubblico, promette improbabili giardini e fontane paradisiache, promette di riqualificare i parcheggi, promette piste ciclabili, promette nuovi edifici scolastici, promette di difendere l’Ospedale della Fratta, promette di disciplinare la fertirrigazione, promette, perfino, la lotta ai cattivi odori.
Ho avuto la fortuna ed il privilegio di incontrare pochissime volte il Sindaco di Cortona mentre assolveva gli obblighi istituzionali: in Rugapiana con la Fascia Tricolore, preceduta dalla Banda, accanto a qualche incauto Consigliere di Minoranza, nei cortei del 25 aprile con una scarsissima partecipazione popolare e qualche dipendente comunale al seguito.
L’ultima volta l’ho intravista alla Giostra dell’Archidado, impreziosita da velluti e da broccati, sopportare stoicamente il caldo, prendere posto nel baldacchino sotto Palazzo Casali circondata dai cortigiani e dai dignitari di corte.
Da una parte, dietro le transenne, il popolo, la plebe urlante, insomma il paese reale, dall’altra il potere e chi lo esercita in maniera maldestra e disinvolta, avendo perso ogni ragionevole contatto con le urgenze, le necessità, i problemi da risolvere.
Alla sommità della scalinata del palazzo municipale, a fare capolino dietro il portone, c’erano tre uomini, dall’aspetto tutt’altro che marziale con lunghe barbe bianche, imprigionati in grandi armature con elmo e spadoni.
Mia figlia mi ha chiesto: “Babbo chi sono quelli”?
I “Pretoriani della Sindaca”, ho risposto prontamente, pensando alla sua corte medievale, alla solitudine di chi esercita il potere, ai ruffiani ed ai giullari che allietano i potenti ma anche all’immancabile sicario con lo stiletto nascosto nella penombra dietro un drappeggio.
Come saranno gli ultimi 12 mesi di questa Amministrazione?
Saranno come gli ultimi giorni di scuola destinati all’affannoso recupero delle insufficienze, lasciandosi alle spalle comportamenti disinvolti e spensierati per ottenere un’improbabile promozione o saranno come gli ultimi giorni di Pompei quando il Vesuvio spazzò via due città con lava, cenere e lapilli?
Certo S. Egidio non è il Vesuvio, ma su questa Amministrazione sta per abbattersi un castigo di proporzioni bibliche che non ha nulla di divino ma ha radici profonde nell’insoddisfazione popolare e l’ “eruzione” che ne consegue, attesa da oltre 70 anni, avrà effetti dirompenti e disastrosi.
Chissà cosa farà il Sindaco negli ultimi giorni del suo mandato. Mi viene in mente il Bunker della Berlino in fiamme nel 1945, assediata da soverchianti forze nemiche. Intorno al Reichstag c’era la migliore gioventù europea, perché la battaglia era decisiva ed i valori da difendere nobilissimi.
Mi viene in mente l’atmosfera crepuscolare e sinistra che precedette la fine: i faldoni dati alle fiamme, le prove e i documenti da far sparire, le disposizioni concitate da dare in fretta prima del “rompete le righe”, i giovani della Divisione Charlemagne ad aspettare i carri armati russi…
Ma qui lo scenario è totalmente diverso, niente di tutto questo. Quando penso agli Amministratori di Cortona non mi viene in mente niente di eroico, tantomeno valori da difendere strenuamente, strategie politiche di ampio respiro, disegni imperscrutabili sospesi nell’aria, persone capaci ed in gamba dalle quali mi dovrebbe dividere soltanto una diversa concezione della vita, la visione del mondo ed un retroterra ideologico sempre più impalpabile.
Penso all’approssimazione, penso all’incapacità, penso alla scarsa conoscenza del territorio, penso all’autoreferenzialità di una casta odiosa, appollaiata sopra un tesoro di inestimabile valore che vivacchia, tira a campare ed è incapace di percepire la catastrofe che si avvicina.
Al Sindaco che pubblica filmati sui Social e si esibisce nelle ultime improbabili promesse ricevendo i “Like” di un ex candidato a Sindaco del Centro Destra (…) vorrei dire: ma dove vivi? Perché prometti un Eden di fontane e spazi verdi quando, alcuni anni fa, avete destinato 43898,84 Euro alla manutenzione dei giardini di via XXV aprile con il risultato di far giocare i nostri bambini tra la polvere e gli escrementi dei cani?
Qual’è la cultura e la sensibilità della Sinistra se avete fatto costruire un gigantesco elevatore con le traverse delle ferrovie, vetro e ferro proprio accanto alle mura della Fortezza di Girifalco?
A voler essere generosi e a voler salvar loro la vita (…), come faremo a rinchiudere gli ultimi irriducibili sostenitori del PD nei sotterranei della Fortezza se li avete trasformati nella sala di registrazione privata più prestigiosa del mondo?
Perché nei giorni di Natale avete riempito Piazza Signorelli con improbabili banchi di Lavanda?
Avete forse scambiato la nostra Valdichiana ed i suoi prodotti tipici con i campi della Provenza?
Perché l’Amministrazione Comunale, con una scelta insensata e vergognosa, ha dedicato la Rotonda del Parterre ad un Capo di Stato che ha dato asilo e sottratto alla giustizia italiana delinquenti, terroristi e feroci assassini?
Chi dovrà amministrare Cortona è atteso da un compito improbo. Lo attende una Corte dei Miracoli destinata a sopravvivere a questi Amministratori che, dopo aver superato il comprensibile smarrimento ed un impatto emotivo dalle conseguenze imprevedibili, deve essere rimodulata ed educata a valori che non conosce.
Lo attende un compito affascinante: restituire dignità e speranza ad un territorio che ha potenzialità immense ma ha un presente incerto e marginale.
Le aspettative della popolazione, che esige un cambiamento autentico ed un deciso cambio di passo, non possono essere tradite.
Siamo condannati a fare meglio.
Mauro Turenci
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