In questi giorni, dopo la notizia dei mancati rinnovi da parte di SEI Toscana dei contratti dei lavoratori interinali e dei conseguenti disagi che ne sono derivati, si è discusso su come dovrebbe essere organizzato il servizio di gestione dei rifiuti.
Vogliamo fare due brevi e doverose premesse:
i mancati rinnovi dei contratti sono del tutto ingiustificati, i lavoratori lasciati a casa prestavano regolare e quotidiano servizio nei nostri territori, alcuni di loro da più di 2 anni, quindi non sono lavoratori saltuari per lo spazzamento nei periodi estivi come dichiarato da SEI.
gli amministratori di SEI hanno portato l’azienda in crisi finanziaria e questo fatto dipende solo dalla loro incompetenza non certo dai lavoratori, per questo i nostri sindaci e assessori come soci, anche se indiretti, di SEI, dovrebbero pretendere le dimissioni di tutto il cda e dell’AD.
Come M5S cortonese chiediamo, ovviamente, le dimissioni immediate dei vertici di SEI e la stabilizzazione del contratto dei lavoratori lasciati a casa.
Siamo rimasti abbastanza esterefatti che invece l’AD Mairaghi sia venuto a Cortona a sparlare di funzione sociale dell’azienda quando la vera intenzione è ridurre gli stipendi utilizzando le cooperative sociali, progetto che bolliva in pentola da tempo in SEI.
Veniamo ora all’organizzazione del servizio.
Il M5S ha depositato in Consiglio Regionale una proposta di legge che prevede una riorganizzazione sostanziale del sistema.
Il sistema che proponiamo vede il territorio regionale come ambito unico di smaltimento dove alla Regione Toscana spettano le competenze sulla programmazione impiantistica in base al fabbisogno e sugli obiettivi da raggiungere in termini di riduzione, raccolta differenziata e gestione dei flussi, con apposite azioni volte ad incentivare buone pratiche tra i cittadini.
Questo serve ad ottimizzare il fabbisogno impiantistico e avere un’unica cabina di regia sulle politiche da tenere in tema di rifiuti.
Ai comuni spetta invece l’organizzazione e l’affidamento del servizio di raccolta per ambiti ottimali di raccolta che, secondo quanto indicato dalle direttive ministeriali, devono essere costituiti da uno o più comuni per un massimo di 100 mila abitanti.
Ogni comune o associazione di comuni predispone un piano di gestione dei rifiuti coerente con quello regionale.
Molto importante è che i comuni possono organizzare il servizio con aziende “in house” o affidare il servizio tramite appalto ad un soggetto terzo completamente estraneo dai comuni appaltanti, per evitare conflitti di interesse come invece esistono oggi in SEI.
Altro aspetto di primaria importanza è la netta separazione che deve esserci tra i soggetti che fanno raccolta e spazzamento nei vari ambiti e i soggetti che gestiscono gli impianti di smaltimento, su questo devono vigilare attentamente sia Regione Toscana che i comuni.
Solo separando in maniera netta e reale i soggetti che fanno raccolta da quelli che gestiscono gli impianti e evitando conflitti di interesse tra soggetti appaltanti e appaltatori, potremo perseguire veramente delle buone politiche sui rifiuti, partendo dalla riduzione e dalla raccolta differenziata.
Questo presuppone ovviamente un riassetto delle partecipazioni nelle varie aziende da parte degli enti pubblici, andando dalla parte opposta di dove sta invece andando il progetto della destra aretina e del PD Toscano con l’ingresso di ESTRA nella compagine sociale di SEI Toscana, a causa del quale verrebbero ri-pubblicizzati i debiti e non certo controllo dell’azienda.
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