C’è tanto rammarico in casa dei “Cittadini per il bene comune”. Ma soprattutto c’è tanta preoccupazione. “E’ ovvio che siamo dispiaciuti di aver perso per appena 46 voti” ha commentato Paolo Filippi, candidato a sindaco che ha raccolto 1.396 voti, il 21,88% degli aventi a diritto. “Ma più che altro siamo preoccupati per il futuro della cittadinanza. I castiglionesi non hanno capito che si poteva cambiare. Hanno scelto invece la continuità”.
C’è stata forse anche la paura di cambiare dopo dieci anni di regno del centrosinistra, paura che secondo Filippi si legge benissimo nel basso tasso di affluenza, attestatosi al 66,36%, quasi otto punti percentuali in meno rispetto alle amministrative del 2011. Filippi snocciola un altro numero a suo dire eloquente: “Se confrontiamo il 49% di Cesarini con il 22% di Bittoni, abbiamo un calo del Pd del 27%. Quando andranno a governare dovranno tenerne conto”. “Anche il fattore della frammentazione ha contato molto” continua Filippi. Il dato significativo, e se vogliamo anche paradossale, è che 46 voti di scarto significano, con la nostra legge elettorale, ben nove consiglieri di differenza nel parlamentino. “Sì, la disparità è troppo grossa” dice Filippi, che però preferisce non prendersela più di tanto con i numeri e la sfortuna. “Ma noi faremo un opposizione dura e ostinata, portando avanti le nostre idee come sempre, perché di problemi da risolvere ce ne sono tanti”.