Sulla situazione sanitaria della Valdichiana è arrivato il momento di parlare il linguaggio della verità anche se scomoda. Siamo in una situazione di emergenza ed è necessario affrontarla con tutte le risorse disponibili. Per questo non mettiamo in discussione la decisione di utilizzare parte delle strutture dell’Ospedale de la Fratta per i pazienti Covid. Ma la politica ha il dovere di guardare oltre l’emergenza ed il momento per ragionarne è questo. Dopo sarà troppo tardi. Ci vuole coraggio ed essere per una volta concreti. Le promesse passate mai mantenute e quelle attuali, sbandierate ai quattro venti sul futuro dell’ospedale, non ci convincono. Le limitate risorse economiche, la irreperibilità del personale sanitario, le nuove necessità sanitarie ci orientano verso un ribaltamento della prospettiva e non verso piccoli aggiustamenti.
E’ ormai consolidato il concetto che gli ospedali di vallata debbano rispondere in primo luogo ai bisogni più comuni della gente che vi abita, l’alternativa è la carenza di servizi e la progressiva chiusura delle strutture.
Per questo crediamo che ospedale e territorio debbano integrarsi in maniera completa. L’ospedale deve rappresentare il presidio territoriale dove vengono garantiti tutti i percorsi diagnostici, non vogliamo più che la nostra gente sia costretta ad “emigrare” per completare un iter diagnostico. Il percorso deve iniziare in Valdichiana e qui, quando possibile, terminare. Il nostro ospedale può benissimo svolgere questa funzione con il potenziamento dei percorsi ambulatoriali per tutte le specialistiche, nessuna esclusa: cardiologia, ginecologia, ortopedia, urologia, oculistica, odontoiatria, dermatologia, otorinolaringoiatria, pneumologia, chirurgia ecc., devono trovare nella struttura spazi, risorse umane e tecnologiche all’avanguardia. Dovrà essere garantita la chirurgia ambulatoriale spesso necessaria al completamento dell’iter diagnostico. Occorre rafforzare la medicina ad indirizzo geriatrico aumentando personale, posti letto e strumentazioni. Importante è il mantenimento della dialisi, della radiologia e della oncologia medica. Nel versante del territorio proponiamo il rafforzamento della rete socio-sanitaria, con maggiore integrazione fra ASL e comuni con un adeguamento dei servizi infermieristici del territorio, con maggiori stanziamenti per le attività svolte nelle case della salute, dove registriamo assoluta mancanza di tecnologie informatiche e sanitarie e su questo punto lamentiamo, per la casa della salute di Castiglion Fiorentino, il mancato rispetto dei progetti concordati. In questo contesto i medici di famiglia, devono rappresentare il cardine della sanità, con loro è necessario costruire un reale rapporto di collaborazione e di valorizzazione, cosa che sarebbe stato oltremodo utile in questa difficile situazione.
Sul versante dell’emergenza, il pronto soccorso dovrà essere mantenuto, efficiente per gli interventi di stabilizzazione, coadiuvato per l’emergenza territoriale dall’’auto medica che tuttavia non riteniamo sufficiente per la copertura di un così vasto e articolato territorio. Vanno istituite e garantite anche due ambulanze infermierizzate. Ci domandiamo perché su questo tema, un tempo motivo di grandi scontri, sia sceso il silenzio.
E se si vuol davvero parlare il linguaggio della verità allora dobbiamo dire che la Procreazione Medicalmente Assistita alla Valdichiana non serve, perché non da servizi alla comunità ma al contrario drena risorse, spazi, personale che potrebbero essere utilizzati in altro modo. Solo per fare un esempio alla PMA ci sono più medici che nel reparto di medicina. Come mai nelle altre ASL della Toscana i servizi di procreazione medicalmente assistita pubblici sono allocati nei centri universitari e nella ASL sudest sono invece nel nostro ospedale?
Su questi punti è necessario aprire il dibattito, non su irreali “atti di programmazione locale per la salute” o pseudo accordi che poi non si concretizzano mai.
PARTITO DEMOCRATICO DI CASTIGLION FIORENTINO