A Castiglion Fiorentino torna la religione di stato.. Da Lunedì 8 maggio 2017 maggio la sala del consiglio comunale di Castiglion Fiorentino non apparterrà più all’intera comunità dei cittadini, bensì solo ai fedeli di San Michele Arcangelo, tale è la volontà della giunta comunale di destra che ha convocato una “cerimonia” con tanto di vescovo, per intitolare la sala consiliare al patrono di Castiglion Fiorentino, nonché uccisore di draghi, ma “alla giornata castiglionese presenzieranno anche gli uomini della Gendarmeria Vaticana, della Polizia di Stato (entrambi hanno come Santo Patrono San Michele Arcangelo) e dei Carabinieri tutti in alta uniforme”.
Peccato non sia stata possibile la presenza di un seniore o un capo manipolo della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (volgarmente nota come camicie nere) che dell’alta protezione dell’arcangelo in questione ebbe a godere dal 1922 fino al suo dissolvimento, avvenuto con l’8 settembre del ‘43, siamo altresì sicuri che in sala saranno presenti alcuni nipotini o emuli di tanta gloria passata.
Alla tribolata storia della sala del consiglio comunale, pomposamente ristrutturata da una tragica amministrazione di centrosinistra, arredata con una boiserie da cappella del commiato, nonché inaugurata dall’allora presidente della camera il postfascista Fini, successivamente agente immobiliare in quel di Montecarlo, si aggiunge adesso la genialata di questa amministrazione che non perde occasione di fare sfoggio di clericalismo e di bigotteria, nonché di una reiterata e un pochino morbosa passione per le uniformi. Forse non dovremmo nemmeno prenderli tanto sul serio ma sta di fatto che questa decisione, l’intestazione della sala del consiglio comunale, che è per definizione, il luogo della democrazia nella comunità castiglionese, a una entità metafisica della tradizione cattolica, rappresenta una scelta divisiva. Qualcosa che una volta di più contrasta con i principi costituzionali che salvaguardano (poco per carità) la laicità dello stato. Ci rendiamo conto di affermare una banalità ma non tutti oriniamo acqua benedetta a Castiglion Fiorentino.
Si respira un’aria da stato etico nel nostro paese, crocefissi obbligatori, uniformi, speroni, sciabole, zelo clericale, no agli omosessuali ecc, ci manca solo qualche Savoia per completare il quadro da piccolo mondo antico, magari potrebbe essere un’idea per il prossimo maggio castiglionese.
Come Partito Comunista dei Lavoratori, riteniamo in qualche misura, di rappresentare la parte laica, atea, razionalista di Castiglion Fiorentino, ci sentiamo quindi di chiedere al sindaco di rinunciare all’intitolazione della sala consiliare all’arcangelo Michele, anche se ha già ordinato il rinfresco, invitato il vescovo,le guardie del vaticano, i bersaglieri in pensione…
Partito Comunista dei Lavoratori – Castiglion Fiorentino
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