Cominciamo col dire che in linea di principio dismettere una proprietà pubblica è sempre una sconfitta per le istituzioni. Perciò invitiamo Provincia e Comune a non descrivere questo avvenimento usando toni trionfalistici che a nostro giudizio risulterebbero quantomeno inopportuni.
Per quanto ci riguarda siamo invece disponibili, seppure con amarezza, a considerare questa alienazione come necessaria e inevitabile, date le condizioni disastrose in cui l’improvvida e sbagliata “Riforma Del Rio” ha ridotto i bilanci delle Province, trasformando queste ultime in una sorta di fantasmi istituzionali.
Comunque, ora che la vendita si è compiuta, non resta altro da fare che vigilare con attenzione sull’utilizzo che verrà fatto di un immobile così importante per la storia e per l’identità stessa di Cortona.
Per questo chiediamo innanzitutto chiarezza e trasparenza.
Vogliamo che i cittadini siano tempestivamente informati del progetto che i compratori intendono realizzare. A questo proposito abbiamo sentito accennare al tema della “formazione universitaria”. Ne siamo lieti, ma ci permettiamo di dire, pur senza alcuna volontà polemica, che non può certo bastare un titolo generico a convincerci della bontà dell’operazione e questo crediamo valga per l’intera opinione pubblica cortonese.
Chiediamo inoltre che l’Amministrazione Comunale di cui facciamo parte si impegni ufficialmente e formalmente a mantenere inalterata la destinazione urbanistica dell’immobile e a non concedere varianti di nessun genere, così da preservarlo da eventuali speculazioni che mettano a rischio non solo la conservazione della sua antica struttura architettonica, ma anche e soprattutto la sua vocazione sociale e civile.
Crediamo che da qui fino alla fine del presente mandato elettorale questo sarà, certo non da solo, uno dei fondamentali banchi di prova su cui misurare sia la capacità amministrativa di questa Giunta, sia la tenuta stessa della maggioranza di governo.
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