Politica

Mazzeo (PC): “I motivi del nostro No al Referendum”

Assieme alle elezioni regionali, il 20-21 settembre saremo chiamati ad esprimerci anche in merito al referendum di modifica costituzionale che prevede il taglio del numero dei parlamentari. Già da questo preambolo si capisce bene come per un politico sia quantomeno rischioso esporsi per il NO. Ci si scontra con un muro costruito in decenni di soprusi compiuti da questa classe politica nazionale che hanno giustamente stancato tanti cittadini convinti che, votando SI, si esprima un voto “contro la casta”, per “diminuire il magna magna”. Conosco il rischio ed i sondaggi a noi sfavorevoli, ma conosco anche il dovere di chi fa politica in maniera genuina, che consiste nel dire quello che si pensa e nell’argomentarne le ragioni in maniera pacata. Proviamo a ragionarci sperando che il lettore sia stimolato ad un’ analisi serena. Non mi interessa il tifo da stadio, voglio solo portare un contributo alla riflessione di ciascuno di noi.

NOI voteremo NO perché:

1) chi ha voluto questa riforma? Per arrivare al referendum prima è stata votata in Parlamento, ma da chi? Beh, da tutti i partiti. Nel suo passaggio finale questo provvedimento trovava il favore del M5S, del PD, della Lega, di Sinistra italiana, LeU e di Fratelli d’Italia. Anche Licio Gelli avrebbe votato insieme a loro, ma lasciamo perdere. Tutti uniti, come spesso accade sui temi importanti. Già da qui, un dubbio ce lo facciamo sorgere, ma facciamo finta che lo facciano perché ci vogliono bene.

2) Talmente tanto bene che avremo un Parlamento tra i meno rappresentativi d’Europa. Un senatore oggi rappresenta 188.000 cittadini. Se passa il SI ne dovrà rappresentare ben 302.000. Qualcuno dirà che tanto non li rappresenta bene manco ora. Sono d’accordo, ma quindi che succede? Dopo saremo meglio rappresentati? Beh, chiaramente, NO! Oppure, se passa questa logica, tra un po’ che facciamo? Seguiamo il primo fascista scappato di casa e gli diamo i pieni poteri eliminando direttamente il Parlamento perché non servirebbe a nulla? Non scherziamo!

3) A mio avviso, votare NO è il vero voto contro la casta. Votando si, avremo non il rischio, ma la certezza di un Parlamento ancora più sconnesso dai territori di quanto non lo sia già ora proprio per colpa dei partiti che vi dicono di votare si. Si avallerebbe la soluzione che propongono loro per risolvere i privilegi della classe politica italiana. Si scapperebbe dal lupo rifugiandoci nella sua stessa tana!

4) Il famigerato risparmio! Chi vi chiede di votare si, asserisce che ci saranno tagli alla politica da restituire al popolo. Tutto molto bello, ma quanto ci restituiscono? Circa 1 euro! Ebbene si, il famigerato costo della politica lo si risolve, secondo loro, concedendoci un caffè all’anno in più al bar. Ma non potevamo fare che invece di tagliare la rappresentanza si tagliavano drasticamente gli stipendi spropositati (cosa che invece, guarda un po’, non è contemplata) e noi il caffè in più al bar ce lo prendevamo lo stesso? In compenso però avremo avuto una misura di giustizia sociale, equa, onesta, non truffaldina come questa!

Ed ecco, sono convinto che, anche se apparentemente sconveniente per un politico impegnato in una campagna elettorale oggi, sia necessario esporsi e lanciare un appello per un secco NO al referendum costituzionale.

Il Partito Comunista lo farà per un voto vero contro la casta, per fare una riforma veramente rivoluzionaria ossia la drastica riduzione dei compensi dei parlamentari e per la tutela dei cittadini sancita dalla Costituzione.

Costituzione che difendemmo dagli attacchi di Renzi nel 2016 e che difenderemo coerentemente, noi, ancora oggi da Renzi ed i suoi alleati, dal M5S, dal PD alla Lega, passando per Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana.

Vincemmo nel 2016, possiamo vincere ancora!

Andrea Mazzeo – Candidato alle elezioni regionali – Partito Comunista

Ufficio Stampa

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