La famosa frase di Andreotti, il quale affermava che il “Potere logora chi non ce l’ha”, é stata inequivocabilmente smentita dalle recenti elezioni, sia amministrative che politiche. Quanto affermato da Andreotti e condiviso per alcuni decenni da molti, è naufragato nel cambiamento di approccio degli elettori verso le urne.
Un cambiamento epocale se ripensiamo agli anni precedenti gli anni ’90, quando lo scostamento dell’uno per cento dalle precedenti elezioni (specialmente politiche), sembrava uno sconvolgimento epocale. Un lampante segnale di voglia di cambiamento si ebbe già nel ’94, quando Berlusconi e i suoi alleati presero oltre il 64% dei voti con affluenza che superava l’86%. Relativamente invece alle elezioni amministrative il ribaltone è stato più lento … fino ad arrivare ad oggi quando vicino a noi, (amministrative comunali di Cortona e ieri un Umbria) chi deteneva il potere da decenni ha dovuto abdicare in favore del nuovo o comunque del diverso. Evidentemente il potere ha logorato chi per tanti anni lo aveva detenuto. In realtà è normale e scontato che ciò avvenga, quando vengono meno dei punti di riferimento inattaccabili come era la Democrazia Cristiana e il PCI nei decenni passati, quando comunque il benessere veniva sempre confermato ed arricchito. Il popolo si aspetta sempre di più rispetto a quanto ha ricevuto e non importa chi è che rappresenta il nuovo, lo si considera comunque migliore del già conosciuto … a prescindere. Inoltre, nel caso degli elettori della lega, gli stessi sono stati affascinati dal proprio leader, quel Salvini che, cavalcando le paure degli italiani, spesso dallo stesso Matteo create e fomentate, è riuscito ad accaparrarsi quella fiducia necessaria per conquistare stabilmente oltre il 35% di consenso con punte anche superiori in alcune aree geografiche, senza aver dimostrato nulla nel periodo in cui è stato di fatto uno dei due primi ministri del primo governo Conte, anzi i dati oggettivi dimostrano un chiaro arretramento dell’Italia in quei mesi di governo gialloverde.
Il potere ha in realtà logorato il PCI prima, il partito democratico della sinistra poi, e il partito democratico per ultimo. A Cortona per esempio 73 anni di governo consecutivo hanno portato alla creazione di meccanismi di azione che hanno finito per incrinare il rapporto di fiducia diretto che deve esserci tra amministrazione comunale e i propri cittadini. A Cortona si è mantenuto intatto il modo di operare e di rapportarsi con i cittadini di compiaciuto distacco, ribadendo così una superiorità di consensi e di certezza di vittoria propria di altri tempi, ormai passati e che non torneranno più.
In Umbria, ad aggravare la situazione, si è aggiunto un evidente e mediaticamente pesantissimo scandalo nella Sanità regionale, che non poteva non pesare sulla valutazione di un elettorato finalmente svincolato da obblighi di corrente, ma fortemente condizionato da chi grida più forte, da chi promette mari e monti, dando l’illusione che ciò che è impossibile o molto difficile e irto di sacrifici da far compiere al popolo, è semplice a alla portata di mano del nuovo che avanza.
La sinistra deve capire che il passato è passato … che non dobbiamo buttare via l’acqua sporca insieme al bambino, ma almeno l’acqua sporca va gettata. E’ necessario cambiare profondamente il rapporto con la gente, con coloro che fino a pochi anni fa erano convinti dalla provenienza politica dei rappresentati dei partiti e che oggi vuole cose diverse e soprattutto chiede sincerità e voglia di fare, altrimenti si sceglie coloro che promettono comunque quello che i cittadini vogliono.
Certo il potere ha logorato molto presto il partito 5 stelle, che non è riuscito, come Salvini, a disgiungere l’essere al Governo dall’essere all’opposizione, facendo emergere nella convinzione della gente la seconda rispetto alla prima: sono al governo ma faccio opposizione, denuncio l’operato sbagliato dell’alleato, anche se i provvedimenti presi dal governo e quindi dai 5 Stelle sono stati comunque votati anche dalla lega. I 5 stelle hanno ormai perso la fiducia dell’elettorato che non crede più alle numerose promesse che gli stessi hanno proclamato per anni e che li avevano portati al governo.
E ora …? Al di là delle paure, del tifo da stadio, della politica fatta di slogan e di frasi prive di significato che tanto piacciono alla gente perché racchiudono in sé un carattere di assolutismo, di realtà rivelata che nulla apparentemente può scalfire e sconfiggere e nulla lascia al forse, all’ignoto, al complicato, al difficile, al sacrificio e all’inopinabile, come è in realtà la vita quotidiana fatta di mille incertezze e mille difficoltà da superare spesso senza l’aiuto di alcuno, al di là di tutto ciò appunto, stanno coloro che governano il Paese, che hanno il compito non di trasformare l’acqua in vino, ma di mettere a tavola tutti gli italiani ogni giorno. Per far ciò e necessario combattere contro le conseguenze finanziarie causate da un altissimo debito pubblico; affrontare definitivamente la piaga della elevata evasione fiscale, diventata parte integrante ed integrata dell’economia italiana; sconfiggere lo scetticismo, in parte giustificato, di un’Europa tanto unita sulla carta, quanto divisa negli interessi nazionali; annullare un sistema stato basato sulla burocrazia e sul clientelismo, che porta, tra l’altro, all’esilio la “meglio gioventù” italiana; contrastare una opposizione assetata di potere e di poltrone almeno il doppio in realtà di quanto affermano esserlo gli altri. Noi, singoli cittadini, a livello nazionale non possiamo fare nulla e come sempre subiremo, forse, le incapacità degli uni e l’arroganza degli altri. Per Cortona qualcosa possiamo ancora fare … e faremo, nella convinzione che l’impegno politico libera l’uomo se si basa sull’umiltà, sull’ascolto e sul disinteresse personale a vantaggio della comunità, in uno spirito di vero servizio verso l’altro.
FABIO COMANDUCCI
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