Politica

Difendiamo la stazione di Terontola

Chi ha un impegno civile e politico deve occuparsi inevitabilmente di tutto, anche di materie delle quali non ha una conoscenza diretta e non lo hanno mai coinvolto nella professione, ammesso che non abbia fatto della politica una professione, non avendo saputo fare altro nella vita.

A ben vedere, uno dei limiti più grandi della politica è proprio la competenza specifica nelle varie materie e discipline: qualcuno sostiene la tesi molto ardita ed opinabile che i politici non debbano essere dei tecnici ma che dei tecnici debbano avvalersi, essendo il loro compito unicamente di indirizzo.

In questo senso poteva essere interessante l’iniziativa della nuova Amministrazione Comunale di nominare alcuni Saggi, otto per la precisione, per mettere a disposizione idee e competenze specifiche e fare crescere il nostro territorio.

Curiosamente, andando a controllare la delibera di giunta n° 130 del 4 luglio 2019, tra gli esperti manca proprio quello dei Trasporti e questo appare incomprensibile in un Comune come il nostro a forte vocazione turistica dove il trasporto su gomma e su rotaia dovrebbero integrarsi perfettamente perché disponiamo di infrastrutture viarie e ferroviarie con grandi potenzialità.

Chi scrive ha passato quasi quarantadue anni della propria vita a contatto dei treni, avendo la fortuna di fare il lavoro che aveva sempre sognato.

La mia non è stata soltanto una professione ma un’autentica passione.

Vivere a contatto della rotaia, anche nelle stazioni del nostro territorio, aiuta a vedere e percepire i problemi per quelli che realmente sono, sempre dalla parte del cliente e del cittadino perché soluzioni ed urgenze devono esserci suggerite da chi utilizza il vettore ferroviario e non possono ubbidire a logiche di partito.

Sento il dovere intervenire dopo che molti altri si sono occupati di problematiche ferroviarie, a mio avviso, in maniera strumentale e superficiale, con l’unico scopo di trarne un utile politico e sicuramente non a ragion veduta.

La stazione ultracentenaria di Terontola, strategica ed importante per la confluenza della linea Foligno Perugia nella direttrice dorsale, ha vissuto in passato momenti sicuramente meno complicati.

La sua pensilina in ferro e ghisa, realizzata nel 1875 con capitelli floreali e colonne a sezione circolare sul marciapiede dei binari 2 e 3, è stata giudicata rilevante e da tutelare dal Ministero dei Beni Culturali.

L’adozione delle tecnologie e di nuovi sistemi di esercizio hanno determinato la totale scomparsa del personale ferroviario e sopravvive a stento la sola biglietteria aperta soltanto alcuni giorni della settimana ed in determinate fasce orarie.

La stazione, inspiegabilmente, non ha mai avito un Restyling adeguato come quelle di Arezzo, di Chiusi e dei maggiori impianti del Valdarno.

I marciapiedi sono ancora bassi, manca un elevatore per la clientela con problemi di mobilità e per agevolare l’accesso al treno dei disabili, il sottopassaggio si allaga puntualmente in occasione di precipitazioni atmosferiche anche modeste.

Stiamo parlando di una stazione deve fermano tutti i treni Intercity e tutti i treni regionali e sulla quale non è stato fatto alcun investimento per migliorare l’infrastruttura ed adeguarla ai parametri moderni.

Credo che la politica avrebbe dovuto, in questo caso, assolvere un ruolo ben diverso perché questi sono i reali problemi di Terontola.

Sono rimasto sconcertato nell’ascoltare la dichiarazione del Consigliere Regionale espressione del territorio che annunciava la fermata di una coppia di Frecce Rosse circolanti sulla relazione Perugia-Milano- Torino, successivamente smentita da Trenitalia, con gli stessi toni trionfalistici con cui il generale Diaz ha annunciato la fine della Prima Guerra Mondiale e la rotta dell’esercito austroungarico.

Mi permetto di ricordare che una qualsiasi fermata comporta dei costi e si giustifica soltanto con una clientela giornalmente adeguata (150/200 clienti al giorno fino Firenze), peraltro verificabile in maniera puntuale, trattandosi di treni a prenotazione obbligatoria.

Quale incremento ai flussi turistici possono favorire Frecce che disimpegnano il servizio viaggiatori alle 6.00 della mattina (viaggio di andata) e dopo le 22.30 (viaggio di ritorno) e non raggiungono, fattore non trascurabile per chi le utilizza per lavoro, la stazione di Milano Centrale?

La stazione di Chiusi, in un recente passato, dopo aver ottenuto la fermata di una coppia di Frecce, festeggiata in pompa magna dalle autorità locali, se l’è vista togliere proprio per l’oggettiva mancanza di viaggiatori.

Per problemi di campanile e da amante del territorio vorrei che a Terontola fermassero tutti i treni ma, prima di sbandierare ai quattro venti un paio di fermate eccellenti da esibire come un trofeo di caccia, suggerirei una riflessione accurata sui treni esistenti e sulla loro periodicità.

Su questo bisogna lavorare.

L’Amministrazione Comunale eserciti le necessarie pressioni per ottenere la fermata a Terontola dei treni internazioni EN 295 ed EN 294 circolanti sulla relazione Roma Vienna.

Fermano a Chiusi ed Arezzo e sono impostati sulla linea lenta.

Questi, per una rapida valutazione, sono i loro estremi orario:

EN 294 Roma T.ni (p. 18.55) – Chiusi (a 20.14/ p. 20.16) – Arezzo (a. 20.49/ p. 20.51)   

EN 295 Firenze SMN ( p. 6.36)  – Arezzo (a. 7.09/ p. 7.11) – Chiusi (a. 7.38/ p. 7.40)

Mi limito ad osservare che il treno EN 294 diventa importante anche per il traffico interno perché il sabato non circola il treno IC 598 (partenza da Roma Termini alle ore 18.15 arrivo a Terontola alle ore 20.02) mentre la domenica è soppresso il suo corrispondente IC 581 (partenza da Terontola alle ore 6.45, arrivo a Roma Termini alle ore 8.20.

Occorre garantire, soprattutto nei giorni festivi, la coincidenza dei treni e delle corriere in partenza da Piazza Nazioni Unite e dirette a Camucia e a Cortona.

I viaggiatori ed i turisti che scendono a Terontola devono essere in grado di raggiungere agevolmente il Centro Storico senza avere la sensazione di trovarsi in un deserto.

Nella stazione devono trovarsi cartelli che indirizzino la clientela alle corriere e forniscano precise indicazioni per proseguire il viaggio con altri vettori.

Quando parlo di Terontola-Cortona, non posso non rivolgere un pensiero affettuoso ai tanti colleghi, alcuni con professionalità elevatissime, che vi hanno prestato servizio perché l’economia di questa importante frazione del nostro territorio è cresciuta e si è sviluppata proprio attorno alla stazione che assorbiva la quasi totalità della forza lavoro.

Ora è praticamente impresenziata, in un preoccupante e malinconico stato di abbandono e priva di servizi.

Quando scendo dal treno non manco mai di aiutare qualche signora anziana che arranca faticosamente con bagagli importanti sulla rampa del sottopassaggio.

Tutti invocano un elevatore per valigie e bagagli pesanti, davvero tutti vorrebbero una stazione più moderna, accogliente, adeguata ai tempi ed al ruolo che deve assolvere.

Difendiamo i nostri impianti, aiutiamoli a crescere, risolviamo i loro problemi endemici e strutturali, cerchiamo soluzioni intelligenti e praticabili nell’interesse della clientela.

Altrimenti la stazione di Terontola-Cortona, rimarrà per sempre un prodotto marginale e periferico destinato a rimpiangere i fasti di un illustre passato.

Mauro Turenci

Cortona Patria Nostra

Ufficio Stampa

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