di Andrea Mazzeo
Qualche giorno fa mi è capitato di leggere nei giornali un duro botta e risposta tra la CGIL e l’associazione dei commercianti. Tema del dibatto era la presunta scarsità di manodopera nel settore della ristorazione, con particolare riguardo dunque per cuochi e camerieri. L’Ascom sosteneva che ci sono lavori che i giovani non avrebbero voglia di fare, la CGIL replicava che, più verosimilmente, non è la voglia di lavorare che manca, quanto piuttosto quella di essere sfruttati.
Il mondo del lavoro oggi è di una complessità estrema, le semplificazioni appaiono fuori tempo ed è impensabile dipingere un quadro unico per realtà variegate. Ognuno di noi ci ha avuto a che fare, direttamente o indirettamente, permettendoci di farci un’idea di quanto negli ultimi anni siano drasticamente diminuiti i diritti dei lavoratori nell’ambito di un capitalismo sempre più brutale, un sistema in cui il lavoratore è una merce e come tale viene considerato. Questo in ogni caso e ogni azienda? No, nemmeno questa generalizzazione è giusta, ma il problema esiste, è grande e sotto gli occhi di tutti.
Dibattito indubbiamente interessante, ma quello che mi ha colpito è che la diatriba ha visto un grande assente. Sto parlando della politica.
Michele Lupetti, qualche settimana fa, parlava (secondo me giustamente) di quanto il tema del lavoro fosse assente nei programmi e nei dibattiti politici. Eppure siamo di fronte ad un tema fondamentale, ma che quasi tutti snobbano o, quanto meno, tutti i partiti principali sminuiscono!
Perché allora non cercare di trascinare i politici locali in questo dibattito sfruttando il furore politico che il primo ballottaggio cortonese della storia ci offre? Potremo parlare di come, con competenze limitate quanto si vuole, una amministrazione comunale intende intervenire su questa questione? E non si tratta di parlare solo della quantità di lavoro, si tratta ed è bene ricordalo, anche della qualità del lavoro che si crea nel nostro territorio. A mio avviso, l’amministrazione comunale può e deve intervenire come tramite tra domanda e offerta di lavoro, deve farsi carico di verificarne la qualità, deve vigilare sulla salvaguardia dei diritti dei lavoratori, deve essa stessa promuovere un’occupazione sana, indirettamente e direttamente quando si parla di lavori pubblici o appalti, che mirino al rialzo della qualità piuttosto che al ribasso del prezzo.
Insomma, vorrei un’amministrazione che in questa partita sia parte attiva, che non si faccia trascinare dagli eventi e che sia al fianco del lavoratore sempre e comunque. Perché, e qui sta il senso dell’attualità del socialismo oggi, si tenga fermo il concetto che il lavoratore non è uno schiavo, non è un oggetto, non è una merce da buttare nella mischia del mercato. È una persona!
Andrea Mazzeo
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