di Fabio Comanducci
L’incontro con Marco D’Eramo, sociologo e scrittore, oltre che esperto dei fenomeni legati al turismo, impone di fare una riflessione tra amici, che mi auguro, trovi risposta nel futuro della nostra amata città.
E’ ormai convinzione comune che tutti i problemi inerenti Cortona siano dovuti al turismo di massa: il progressivo abbandono dei residenti, degli esercizi economici, della identità del paese stesso.
Il turismo, ma soprattutto i turisti hanno invaso Cortona, l’hanno conquistata e vinta, trasformando ciò che prima era una ridente e produttiva cittadina toscana, al confine con l’Umbria e la provincia di Siena, in un periodico baraccone di attrazioni enograstronomiche, movida e fugaci apparizioni e ancor più veloci scomparse di stranieri italici o forestieri.
Indubbiamente tutto ciò è il risultato di due fattori principali: l’effettiva grande valenza attrattiva che Cortona vanta nei confronti dei turisti (turisti di tutti i generi) e la mancata gestione di questo fenomeno da parte delle amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni, che non hanno saputo avere una visione futura, in tempi non sospetti, del pericolo a cui si andava incontro con la “turistizzazione” della città. Non solo, ma il turismo, per una terra come la nostra, diventa la principale risorsa economica che interessa e coinvolge tutto il territorio comunale, supplendo alle carenze imprenditoriali del territorio stesso. Non a caso D’Eramo ha affermato che l’industria del turismo è la prima industria mondiale e che, attorno a sé, girano tantissime altre attività economiche, apparentemente sganciate dal turismo: l’edilizia, l’alimentare, i mezzi di trasporto, l’edilizia e via dicendo sono tutte attività economiche fortemente condizionate dal volume del turismo.
Il considerare il turismo come industria diventa la chiave di volta per cominciare una approfondita analisi per creare una visione sul possibile futuro della nostra città, per programmare un piano di sviluppo che abbia come obiettivo quello di far tornare Cortona una città vissuta tutto l’anno, con proprie attività culturali ed economiche e che convivi serenamente con i turisti i quali ci si auspica soggiornino più lungo rispetto a quanto non succeda oggi.
Parlare di industria comporta la necessità di individuare gli elementi che la alimentano, favoriscono o distruggono. Parlare di industria vuol dire però innanzitutto parlare di ricchezza che la stessa produce e dell’indotto che circola intorno ad essa. Molti credono che se Cortona non avesse avuto il turismo, avrebbe continuato ad avere la stessa vita pulsante degli anni 50, 60 e 70. Io penso che non sarebbe stato assolutamente così: i cambiamenti sociali ed economici portano ad un abbandono progressivo dei centri storici, a prescindere, anzi in modo più acuto e definitivo rispetto ai centri storici con flusso turistico. Per esempio, riportando una conoscenza diretta e personale, mia madre nacque a Serre di Rapolano, frazione di Rapolano terme; Serre era, fino agli anni 60/70 una viva cittadina, ricca di abitanti e di vita quotidiana. Oggi è un paese con forte decrescita di abitanti e morta come attività sociali, tranne in una settimana di primavera, quando si svolge la festa rievocativa medioevale. Ricordo che questa zona era famosa per l’estrazione del travertino …E che dire di Chianciano Terme: venuto meno il turismo termale, la città, non avendo ancora trovato un’alternativa attrattiva o economica, è oggi il fantasma di quella che io mi ricordo fino alla metà degli anni ’80. Ben venga quindi l’industria del turismo, ma all’amministrazione comunale il compito di gestire questa industria. Parliamo quindi di altro … diamo alcune dritte che in seguito diventeranno il nostro mantra.
Partiamo dal presupposto che per far vivere di luce propria una città occorre che i giovani abbiano motivazioni valide per rimanere a vivere in città e a creare una famiglia, dando vita a tutto l’indotto che i figli inducono e quindi occorre rendere appetibile la città stessa: tra le priorità necessarie per raggiungere tale scopo ovviamente è necessario creare posti di lavoro che esulino da quelli generati direttamente dal turismo (camerieri, cuochi ecc.). In alcune liste elettorali si parla di riattivare l’artigianato come fonte sostanziale di volano dell’economia. Tale impostazione tradisce un evidente
movimento nostalgico di un passato che, al momento, non può tornare. Non con questo che non è opportuno rilanciare tale settore lavorativo, ma è altrettanto evidente che chi comanda in una economia libera è il mercato e non la buona volontà. Un esempio … il prezzo dei mobili di basso antiquariato ( ottocento e novecento) sono crollati a vantaggio dei mobili “moderni” o di designer, per chi ha più soldi … che senso ha quindi creare artigiani del legno? Ciò che ci vuole invece è la creazione di nuove aziende di servizi altamente qualificati e innovativi: già a Cortona centro storico ce ne sono almeno due esempi, una azienda già attiva da alcuni anni e un’altra di prossima apertura che danno occupazione ad oltre cento persone. Per favorire tale tipologie di aziende è necessario il verificarsi di tre condizioni: locali a disposizione ( e su questo Cortona non ne è priva, anche se hanno alti costi di acquisto o affitto), banda larga effettiva e facilità di collegamenti con aeroporti e stazioni ferroviarie ad alta velocità. Non approfondisco ma indico soltanto. Argomento a parte è la collaborazione con scuole e università italiane ed estere, innovativa negli anni sessanta e che va rafforzata e favorita Il passaggio ulteriore è quello di rendere appetibile alle giovani famiglie il vivere a Cortona: questo comporta la creazione di servizi e la facilitazione dei trasporti privati entro le mura volti a facilitare la mobilità infra mura in un conformazione strutturale con forti dislivelli. Come? … e qui le varie promesse elettorali di ampliamento zona ZTL, parcheggi esclusivi per i residenti, facilitazioni nella stipula di muti ipotecari per l’acquisto della prima casa e via dicendo.
Anche in questo caso però noi (lista Cortona Civica) stiamo pensando a soluzioni futuribili molto ambiziose ma possibili, come l’uso di automobili elettriche senza guidatore, che renderebbero agevole e a basso costo l’accesso a tutte le zone di Cortona, superandone il dislivello, caratteristica della nostra città.
Queste sono solo alcune delle considerazioni che Marco D’Eramo ha suscitato in una sola ora di conversazione con lui.
Noi le idee le abbiamo chiare e la strategia anche …. e Voi???
Alla prossima !