La chiusura del Mix era stata promessa in campagna elettorale. Sarebbe stato lo scalpo del guerriero Meoni. E così è stato. Comunque la si pensi, va rispettata questa scelta. Il merito, però, non è del Sindaco. Il Comitato Mix Festival si è sciolto da solo davanti ad un notaio. Il Sindaco può, al massimo, aver assistito a tale atto. Inutile fare comunicati trionfalistici.
A Cortona ogni Festival nasce dalle ceneri del precedente (che spesso viene rimpianto). Si rimpiange UmbriaJazz per la qualità degli artisti. Si rimpiange il Tuscan Sun, perchè portava il turismo buono, che, tradotto, vuol dire quello con i soldi. Come se gli incassi dei commercianti fossero l’unico termometro per un evento culturale. Si rimpiangerà il Mix per qualche altro motivo, o forse no, staremo a vedere.
Non sono ben chiare le ragioni della chiusura di UmbriaJazz a Cortona. Le ragioni della chiusura del Tuscan Sun sono, invece, ben precise. Raccontiamo meglio come andarono le cose. Alla vigilia del decimo anniversario, il direttore Barret Wissman presentò al Comune una richiesta di finanziamento tripla rispetto alle precedenti, con un calendario e un programma da dividere tra Cortona e la Firenze renziana, che all’epoca sborsò ben 400.000 euro. A Firenze ci sarebbero state le prime, a Cortona le repliche. Quindi, di certo non un buon affare. L’Amministrazione d’allora decise di interrompere il Tuscan Sun e a quel punto il Festival si spostò in toto nel capoluogo toscano. Fu un flop. Chiuse i battenti alla prima edizione. Mentre a Cortona, ormai orfana del grande evento internazionale, con l’importante collaborazione della Feltrinelli si creò il Mix Festival.
L’idea era buona, validi anche i soggetti in campo, ma, dopo un ottimo inizio, qualcosa negli anni forse non è funzionato. Se il Festival avesse goduto di ottima salute, di grande popolarità, nessuno si sarebbe mai sognato di sopprimerlo. Se Jovanotti chiuse con il botto l’edizione del 2013, da lì in poi il Festival è andato avanti con buone proposte musicali, quali Ian Anderson & Jethro Tull, Enrico Rava, Bob Geldof, Piovani e molti altri, ma le risorse economiche erano sempre meno e lo scollamento con la Città era purtroppo evidente. E’ stato sempre più difficile organizzare grossi eventi a Cortona anche per questioni di sicurezza. Dopo la tragedia di Piazza San Carlo del Giugno 2017, organizzare concerti con grande pubblico, (tipo quello di Jovanotti) sarebbe stato impossibile. Probabilmente la scelta di puntare su artisti di buon livello ma non sulla cresta dell’onda è stata una conseguenza. Alcuni artisti forse erano a fine carriera, ma non certo come li ha definiti l’Assessore alla Cultura nel suo intervento in Consiglio comunale. (Andatevi a vedere lo streaming e giudicate voi:https://www.youtube.com/watch?v=szTPhPwsN2c ).
Il Sindaco Meoni, durante una riunione pubblica del 18 Novembre scorso davanti a un centinaio di imprenditori del settore turistico, affermava che «il nuovo Festival sarà comunque in collaborazione con la Fondazione Feltrinelli, anche se non sono della nostra parte politica», (perchè specificare questo aspetto?); aggiungeva che «noi non spenderemo 300.000 euro per avere la Piazza vuota, se necessario spenderemo anche 400.000 euro ma le cose devono funzionare!». I segnali erano incoraggianti: nuovo Festival, collaborazione con la Feltrinelli rinnovata, (quindi un Festival bipartisan), rilancio degli investimenti, direttore artistico di altissimo livello (finalmente!). Cosa sia accaduto nel frattempo non lo sappiamo. Sappiamo che il 13 Dicembre su Facebook, il Direttore della Fondazione Feltrinelli, dott. Massimiliano Tarantino, dava pubblicamente la sua versione, che riportiamo per intero: «A pagare qualche impresario son buoni tutti; a ideare, promuovere e produrre un progetto culturale nuovo e importante per i cittadini, all’insegna della qualità, della diversità, dell’intrattenimento e dell’intreccio di generi, ci vuole un gruppo di donne e uomini che il Mix ce l’ha nel sangue. Non è più tempo di cultura e di diversità a Cortona. Chissà di cosa e’ giunto il tempo? In bocca al lupo ad un’autentica città di sinistra, che per sferrare uno schiaffo ai suoi partiti di riferimento si e’ pestata forte forte i piedi.». Parole pesanti, che fanno rumore, riprese poi anche dalla stampa locale.
All’indomani, l’Assessore alla Cultura rispondeva (sempre su Facebook): «Riguardo allo scioglimento del comitato Mix Festival vorrei precisare che intendo lasciare le sterili polemiche agli pseudo intellettuali di sinistra, che mostrano una tristezza e una pochezza infinita, pronti a strapparsi le vesti come se loro soltanto fossero i depositari del fuoco sacro. Vi ricordo che la Cultura con la maiuscola non dovrebbe avere mai colore politico, facendo il contrario se ne sminuisce sia il senso sia la funzione e ancora più grave è il suo uso a scopo meramente propagandistico, ciò si chiama regime. Quindi, smantellare qualcosa creato per pubblicizzare una sola espressione politica era, non solo auspicabile ma doveroso, oltretutto presente a chiare lettere nel nostro programma elettorale e più volte ribadito che, vi piaccia o no, gli elettori hanno votato; abbiamo un mandato e solo alla fine di esso saremo giudicati sul nostro operato. Per ultimo, quanto a con che cosa sostituiremo il “vuoto” (cosmico?) lasciato, potrete venirne a conoscenza dai comunicati ufficiali sulla stampa».
Capitolo chiuso. L’Assessore, non concede repliche e mostra anche questa volta scarso senso istituzionale. Non ha capito che non è più un qualunque cittadino (c’era davvero bisogno di buttare altra benzina sul fuoco?). La Cultura (con la maiuscola, come scrive lui) non è affatto estranea alla politica e la politica si è sempre nutrita di Arte, di Musica, di Letteratura, di Poesia. Sia a destra che a sinistra. Michelangelo scolpiva il David come strumento di propaganda politica. Van Gogh dipingeva I mangiatori di patate, denunciando lo stato in cui versavano le classi contadine dell’epoca. Per non parlare di Picasso, che dipingeva Guernica per denunciare l’orrore della guerra. Dante Alighieri era guelfo bianco, diremmo, ora, che era di sinistra. Celebre fu l’attivismo politico di D’Annunzio. Quello dei Futuristi, tra i quali c’era un certo Gino Severini, era un movimento di destra. Lo stesso Assessore, pianista di professione, fa politica quotidianamente. E’ forse meno pianista degli altri?
Il Direttore della Fondazione Feltrinelli, che è un ente dotato di personalità giuridica privata, non nasconde il fatto d’essere di sinistra (perchè dovrebbe farlo?). La Feltrinelli, (che non è il dottor Tarantino) pubblicò nel lontano 1957 il Dottor Zivago di Boris Pasternak (che nel ’58 ricevette il premio Nobel per la Letteratura), quando in pieno regime comunista lo scrittore fu bollato dal Cremlino come «traditore della causa socialista e dell’Unione Sovietica». Feltrinelli ha sempre pubblicato e continuerà a pubblicare scrittori di destra e di sinistra di tutto il mondo.
Il nostro Assessore, mentre era in tournè in Cina e lontano da Cortona per quasi un mese (non pretendiamo che sia qui a tempo pieno, il lavoro è lavoro, ma perchè assumersi la responsabilità di un Assessorato così importante se non può garantire la sua presenza?), non ha avuto nulla di meglio da fare che litigare sui social invece di farsi carico seriamente del suo ruolo e degli eventi culturali ancora in corso.
Cercheremo, nonostante tutto, di dargli fiducia (sperando che in futuro ne riceva anche dal Sindaco, che pare voglia fare tutto da solo, eventi di Natale compresi).
Ci auguriamo davvero che il nuovo Festival non sia costruito sulla frustrazione e sulla vendetta di chi si è sentito finora escluso da questa sinistra di «regime». Sarebbe un errore sostituire dei «pseudo intellettuali di sinistra» con dei pseudo intellettuali di destra.
L’Assessore, nei prossimi mesi, avrà importanti risorse a disposizione, mezzi e opinione pubblica a suo favore. Sono anni che aspetta questo momento e farà sicuramente del suo meglio.
Giudicheremo il suo lavoro a fine Festival, ma anche quotidianamente, senza fare processi alle intenzioni, comunque, di certo, non a fine mandato. Perchè così funziona. Se ne faccia una ragione.
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