Il Commissario della Lega Cortona-Valdichiana Luca Conti, da agricoltore, in virtù del periodo della trebbiatura, sul mercato del grano duro, che tende a penalizzare fortemente i produttori locali.
«Quest’anno» afferma il commissario «la nostra produzione di grano è stata penalizzata del 20% a causa delle intense piogge dei mesi di maggio e di giugno, ma come al solito ciò che veramente mette noi produttori in forte difficoltà è chi gestisce il mercato, che sono sempre i soliti noti.»
«Per fare un esempio» continua Conti «la granella ha un peso specifico più basso rispetto agli altri anni, ma ha un contenuto di proteine superiore. Per questo, a causa del primo fattore suddetto, il mercato richiede una valutazione più bassa.».
«E qui mi viene da sorridere» continua sarcastico il commissario «perché proprio gli altri anni in cui si registrava un peso specifico maggiore, ma una scarsità di proteine, ci veniva detto che il prezzo era più basso perché contava di più la quantità di proteine.» «In queste condizioni, in cui il valore del grano viene imposto in base a fattori di volta in volta variabili a seconda della convenienza, l’anello più debole risulta sempre il produttore!»
«Non è possibile» stigmatizza il rappresentante locale della Lega «che in questi anni la politica si sia riempita la bocca con la parola “agricultura” e non abbia mai fatto niente di concreto per tutelarla da delle leggi di mercato imposte dall’alto!».
«È ora che il settore primario torni al centro delle politiche economiche, non solo nazionali, ma anche locali, perché abbiamo prodotti che tutto il mondo ci invidia, ma che non vengono tutelati!»
«Come ha ribadito il nostro ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, per anni i nostri governi, non solo non hanno tutelato i prodotti agricoli “made in Italy”, ma non si sono neppure presentati ai tavoli delle trattative per rinegoziare le regole europee, che tanto hanno penalizzato il nostro settore!».
«Sono convinto» conclude Conti «che con questo governo, finalmente avremo chi ci rappresenta e ci tutela in Europa, ma non basta. C’è bisogno che le associazioni di categoria, fortemente politicizzate e in mano alla sinistra, che in questi anni hanno fatto l’interesse solamente di pochi, tornino ad ascoltare la propria base, per partecipare in modo attivo e non passivo ai processi decisionali che influenzeranno le prossime politiche economiche in Europa e nel nostro paese.».
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