Le vicende della centrale a biomasse di Castiglion Fiorentino sono cosa nota. Meno noto è il fatto che a fine Marzo 2013 Enel Green Power (la società del gruppo Enel dedicata rinnovabili, fondamentalmente la geotermia) ha acquisito il 50% di Powercrop, la società del Gruppo Maccaferri dedicata alla riconversione energetica a biomasse degli ex zuccherifici Eridania.
Il progetto prevede la realizzazione di cinque nuovi impianti, con una capacità installata complessiva di 150 MW elettrici, così suddivisi: Castiglion Fiorentino 19 MW, Russi (RA) 31 MW, Macchiareddu (CA) 50 MW, Fermo (FM) 19 MW, Avezzano (AQ) 30 MW e ambisce a “realizzare la più importante rete di impianti a biomassa di filiera sul territorio europeo”, con un investimento complessivo di 480 milioni di euro. Tutti e cinque i progetti sono stati fortemente osteggiati.
Per la centrale di Castiglion Fiorentino, al termine di un lungo processo, che ha visto la contrarietà delle popolazioni locali e di tutti i sindaci della Valdichiana, la Provincia di Arezzo ad Aprile 2014 si è pronunciata negativamente in merito alla compatibilità ambientale del progetto. Powercrop ha però fatto ricorso al TAR Toscana contro tale decisione e il caso sarà discusso il prossimo 3 settembre.
Nel frattempo però, a fine luglio, è successo un fatto importante. La centrale di Fermo ha avuto un iter similare a quello di Castiglion Fiorentino, con parere negativo e diniego da parte della Provincia in base alle risultanze della VIA. Tuttavia, Powercrop ha poi vinto il ricorso al TAR Marche che annullava la decisione della Provincia e imponeva alla stessa un nuovo riesame. Il 30 Luglio 2014 il Consiglio di Stato ha però sospeso l’esecutività della sentenza del Tar Marche, fissando per il merito l’udienza pubblica dell’11 dicembre 2014.
La decisione è di grande importanza in quanto il Consiglio di Stato ha stabilito “che alcune delle valutazioni formulate nella sentenza di primo grado paiono sconfinare nella sfera di merito insindacabile in sede giudiziaria”. Questo significa che “il giudice amministrativo non doveva, perché non poteva e non può, sostituirsi alla Provincia di Fermo nelle decisioni che alla stessa competono sulla base delle prerogative attribuitele dalla legge. Infatti, la Valutazione di Impatto Ambientale costituisce un giudizio discrezionale proprio dell’istituzione Provincia”.
Questa decisione del Consiglio di Stato assume rilevanza anche per la centrale di Castiglion Fiorentino, anche perché nel frattempo il Senato ha approvato una norma che prevede il commissariamento ad acta per quei casi in cui i procedimenti autorizzativi relativi alla riconversione degli ex zuccherifici “non risultino ultimati e siano decorsi infruttuosamente i termini di legge per la conclusione di tali procedimenti”.
Noi di “Arezzo Possibile” siamo fermamente convinti che l’impianto a biomasse in questione non porti in Valdichiana nessun beneficio, ma anzi crei i presupposti per esporre l’ambiente e la salute dei cittadini a rischi e vada a martorizzare uno dei paesaggi più belli d’Italia. Questo progetto di riconversione dell’ex zuccherificio non apporta inoltre il valore aggiunto necessario a creare opportunità di sviluppo per la vallata. Inoltre, il progetto è in netto contrasto il Piano del Paesaggio adottato a Luglio dalla regione Toscana ed è assolutamente incoerente con le linee di sviluppo dei comuni della Valdichiana. É altresì incompatibile con l’attività turistica attualmente in forte sviluppo.
L’utilizzo delle biomasse per la produzione di energia elettrica e termica può rappresentare una soluzione ecologicamente sostenibile solo effettuato con impianti di piccole dimensioni e utilizzando scarti locali, ma mai se legato a grossi impianti che usino produzioni dedicate che vanno a intaccare il corretto utilizzo delle superfici agricole per scopi alimentari.
Tale utilizzo è in contrasto anche con lo sviluppo della produzione di colture irrigue nel settore ortofrutticolo dell’area, da tempo pianificato con l’adduzione dell’acqua di Montedoglio in Valdichiana.
Per questi motivi concordiamo con i contenuti del recente documento unitario dei sindaci di Arezzo, Castiglion Fiorentino, Cortona, Foiano, Lucignano, Marciano e Monte S. Savino che hanno ribadito la loro contrarietà al progetto.
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