{rokbox title=| :: |}images/ascensorefortezza.jpg{/rokbox}La Fortezza di Girifalco che domina Cortona e la sua valle con i suoi quattro poderosi bastioni non subì mai un assedio e ospitava soltanto una modesta guarnigione. Riesce difficile immaginare un assalto alle sue mura gloriose ed in discreto stato di conservazione con pochi difensori armati di balestre e pentoloni di olio bollente e gli assedianti più numerosi, armati di tutto punto, dotati di elmo e corazze ma, soprattutto, in possesso di quelle meravigliose macchine da guerra progettate ed ideate da Leonardo da Vinci.
Del resto, in ogni esercito il valore aggiunto è quello dei soldati ma la differenza la fanno la qualità degli armamenti e delle tecnologie.
I turisti che si avventurano fino alla sommità del cono collinare rimangono stupiti nell’osservare, in un silenzio irreale, lontano anni luce dallo stridore delle armi e dal crepitio della battaglia, una torre di legno e ferro appoggiata alle mura, meglio ancora “parcheggiata” e privata delle possenti e grandi ruote di legno.
Non c’è traccia degli assedianti, nessuno dalla Fortezza dà segni di vita, il portone è chiuso e forse, finito l’impari e crudele scontro, vincitori e vinti, sono andati tutti a farsi una pennichella.
Cortona per la sua storia ed il suo glorioso passato è una città unica al mondo, da raccontare ed interpretare.
A due turisti di Roma che, alle dieci del mattino, con un pioggerellina fastidiosa ed insistente si erano avventurati sulla sommità del cono collinare e chiedevano spiegazioni sulla torre non ho saputo dire niente.
Ero preparatissimo sulla Basilica di Santa Margherita, sulla Chiesa di San Francesco e sul suo discutibile restauro, sul Duomo, sul Museo Diocesano ed i suoi capolavori.
Ma nulla sapevo della torre, semplicemente perché non l’avevo mai vista.
Non l’hanno trascinata contro le mura armigeri venuti da Siena e neanche nemici spietati venuti da lontano.
Non è neppure la “gioiosa macchina da guerra” che ispirò Achille Occhetto a cercare improbabili similitudini con il nuovo partito nato dalle ceneri dell’ex PCI che andò incontro ad una memorabile disfatta contro Berlusconi.
E’ soltanto un ascensore montacarichi esterno con un impatto ambientale spaventoso fatto costruire nell’anno del Signore 2010 da Amministratori scriteriati senza testa e senza buongusto.
Dovrebbe agevolare l’ingresso alla Città della Musica voluta dalla Sinistra per trasformare l’antico maniero in una sala di registrazione per privati che vogliono sperimentare “nuovi linguaggi e tecnologie”…
Rimane la torre di ferro, guarnita con le traverse della ferrovia, alta ed opprimente a dominare le mura con la sua presenza inquietante ed invadente.
Dov’è il nemico?
Il nemico è questa Amministrazione che non ha cultura e non ama il suo territorio, che non ha nessuna consapevolezza del patrimonio storico che ha ereditato e continua a massacrarlo con le sue brutture e i suoi scempi quotidiani.
Non ci sono poderosi eserciti stranieri sotto le mura e non è vero che siamo circondati. Molto peggio: il nemico è in casa
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