Esattamente tra trenta giorni sarà decisa dal Consiglio di Stato la annosa questione della centrale a biomasse di Castiglion Fiorentino.La deciderà appunto la giustizia amministrativa perché la politica, abdicando ad un suo preciso dovere, ha deciso di non decidere ormai da tempo.
Dopo la bellezza di dieci anni dalla chiusura dello zuccherificio sarà una sentenza a stabilire cosa si dovrà fare.
E’ un classico, in Italia si decide tutto per sentenza, la nostra sembra una Repubblica fondata sulla sentenza, non sul lavoro.
Come capita sempre dopo una sentenza, assisteremo ad un altro classico dove i contenti e gli scontenti si fronteggeranno per un po’.
Ecco, immaginando di superare quel triste momento, vogliamo ora prevedere i due possibili scenari.
Il NO alla centrale accontenterà molti enti pubblici e molte associazioni che si sono spese per la difesa del territorio e della salute, alcune associazioni sindacali e inoltre molti cittadini della vallata che da sempre sono contrari al progetto.
Il SI alla centrale accontenterà molti ex lavoratori dello zuccherificio, confindustria e altre organizzazioni sindacali.
Certo è che, volente o nolente, anche il fronte soccombente dovrà adeguarsi al dispositivo della sentenza.
Se il Consiglio di Stato respinge il ricorso e dice NO alla centrale gli enti territoriali, Comune Provincia e Regione, risulteranno vittoriosi e dovranno trattare con la proprietà per prevedere una crescita del territorio alternativa alle biomasse.
Se il Consiglio di Stato accoglie il ricorso e dice SI alla centrale anche in questo caso, anzi sopratutto in questo caso, gli enti pubblici territoriali dovranno comunque prevedere lo sviluppo del territorio tenendo conto della presenza del nuovo impianto.
Sia nel primo che nel secondo caso, invece, si ha la sgradevole sensazione che gli enti pubblici continueranno a non decidere, quindi navigando a vista per far passare la nottata.
Avv. Domenico Nucci, Senza Partiti
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