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Sul Congresso Territoriale della FDS a Cortona

{rokbox title=| :: |}images/fedsinistra.jpg{/rokbox}Il congresso territoriale del comune di Cortona svolto ieri sera presso la Sala Civica di Camucia, con la partecipazione degli iscritti di PRC, PDCI, Socialismo 2000 e Lavoro-Solidarietà, ha approvato il documento politico per il primo congresso della Federazione della Sinistra. Si è deciso di sottoporre all’attenzione della direzione, quindi di allegare al documento di base, il documento espresso dal circolo PRC di Cortona, che potete leggere qui di seguito, e il documento espresso da PDCI.

Il Congresso ha deliberato anche di formare un team di  coordinamento territoriale formato da Laura Meacci e Andrea Mazzeo, che saranno coadiuvati dai segretari di PRC Sergio Fucini, e di PDCI Enrico Gustinelli.

1) testo del documento politico

2) ODG proposto dal Circolo PRC di Cortona e allegato al documento:

Il Congresso della FdS di Cortona, riunito il 5/11/10, riconosce il valore politico del progetto di costruzione della FdS quale soggetto politico unitario e plurale. Non è un nuovo partito o un partito unico o una sommatoria tra più partiti, ma strumento degli stessi per un’azione politica più incisiva ed elemento di confronto sul terreno politico per la ricostruzione di un pensiero e di una pratica “alternative” e comunista.
Una sinistra di alternativa deve confrontarsi, coinvolgere, valorizzare tutte le diverse espressioni sociali e politiche anticapitaliste nel rispetto della reciproca autonomia ed attivando una proficua dialettica di contributi riflessioni ed esperienze.
In questo ambito ha piena cittadinanza la ripresa di una discussione sulla questione comunista e cioè sul rinnovamento di una pratica e di un pensiero politico all’altezza delle nuove sfide, che rappresenta un elemento di estrema attualità per la costruzione di un’alternativa al capitalismo, vanno quindi assunti i contributi alla costruzione di un punto di vista alternativo che vengono dalle pratiche e dalle elaborazioni dei movimenti e dei soggetti sociali organizzati.

Tuttavia riteniamo che il percorso che ha avviato il progetto della FdS, a partire dall’ultimo congresso di Rifondazione Comunista, sia stato gestito dai gruppi dirigenti in modo verticistico, in contraddizione con il progetto stesso che sottende la costruzione della FDS, incapace di coinvolgere i circoli e le strutture periferiche sulla discussione in corso, nonostante la diffusione fin dalla primavera, delle bozze di documento, senza che questo sia diventato oggetto di dibattito tra la base.
Il che ha creato diffidenze e sospetti sulle reali intenzioni del progetto in corso: …scioglimento dei partiti esistenti? Riproposizione con mutata veste della disastrosa esperienza dell’arcobaleno? Tentativo estremo di salvataggio dei vecchi gruppi dirigenti?.Se si fosse avviato un serio confronto a partire dai circoli, in parte ostacolato dalle grosse carenze organizzative e politiche delle Federazioni provinciali, certamente la discussione tra le/i compagne sarebbe più avanzata. In tal senso riteniamo positivo il fatto che il Congresso appunti l’attenzione sulla “politica” più che sulla formalizzazione burocratica degli organismi dirigenti del nuovo soggetto politico.
Crediamo che lo sforzo da fare da ora in poi sia quindi quello di praticare fino in fondo il progetto di innovare le forme della rappresentanza della politica, aprendosi alla partecipazione non solo dei soggetti politici, ma anche di istanze sociali, costruendo realmente dal basso questo soggetto politico “nuovo.
La Federazione della Sinistra o si costruisce dal basso, con una apertura vera alle realtà di base e con la partecipazione democratica oppure è destinata al fallimento.
Se diventa  la spartizione di incarichi e di candidature non è un elemento propulsivo, ma un goffo tentativo di salvataggio di gruppi dirigenti ed una “spartizione di incarichi tra le forze che fanno parte della Federazione.
Le decisioni sui programmi, le candidature e le alleanze vanno prese democraticamente. Le iscritte e gli iscritti vanno coinvolti non solo nei momenti congressuali, ma anche nei momenti decisivi. La scelta delle alleanze, le candidature, le scelte su questioni politiche dirimenti a livello territoriale e nazionale devono prevedere specifiche forme di consultazione degli iscritti.
 
Il radicamento nei luoghi di lavoro, la costruzione di comitati unitari contro la crisi, di esperienze di mutualismo e di solidarietà attiva nei territori, anche intensificando ed estendendo quelle già attivate, sono i compiti prioritari che stanno di fronte a noi.
La differenza di genere è costitutiva dell’innovazione politica che vogliamo produrre. La parità della rappresentanza di genere, nei gruppi dirigenti (compresi i ruoli di portavoce della Federazione) e nelle assemblee elettive, va assunto come un vincolo, insieme alla rottura con i privilegi della politica.

3) odg del Partito dei Comunisti Italiani

I° CONGRESSO FEDERAZIONE DELLA SINISTRA
Sezione P.D.C.I. Valdichiana

I compagni della Sezione P.D.C.I. Valdichiana, dopo aver preso visione e discusso il regolamento congressuale ed il documento politico, esprimono prima di qualsiasi altra considerazione, il loro disappunto e la loro delusione nel trovarsi, ancora una volta, di fronte a dei documenti calati dall’alto, scritti da dirigenti nazionali sempre più distanti ed invisibili.
Si fa sempre un gran parlare della ‘’base’’, della necessità di coinvolgere i militanti e le persone ad oggi fuori dalla politica e tale concetto è giustamente spesso rimarcato da chi ricopre incarichi nei nostri partiti.
Sul fatto che i comunisti ancora inscritti al partito e impegnati sul territorio siano ‘’vera base’’, donne e uomini che lottano tutti i giorni per un ideale, crediamo non ci possano essere davvero dubbi, grazie alle scelte fattea livello nazionale negli ultimi anni, di poltrone o altri motivi per essere ‘’finta base’’ davvero non ve ne sono praticamente più.
Nonostante ciò si continua a non voler prevetivamente discutere nelle sezioni le scelte importanti costringendole a delegare il proprio futuro a 600 compagni che parteciperanno al congresso nazionale scelti chissà da chi visto che non vengono eletti nei congressi territoriali.
Dalla discussione fatta sul documento politico i compagni della Sezione P.D.C.I. Valdichiana concordano con la maggioranza dei principi indicati ed esprimono particolare soddisfazione per come si sia impostato il documento sulla centralità del lavoro,sul superamento dell’attuale sistema economico, sulla vera emancipazione femminile, sulla laicità dello stato e tanti altri punti, la nostra preoccupazione maggiore deriva però dal fatto che il mezzo che si intende costruire per perseguire questi obiettivi sia poco adatto.
Usando una metafora edile, gli ostacoli alla realizzazione dei principi contenuti nel documento, sono come un’enorme muro e per il suo abbattimento non si sceglie di utilizzare una pala meccanica ma quattro operai dotati di martello pneumatico rimasto oramai praticamente senza punte.
Scegliere di tenere in vita le quattro organizzazioni (disorganizzazioni..??) esistenti invece di scioglierle dando vita ad un unico partito è qualcosa che riteniamo estremamente sbagliato, un’ennesimo errore.
Si obbligano i compagni a presentarsi negli appuntamenti elettorali di ogni livello utilizzando il simbolo della federazione ma si permette ai singoli partiti che ne fanno parte di agire per proprio conto creando così ulteriore incertezza sul nostro elettorato.
Una situazione politica come quella di oggi si può definire a dir poco drammatica per i comunisti, occorreva una scelta forte ed un vero coinvolgimento di tutti i compagni sparsi nel territorio, ma le scelte coraggiose oramai da molti anni non le facciamo più.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti

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