{rokbox title=| :: : |}images/turenci.jpg{/rokbox}Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nell’illustrare la manovra economica del governo ha cercato di convincerci che stiamo tutti sulla stessa barca e siamo chiamati a fare sacrifici per il bene del Paese.
L’appello è stato rilanciato dai Telegiornali della sera mentre gli Italiani erano a cena: chi affettava il pane, chi mangiava la pasta, chi beveva un bicchiere di buon vino, chi si rilassava dopo una giornata di lavoro.
Il rischio concreto è di non aver compreso bene quale sia la “barca” che ci contiene tutti quanti e quale sia il destino infausto che ci aspetta.
Sicuramente non è la Barca di Pier Silvio Berlusconi, 37 metri di lunghezza, quattro suite ed una sala fittness, per complessivi 18 milioni di Euro…
Sicuramente non è lo yacht “Force Blue” di Flavio Briatore, sequestrato recentemente dalla Guardia di Finanza, facendo piangere e disperare la giovanissima consorte perché il suo bebè non è più sereno (…) da quando non vive a bordo….
Sicuramente non è lo yacht “Altair”, un colosso dei mari lungo 65 metri, con cui Diego della Valle portava in crociera l’Ex Ministro di Grazia e Giustizia del Centro-Sinistra Clemente Mastella, ora europarlamentare del PDL….
Sicuramente non è il maxi traghetto con cui Umberto Bossi ha festeggiato nella Laguna Veneta il Devolution Day dopo aver inveito per l’ennesima volta contro “Roma Ladrona” ed il tricolore ed aver disperso in mare, secondo gli antichi riti celtici, il contenuto della boccetta con l’acqua raccolta sul Monviso alla sorgente del Po….
Più modestamente, non si tratta neanche del piccolo veliero “Ikarus”, di appena 18 metri, con il quale Massimo D’Alema (Baffino per amici ed estimatori) solcava il Mediterraneo per approdare in qualche isola incontaminata dell’arcipelago greco.
Ma insomma, in che barca stiamo?
Mentre re Silvio spiega ad un adorante Bruno Vespa che la sua ex moglie è “brava e parsimoniosa” e ce la farà sicuramente (…) con l’assegno mensile di 300.000 Euro che le ha concesso il giudice… noi siamo in un gran casino.
Non ci incantano le dichiarazioni del Ministro Bondi che quando parla del suo padrone ha il viso estasiato come la pastorella che vide la Madonna a Fatima, non ci convincono le parole “impostate” del portavoce Paolo Bonaiuti con le sue giacche improbabili e striminzite e neanche le rassicurazioni di Daniele Capezzone, ventriloquo ed ex bambino prodigio radicale che imperversa in tutti i telegiornali della sera.
La barca Italia è una carretta dei mari, in balia delle Lobbies economiche e finanziarie, di industriali che predicano il rigore e portano le loro fabbriche nei paesi del terzo mondo dove la mano d’opera costa meno, di una classe politica di morti viventi: gli stessi mascalzoni provenienti da DC e PSI che tangentopoli aveva spazzato via e a cui Berlusconi ha restituito dignità e potere.
Che fare?
Lottare per ridare un futuro alla Nazione e per far nascere una forte coscienza popolare.
Restituire alla politica il primato sull’economia a scapito delle banche e dell’alta finanza internazionale… prima che la “Barca” affondi trascinandoci sul fondo senza quei manigoldi che hanno già preso il largo con l’ultima scialuppa disponibile.Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nell’illustrare la manovra economica del governo ha cercato di convincerci che stiamo tutti sulla stessa barca e siamo chiamati a fare sacrifici per il bene del Paese.
L’appello è stato rilanciato dai Telegiornali della sera mentre gli Italiani erano a cena: chi affettava il pane, chi mangiava la pasta, chi beveva un bicchiere di buon vino, chi si rilassava dopo una giornata di lavoro.
Il rischio concreto è di non aver compreso bene quale sia la “barca” che ci contiene tutti quanti e quale sia il destino infausto che ci aspetta. Sicuramente non è la Barca di Pier Silvio Berlusconi, 37 metri di lunghezza, quattro suite ed una sala fittness, per complessivi 18 milioni di Euro…
Sicuramente non è lo yacht “Force Blue” di Flavio Briatore, sequestrato recentemente dalla Guardia di Finanza, facendo piangere e disperare la giovanissima consorte perché il suo bebè non è più sereno (…) da quando non vive a bordo….
Sicuramente non è lo yacht “Altair”, un colosso dei mari lungo 65 metri, con cui Diego della Valle portava in crociera l’Ex Ministro di Grazia e Giustizia del Centro-Sinistra Clemente Mastella, ora europarlamentare del PDL….
Sicuramente non è il maxi traghetto con cui Umberto Bossi ha festeggiato nella Laguna Veneta il Devolution Day dopo aver inveito per l’ennesima volta contro “Roma Ladrona” ed il tricolore ed aver disperso in mare, secondo gli antichi riti celtici, il contenuto della boccetta con l’acqua raccolta sul Monviso alla sorgente del Po….
Più modestamente, non si tratta neanche del piccolo veliero “Ikarus”, di appena 18 metri, con il quale Massimo D’Alema (Baffino per amici ed estimatori) solcava il Mediterraneo per approdare in qualche isola incontaminata dell’arcipelago greco.
Ma insomma, in che barca stiamo?
Mentre re Silvio spiega ad un adorante Bruno Vespa che la sua ex moglie è “brava e parsimoniosa” e ce la farà sicuramente (…) con l’assegno mensile di 300.000 Euro che le ha concesso il giudice… noi siamo in un gran casino.
Non ci incantano le dichiarazioni del Ministro Bondi che quando parla del suo padrone ha il viso estasiato come la pastorella che vide la Madonna a Fatima, non ci convincono le parole “impostate” del portavoce Paolo Bonaiuti con le sue giacche improbabili e striminzite e neanche le rassicurazioni di Daniele Capezzone, ventriloquo ed ex bambino prodigio radicale che imperversa in tutti i telegiornali della sera.
La barca Italia è una carretta dei mari, in balia delle Lobbies economiche e finanziarie, di industriali che predicano il rigore e portano le loro fabbriche nei paesi del terzo mondo dove la mano d’opera costa meno, di una classe politica di morti viventi: gli stessi mascalzoni provenienti da DC e PSI che tangentopoli aveva spazzato via e a cui Berlusconi ha restituito dignità e potere.
Che fare?
Lottare per ridare un futuro alla Nazione e per far nascere una forte coscienza popolare.
Restituire alla politica il primato sull’economia a scapito delle banche e dell’alta finanza internazionale… prima che la “Barca” affondi trascinandoci sul fondo senza quei manigoldi che hanno già preso il largo con l’ultima scialuppa disponibile.
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