“Il Sindaco e l’amministrazione comunale hanno tra i loro principali doveri quello di rispondere agli interrogativi dei propri concittadini. Abbiamo quindi deciso di convocare un incontro con i mezzi di comunicazione e aperto al pubblico proprio per fare chiarezza immediata nei confronti delle tante domande che ci vengono poste sugli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili”. Il Sindaco di Sinalunga spiega così alla cittadinanza la normativa vigente in materia, soprattutto in riferimento all’impianto che un imprenditore privato sta realizzando in località “Le Persie”.
“Ho sentito nuovamente parlare della realizzazione di un impianto a biomasse a Sinalunga e noto che purtroppo c’è ancora molta confusione sull’argomento e sulle diverse tipologie di questi apparati – afferma Botarelli – Una premessa doverosa sull’argomento è che l’impianto a biomasse di cippato legnoso che tanto fece discutere nei mesi scorsi non è stato fatto non perché furono raccolte firme o perché le forze politiche si dichiararono contrarie, bensì in quanto data la natura dell’alimentazione, l’impianto era subordinato a un Piano di Miglioramento Agricolo Ambientale che risultò nei sui vari passaggi non conforme alla normativa vigente e quindi respinto non dal Sindaco, dalla giunta o tanto meno dal consiglio comunale, ma dal responsabile dell’ufficio competente”.
“Successivamente – spiega il Sindaco – lo scorso 5 gennaio lo stesso imprenditore che voleva fare l’impianto a biomasse in località “Le Persie” ha presentato una DIA per realizzarne uno per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili a cosiddetto “biogas”. Si tratta di un gas (metano) proveniente dalla digestione anaerobica, cioè senza ossigeno, operata da microrganismi animali di biomasse vegetali o liquami organici animali. L’impianto oggetto di tale DIA era “a trincea”, ossia un manufatto di circa 5mila metri quadri (la metà di un campo di calcio) dedicato allo stoccaggio della biomassa vegetale prima di essere digerita. Si trattava di un manufatto diverso dall’impianto stesso, che cioè può essere condotto anche in sua mancanza, ma comunque collegato. La DIA venne respinta con disposizione del responsabile dell’area competente (n. 5117 del 15/03/2011) perché tale manufatto – e solo questo – doveva obbligatoriamente essere sottoposto a un Piano di Miglioramento Agricolo Ambientale in quanto “nuovo edificio” realizzato in area agricola”.
“Successivamente – prosegue Botarelli – in data 11 maggio è stata presentata una variante al progetto, la quale escludendo il manufatto “a trincea” prevedeva solo l’impianto di produzione di energia da biogas, alimentato da biomassa vegetale proveniente prevalentemente da produzione propria e comunque da filiera corta, cosa peraltro non richiesta dalla normativa. Tale progetto, perfezionato da tutti i pareri previsti è, a detta del responsabile competente, totalmente conforme alla normativa vigente in materia, nello specifico al Decreto Legislativo n. 20 dell’ 8/0/2007 che assoggetta gli impianti di potenza inferiore al singolo Megawatt a una semplice DIA e alle linee guida attuative della Legge nazionale 296/2006 che hanno escluso qualsiasi competenza degli Enti Locali in materia, affidandone la potestà legislativa solo a Stato e Regioni”. “Sempre in riferimento al quadro normativo che disciplina la materia – continua il sindaco – la Regione Toscana ha attualmente legiferato solo sulla localizzazione in area agricola degli impianti fotovoltaici, lasciando un vuoto legislativo riguardo agli impianti alimentati a biomasse in area agricola, pur prevedendo nei propri atti pianificatori incentivi alla loro realizzazione. La stessa provincia di Siena con il progetto “Siena carbon free” ha introdotto norme di salvaguardia, fino all’approvazione definitiva del Piano stesso, solo per il fotovoltaico, l’eolico e il geotermico, escludendo gli impianti a biomasse”. “Proprio in tal senso – precisa il sindaco – il regolamento in materia approvato dal consiglio comunale nel luglio 2010 e successivamente modificato nel dicembre 2010, relativo all’installazione in area agricola di impianti a terra per la sola produzione a fini commerciali di energia elettrica da fonti rinnovabili, può essere solo una mera norma di indirizzo e non può disciplinare il vuoto lasciato dalla normativa regionale sulla localizzazione di impianti a biomasse”.
“Abbiamo approfondito tutti gli aspetti del progetto – dice Botarelli – e dopo il parere pro veritate del legale comunale, il responsabile competente in materia non ha più potuto negare all’imprenditore privato il diritto alla realizzazione dell’impianto”. “Del resto siamo in presenza di tre ricorsi contro l’amministrazione comunale presentati dall’avente diritto con richiesta danni di oltre 900mila euro l’anno per 15 anni su tutti gli atti di diniego del responsabile competente che si sono succeduti fino ad oggi, rispetto ai quali comunque la nostra amministrazione è forte delle proprie ragioni – conclude Botarelli – ma d’altra parte è chiaro che, se la DIA presentata è conforme alla legge come in questo caso, l’amministrazione comunale non può inibirne l’esecuzione senza esporsi a sicuri e fondati ricorsi, oltre a quelli già presentati, che ne decreterebbero il dissesto finanziario”.