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Simeoni (SeL Cortona) sulla mozione di sfiducia a Bondi

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Non c’è da rallegrarsi per l’ennesima sconfitta del PD, IDV e Terzo Polo nel voto della Camera dei Deputati sulla mozione di sfiducia al Ministro per i Beni Culturali On. Sandro Bondi che è stata bocciata con 314 voti a 292. Emerge anche in questo caso la vocazione dell’attuale opposizione parlamentare alla sconfitta, addirittura annunciata e certa. Un’altra sconfitta incassata che indebolisce da un punto di vista politico soprattutto PD e IDV i quali anziché lavorare alla costruzione di un progetto politico di centrosinistra e che possa avere il suo sbocco naturale nelle primarie di coalizione, si affidano a conte che anche sul piano del merito del problema  non hanno l’adeguata motivazione e prospettiva politica.


Mi sembra alquanto inutile e puerile, ricercare nelle assenze il motivo della sconfitta, quando invece è stato sbagliato proprio l’obbiettivo che la mozione di sfiducia si proponeva. In fondo Bondi di cosa è responsabile? Non potranno essere a lui imputati i vari crolli dei nostri monumenti o la mancanza di risorse per i Beni Culturali ! La responsabilità oggettiva è del Governo nel suo insieme e del Ministro Tremonti in particolare. Chi disse, che “ la cultura non si mangia ? “, Tremonti. Chi ha praticato i tagli orizzontali a tutti i ministeri indistintamente del 10% se non Tremonti. Egli ha tagliato con la scure i finanziamenti alla ricerca, alla scuola e ai beni culturali, arrivando a tagliare di ¾ anche il 5 per mille alle associazioni di volontariato, poi ripristinato dopo una protesta larga e trasversale che ha coinvolto tutto il Paese. Allora PD, IDV e Terzo Polo, con la stessa logica avrebbero dovuto chiedere le dimissioni anche della Gelmini, ma in modo politicamente incomprensibile è stata presentata la sfiducia del “ povero “ Bondi che non è riuscito a scucire qualche milione di euro a Tremonti.
Ho il sospetto che invece, la manovra politica, a dire il vero parecchio improvvisata, ha cercato di trovare un capro espiatorio di fronte all’indignazione interna ed internazionale, in quanto il vero obbiettivo che doveva essere colpito e cioè il Ministro Tremonti, non poteva essere portato avanti, visto che proprio su Tremonti l’UDC ed il  Terzo Polo affidano le speranze per ricostruire il centro-destra in questa legislatura o dopo il voto politico, se Berlusconi si dovesse impuntare. Insomma tenere in sonno il Ministro del Tesoro, per future manovre.  Tremonti in particolare è responsabile del fatto che il rispetto del patto di stabilità, fissato dalla Commissione Europea, lo ha paracadutato alle regioni, province e comuni, bloccando così il 70% degli investimenti nei lavori pubblici e che invece avrebbero contribuito al rilancio dell’occupazione e dell’economia, mentre il governo tedesco se lo è accollato facendo una manovra economica pesante , ma che ha lasciato spazio ai comuni, non ha tagliato nei settori chiave quali la ricerca e l’innovazione, la scuola e la cultura e come dimostrano i dati di questi giorni, hanno permesso all’economia tedesca di uscire velocemente dalla crisi ( in verità i presupposti di questa ripresa erano stati gettati dal governo rosso-verde di Schroeder-Fischer) . In Italia come ormai anche sindacati e  Confindustria  ammettono, era necessaria una manovra economica che riducesse le tasse all’impresa e al lavoro per spostare la tassazione verso le rendite. Quindi la riforma fiscale che anche SEL ha messo al primo posto del proprio programma, approvato al 1° congresso di Firenze. Tremonti, potrebbe diventare la continuazione del “berlusconismo” magari con una veste un po’ più leghista

 

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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