{rokbox title=| :: |}images/sel.jpg{/rokbox}Secondo un recente sondaggio d’opinione sulla caccia, è risultato che se ora si andasse a votare per un referendum in cui la domanda fosse quella se chiudere la caccia o no, la risposta dell’82% degli elettori intervistati sarebbe per il “SI”. Il sondaggio effettuato mette in evidenza che oggi la caccia interessa solamente chi la pratica, mentre gli altri cittadini non se ne sentono assolutamente interessati.
Le zone dove ancora maggiormente si pratica l’attività venatoria, sono quelle tradizionali e cioè la Toscana e l’Umbria, anche se nell’ultimo decennio hanno perso la metà degli iscritti, un po’ anche per i costi che in tempo di crisi si fanno sentire. Cortona è una realtà dove la caccia ha sempre avuto una parte importante nella vita sociale e comunitaria, quante volte la mattina presto capita di vedere cacciatori un po’ attempati e vestiti da “marines” pronti per la caccia!
Non lo diciamo in modo ironico, anzi rispettiamo i cacciatori e le associazioni venatorie, perché siamo convinti che in molti cacciatori alberghi un grande amore per la natura e gli animali e rispetto al passato c’è stata anche una discreta crescita culturale, però si pone la domanda più che mai attuale di come si possa far convivere la caccia con il rispetto della natura e delle specie animali. Domanda alla quale Sinistra Ecologia e Libertà non ha la presunzione di dare una risposta o di avere la verità in tasca, il suo obbiettivo è quello di cercare di trovare una soluzione ai problemi che questa attività pone.
Quindi come avranno già capito i cittadini la domanda che SEL pone non è se chiudere la caccia o no ma come gestire il territorio e le sue risorse faunistiche.
Primo problema, ci sono nel territorio troppi cinghiali, problema discusso anche nelle sedi provinciale e regionale, e sono troppi perché mentre nel recente passato i cinghiali indigeni prolificavano pochissimo 2/3 cuccioli a figliata, oggi con l’introduzione delle specie euro-asiatiche si può arrivare a cucciolate di 7/8 esemplari ed anche più. Risultato, i boschi sono devastati ( ne sanno qualcosa i cercatori di funghi ! ) e nei periodi in cui scarseggia il mangiare e l’acqua arrivano al fondo valle fin dentro orti e giardini. I danni che provocano all’agricoltura sono ingenti ed è ormai facile avvistare cinghiali in tutti i posti e a tutte le ore.
Secondo problema, anche altre specie sono in forte crescita e sempre più vicini ai centri abitati( chi non ha visto per strada istrici, ricci, tassi o volpi uccisi dalle auto !) oltre a quelli vittime del traffico ci sono anche i caprioli e i cervidi in genere.
Terzo problema, la difesa delle specie di uccelli il cui numero si è ridotto a livello di sopravvivenza della razza, ma questo a causa anche dell’uso dei pesticidi in agricoltura.
Quarto problema, i danni che provocano le Nutrie agli argini dei nostri canali e fiumi, le quali creandoci le loro tane fanno crollare gli argini e l’allagamento è la conseguenza.
Secondo Sinistra Ecologia e Libertà sarebbe opportuna la decisione di sospendere l’introduzione di cinghiali provenienti dall’est, per limitarne il numero e riportarlo entro limiti fisiologici e comunque in questa fase consentirne la caccia con qualche apertura straordinaria in modo da tornare alla normalità. Per il resto anche la regione ha già previsto la caccia di selezione controllata delle altre specie, in modo da avere un rapporto corretto fra spazio territoriale e numero dei capi selvatici presenti, ponendo attenzione anche alla salvaguardia dell’habitat di tante specie animali. Per fare ciò e riportare il problema ad un punto che l’agricoltore non subisca più danni, che non vi siano più cacciatori di frodo, che i fungaioli sempre più numerosi possano divertirsi nella ricerca dei funghi e che certe specie di uccelli possano trovare ancora un ambiente in cui vivere e riprodursi, occorre un impegno delle associazioni venatorie soprattutto con l’informazione verso i propri associati, maggiore controllo da parte della Guardia Forestale di Stato e maggiore coscienza ecologista nei praticanti della caccia, superando tutti noi la vecchia e stupida lotta fra favorevoli e contrari alla caccia, che fino ad oggi a prodotto ben pochi risultati.
Regole e rispetto delle stesse con una cultura ecologista ci porterebbero anche a Cortona e in Toscana ai livelli dei più organizzati e ordinati Friuli o Trentino
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