Una lettera a tutti i Sindaci e ai Consigli comunali della provincia di Arezzo di Ato Toscana Sud. Il Segretario confederale della Cgil, Alessandro Mugnai, non nasconde la preoccupazione sul futuro dell’organizzazione del servizio di igiene urbana. “Avevamo valutato positivamente gli obiettivi che l’operazione Sei Toscana si era data. Adesso assistiamo ad un sostanziale stravolgimento e ad una sorta di “spacchettamento” dei servizi che pone un duplice problema.
Il primo è quello dei dipendenti delle società locali che sono confluite in Sei Toscana: e di questo problema si sono già occupate le nostre federazioni di categoria. Il secondo è che rischiamo di “tradire” un obiettivo che era stato largamente condiviso tra Amministrazioni locali e sindacati”.
E l’obiettivo era sintetizzato da una nuova strategia del sistema pubblico, capace di ottenere larazionalizzazione delle risorse, l’efficientamento del servizio, la riduzione dei costi di gestione e diamministrazione. E nessun incremento di costi tariffari”.
Obiettivi importanti con una sperimentazione altrettanto importante. Il territorio coperto da Sei Toscana rappresenta quasi la metà di quello regionale, comprende 103 comuni e registra all’anagrafe 850mila cittadini con una produzione annua di rifiuti pari a 530mila tonnellate. “Come affermano gli amministratori di Sei Toscana – commenta Mugnai – questa è la sesta impresa italiana del settore. E’ ovvio che la sua organizzazione aziendale e il sistema dei servizi rappresentano esperienze da valutare attentamente. Ed è altrettanto ovvio che non possiamo assolutamente accettare la possibilità che il “gestore unico” stia avviando veri e propri “affidamenti” verso le società di cartello determinando, nei fatti, veri e propri “spacchettamenti” dentro la società stessa”.
Una soluzione che i sindacati hanno già visto in passato “con risultati spesso assai discutibili e pensiamo che, nella coerenza e nella credibilità di tutti i soggetti interessati, questo oggi non debba accadere”.
Ed ecco che Mugnai, “non solo anome dei lavoratori interessati ma di tutti i cittadini quali veri proprietari di questo “bene pubblico”, chiedono ai sindaci “una celere presa di posizione in merito sia per la massima chiarezza sulla vicenda e sia per il rispetto di quanto definito originariamente”.
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