{rokbox title=| :: |}images/riccardoburresi.jpg{/rokbox}Le province di Siena e Firenze valutino la possibilità di ricorrere al Tar contro il pedaggio imposto ai caselli di Firenze Certosa e Bettolle Valdichiana. E’ quanto chiede il presidente del consiglio provinciale di Siena, Riccardo Burresi, in una lettera inviata a Simone Bezzini e Andrea Barducci, presidenti delle province di Siena e Firenze.
“L’imposizione da parte del Governo dell’ingiusto balzello ai caselli autostradali di Firenze Certosa e Bettolle Valdichiana – scrive Burresi nella missiva – rappresenta una pesante stangata per le famiglie e le imprese del nostro territorio. I cittadini delle province di Siena e Firenze sono colpiti da quello che è stato chiamato ‘pedaggio’, ma che in realtà si configura come una vera e propria tassa che colpisce tutti indiscriminatamente. A pagare, infatti, non sono soltanto coloro che usufruiscono delle strade Anas ‘Siena-Firenze’ e ‘Bettolle-Perugia’, ma chiunque transiti per i due caselli. I pendolari sono costretti a spendere 300 euro in più all’anno, le aziende il doppio. La tassa ha ricadute, ovviamente, anche sul turismo, che rappresenta un settore trainante per la nostra economia”.
“A fronte di questo pesante esborso, però, gli automobilisti – spiega il presidente del consiglio provinciale senese – continuano a percorrere un fondo stradale dissestato, pieno di buche e privo di corsie di emergenza, quale è ad esempio quello dell’Autopalio. Le strade fondamentali che collegano Siena al resto della Toscana e del Paese avrebbero bisogno di una forte manutenzione, invece i cittadini devono subire il costoso paradosso di vedersi gravare di una ulteriore tassa, senza avere nessuna garanzia che il denaro estorto serva a finanziare la messa in sicurezza dell’Autopalio e non magari qualche lauta consulenza”.
“Di fronte a questa situazione insostenibile – conclude Burresi nella lettera a Bezzini e Barducci – le chiedo di considerare se non sia il caso che anche le province di Siena e Firenze, così come deciso da altre istituzioni provinciali, procedano con la presentazione di un ricorso al Tar che blocchi l’iniqua tassa mascherata da pedaggio. Vista la totale sordità del Governo alle proteste che in questi giorni sono venute dal territorio, la battaglia legale sembra essere l’ultima possibilità rimasta”