A giorni Poste Italiane S.p.a renderà operativo il piano di riorganizzazione dei servizio. Questa prima fase, dicono Daniele Mugrani, Segretario Territoriale SLP-CISL e Antonio Ettorre, Segretario Territoriale SLC-CGIL, coinvolgerà 5 regioni: oltre al Piemonte, Emilia Romagna, Basilicata Marche anche la Toscana. Il piano aziendale prevede una riorganizzazione complessiva che comporterà la soppressione di 1410 zone di recapito, vale a dire la porzione di territorio su cui viene fornita da ciascun portalettere la prestazione di recapito di oggetti postali. A ciò si aggiunga la riduzione del numero degli addetti ai centri di movimentazione postale (luoghi in cui si lavora e si destina la corrispondenza in arrivo ed in partenza) con un delta negativo di 174 unità.
Se in questo quadro di riordino, proseguono Mugnai e Ettorre, la questione degli esuberi riguarda il sindacato quello dello scadimento del servizio, invece, interessa anche le Amministrazioni Locali; tenuto conto che Poste Italiane, in adempimento agli accordi di programma sottoscritti con il Governo, è tenuta a svolgere il servizio a beneficio di tutti i cittadini, ovunque essi risiedano.
Il taglio, aggiungono i responsabili di CGIL e CISL, coinvolgerà indiscriminatamente aree metropolitane e piccoli comuni ed il naturale decremento della qualità del servizio universale intaccherà il diritto di ogni cittadino a fruire di una rete infrastrutturale finanziata dal denaro pubblico.
Nello specifico, per quanto riguarda il nostro territorio, il piano aziendale prevede il taglio di 32 zone di recapito nella Provincia ( 4 in Valtiberina, 10 al CDM di Arezzo, 1 al CSD di Badia al Pino, 9 in Valdarno, 4 in Casentino e 4 al CPD di Camucia ). In aggiunta a questo intervento si prevedono anche tagli agli Uffici Postali ” marginali ” con la chiusura degli U.P di Moggiona, Serravalle, Camaldoli, Santa Mama, Porrena, Partina per il Casentino, di Montegonzi, Moncioni, Pietraviva nel Valdarno, di Civitella, Marciano, Centoia, Frassineto e Ciggiano in Valdichiana. Inoltre sono previste ulteriori razionalizzazioni (non chiusure…per ora) per gli U.P di Monterchi, Faltona, Borgo alla Collina, Campogialli e Monte San Savino SPAV.
Come è noto, la missione del portalettere è esattamente quella di raggiungere ogni civile abitazione per la consegna di oggetti postali, con standard qualitativi dettati dal tempo di consegna previsti all’atto della spedizione del singolo oggetto postale e regolamentati dal contratto di programma vigente.
La conseguenza dei tagli sarà l’allargamento della porzione di territorio che ciascun portalettere dovrà servire con la connaturata difficoltà di servire tutti i punti di recapito previsti nei termini stabiliti.
Con la chiusura degli Uffici si isoleranno ancora di più persone (spesso anziani) che, abitando in luoghi distanti dai grandi Centri, avranno difficoltà, per esempio, anche a riscuotere la pensione.
In questa ottica, concludono Mugnai e Ettorre, con questa lettera aperta sollecitiamo le Amministrazioni Locali affinché intervengano presso l’azienda Poste Italiane e presso l’azionista pubblico affinché non si dia seguito al progetto. Anzi, conclude il sindacato, ci auguriamo che si riapra un tavolo di confronto che preveda non il depauperamento bensì lo sviluppo del settore a beneficio della qualità; è evidente che questo vale soprattutto per il recapito che è il settore più a rischio anche dal punto di vista occupazionale.