No, il nuovo orario non ci piace. Penalizza sempre più i pendolari di Arezzo e della Val di Chiana rendendo i convogli ancora più affollati e più lenti. Esprimiamo forte preoccupazione sui cambiamenti orari che entreranno in vigore dal 16 dicembre prossimo. Dopo l’ottimismo per il mantenimento temporaneo dei treni IC – grazie all’interessamento del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi e dall’assessore ai Trasporti, Vincenzo Ceccarelli, il nuovo orario peggiora i collegamenti veloci tra Firenze, Arezzo e Val di Chiana.
Sebbene, infatti, l’IC 597 fermerà a Firenze Rifredi alle ore 18.20 con arrivo ad Arezzo alle ore 19.00, (mezzora dopo l’attuale arrivo del IC 595) si verrà a creare una grande lacuna dopo il passaggio di tale treno.
Il nuovo orario prevede l’IC 595 di passaggio a Rifredi alle ore 16.50 con arrivo alle 17.35, sovrapponendosi al RV3099 Firenze-Chiusi lasciando poche soluzioni nelle fasce orarie successive. Se i due IC595 e 597 sono stati anticipati, l’IC599 rimarrà in orario non utile per le face pendolari (Firenze SMN 21.42, Arezzo 22.22).
L’effetto sarà la “migrazione” di molti pendolari, che escono dai luoghi di lavoro dopo le 17, verso i treni regionali già oggi al limite della capienza, creando problemi e disagi anche ai pendolari del Valdarno. Inoltre, la soppressione della fermata di Campo Marte per gli IC, renderà ancor più complicata la fruizione di tali treni da parte dei pendolari non prossimi a quella stazione.
Il RV3099 Firenze-Chiusi salta completamente la Val di Chiana lasciando i pendolari chianini senza un vero regionale veloce che li porti a casa in tempi accettabili facendo diventare questo treno una replica dell’IC595. Con la soppressione del R23521 Firenze-Chiusi – che portava i pendolari in Val di Chiana -il 3099 (in 8 min di viaggio in più servirebbe centinaia viaggiatori) potrebbe fermare a Castiglion Fiorentino, Camucia-Cortona e Terontola.
I Comitati di Arezzo e Val di Chiana chiedono un urgente incontro con l’assessore Ceccarelli e aupicano che, con il presidente Rossi, venga trovata una soluzione alle problematiche sopra esposte, studiando eventualmente l’introduzione di nuovi treni regionali diretti nelle fasce pendolaririmaste scoperte.
I comitati continueranno a portare avanti l’idea che il trasporto ferroviario deve essere funzionale alla comunità dei cittadini e non agli interessi economici delle società che si arricchiscono con l’AV e, quindi, non può essere basato solo sull’alta velocità nazionale e sulla bassa velocità regionale, ma deve prevedere anche modalità di collegamento veloce tra i capoluoghi di provincia con l’alta velocità.
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