L’Unione Comunale del PD di Cortona, preso atto con soddisfazione che il primo Piano Sanitario di Area Vasta ha confermato appieno la volontà della Regione Toscana di valorizzare di tutti gli ospedali attivi in questa Area, condivide la posizione dei Sindaci della Conferenza Zonale, poiché all’indomani del loro assenso al P.A.V., hanno voluto ed ottenuto conferma dal D.G. della nuova AUSL che l’Ospedale S.Margherita rimarrà “Ospedale di Base”.
Secondo le indicazioni degli ultimi Decreti del Ministero della Salute, l’Ospedale di Base è una struttura dotata di Pronto Soccorso con personale proprio e letti di Osservazione Breve Intensiva, con presenza di Medicina Interna, Chirurgia Generale, Ortopedia, Anestesia, servizi di diagnostica strumentale e di Laboratorio attivi in h 24.
L’integrazione dei servizi all’interno della “rete ospedaliera” e l’ organizzazione per complessità di cura, se da un lato hanno consentito alla Regione Toscana di scommettere sull’utilità degli ospedali che grandi non sono, per contro hanno costretto le strutture chirurgiche di questi presidi , ad erogare solo prestazioni programmate in Day surgery e/o Week Surgery (di regola, con ricoveri di un giorno o max sei giorni). Ma in nessun caso, ciò si dovrà tradurre in un calo delle attività chirurgiche , poiché in virtù della organizzazione suddetta si dovranno determinare scambi di attività tra Plessi Ospedalieri, onde evitare il più possibile “doppioni” ed aumentare ovunque il livello di qualità delle prestazioni.
In definitiva, se l’Ospedale di dimensioni minori perde le attività urgenti o particolarmente complesse, dovrà implementare sia le attività programmate che quelle a intensità di cura più bassa. Se ciò non dovesse accadere, visto che l’ambito di direzione è aziendale, sarà compito del Direttore Generale porre rimedio e riportare la capacità produttività a standard congrui alle singole strutture.
Sulla produttività delle prestazioni chirurgiche del S.Margherita , l’Unione Comunale ha espresso preoccupazioni, poiché una serie di impreviste coincidenze ne hanno abbassato il livello causando disagio tra gli utenti. In particolare la mancanza di un anestesista ha ridotto il numero degli interventi sia di Ortopedia che di Chirurgia Generale, allungando ulteriormente i tempi di attesa. Ora che finalmente anche il Ministero della Salute ha posto l’attenzione sulle lunghe liste di attesa prodotte dal SSN, (molte delle quali consolidate) anche la nostra USL dovrà prendere provvedimenti e riportare le attese su tempi ragionevoli. Nella nostra “zona” tuttavia c’è da recuperare capacità di risposta anche in altri settori che già evidenziano difficoltà, in particolare nella Riabilitazione funzionale post intervento, nello Screening Mammografico e nella diagnostica strumentale (TAC) al Pronto Soccorso.
In fondo per ridurre il disagio che deriva dalle situazioni descritte, spesso, è sufficiente una maggiore attenzione da parte di coloro che hanno responsabilità gestionale e professionale. Da parte della Regione ci vuole invece una attenta riflessione sulla partecipazione alla spesa da parte degli utenti. Se il ticket corrisposto alla USL , come in molti casi è più alto della tariffa che si paga al “privato” per la stessa prestazione, allora esso diventa strumento improprio di orientamento della domanda al di fuori del SSN.
In attesa del Piano Sanitario di Zona che dovrà definire puntualmente dove verranno garantiti i vari servizi e con quali dotazione organiche, ogni procedura dovrà essere attivata solo sulla base di progetti specifici e condivisi che nel frattempo verranno prodotti all’interno della “rete ospedaliera”.
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