“Il problema dei cinghiali, e più generalmente degli ungulati, ha ormai assunto dimensioni preoccupanti dichiara Chiara Innocenti, Presidente di Cia Arezzo. I danni sono evidenti: alle coltivazioni e all’ambiente. Non solo: questi animali sono ormai alle porte delle città e sono frequenti le segnalazioni in zone prossime al centro. Con rischi evidenti per gli automobilisti e per la loro incolumità”.
“In provincia la situazione è stata aggravata anche dal ritardo con il quale sono stati avviati i tradizionali interventi previsti dall’articolo 37 che sono iniziati solo nel mese di agosto a causa del mancato accordo tra Regione e Polizia Provinciale – sottolinea ribadisce il Direttore Giorgio Del Pace. L’allarme ungulati ha visto anche molti sindaci del territorio porre il problema in modo forte, in particolare i sindaci del Casentino che si sono mossi anche dietro la pressione degli agricoltori locali, per l’applicazione completa della nuova legge obbiettivo e degli abbattimenti selettivi nel territorio denunciando una situazione particolarmente critica”.
E mentre i cinghiali avanzano, l’applicazione di alcune norme è ancora ferma. “Mi riferisco stato di attuazione della “Legge obiettivo” per la riduzione della fauna selvatica in Toscana. E’ stata approvata da oltre sei mesi ma stenta a concretizzarsi, nonostante l’impegno dell’assessore regionale e degli uffici dell’Ente, soprattutto in tema di caccia di selezione. La nostra impressione – commenta la Presidente della Cia – è che si sia di fronte ad oggettive difficoltà, ad incertezze operative e alle resistenze di chi non ha mai condiviso la legge regionale”.
La Confederazione italiana agricoltori ha quindi formulato cinque proposte alla Regione. “Abbiamo suggerito di superare lo stallo degli ATC, dando subito piena legittimità di governo degli ambiti agli amministratori. Nel contempo accelerare la ridefinizione degli ATC, mantenendo l’impianto della Legge di riordino, riconoscendo, per alcune aree, il criterio di omogeneità territoriale. Riteniamo poi necessario potenziare le attività di controllo previste della Legge Regionale 3/94, superando le lungaggini procedurali che ne rendono difficile l’attuazione e quindi concludere il percorso di definizione delle aree non vocate, che devono comprendere, come prevede la Legge, tutti i territori agricoli potenzialmente a rischio di danni. Proponiamo di proseguire l’azione di allargamento della caccia di selezione, indispensabile strumento da affiancare alla caccia programmata ed agli interventi di controllo. Infine, ma non certo in ordine d’importanza, chiediamo d’intervenire con decisione per garantire agli agricoltori il giusto risarcimento dei danni”.
La Cia chiede quindi alla Regione Toscana di “trovare la forza e la determinazione necessarie per riprendere il controllo del territorio. Noi agricoltori saremo al fianco delle Istituzioni, se sapranno operare per la salvaguardia dell’ambiente e dell’agricoltura”.