Come il Sindaco Basanieri ha già fatto la scorsa settimana anche noi cittadini attivi del M5S vorremmo dire qualcosa a riguardo dell’incontro avuto con il presidente e l’amministratore delegato di Nuove Acque , avuto in data 17/01/2015 dove hanno partecipato tutti i consiglieri e la giunta cortonese.
Innanzi tutto ci teniamo a dire che un incontro del genere sarebbe stato più opportuno farlo a porte aperte con chiunque abbia voluto partecipare , ma probabilmente chi lo ha organizzato ha preferito tenere tutto nascosto ai più, in maniera che non ci fosse qualche presenza scomoda per i protagonisti della commediola che è stata messa in scena quel giorno.
Commediola si , ed anche di scarso valore aggiungiamo , dove lo stato maggiore di Nuove Acque si è prodigato con le loro slide e documenti a raccontare verità parziali o del tutto false ai pochi presenti , che tra l’altro non avevano in quel momento modo di poter rispondere con dati certi alle loro affermazioni.
Ben diverso sarebbe stato se ad esempio qualcuno del Comitato Acqua Pubblica di Arezzo fosse stato presente , ma probabilmente i signori dell’acqua si guardano bene dal confrontarsi in una assemblea pubblica con chi segue da vicino la vicenda da oramai 5 anni con obiettività.
A questo punto veniamo ai fatti. Da dove partire? Le cose sono tante e cercheremo di essere il più chiari e sintetici possibile.
Durante l’incontro del 17/01/2015 Nuove Acque ha sventolato una serie di cifre riguardo gli investimenti fatti in tutto l’ambito di riferimento , come se grazie a loro la provincia di Arezzo e limitrofi comuni fossero tutti allacciati alla rete idrica e dotati di adeguato sistema fognario connesso a impianti di depurazione pienamente funzionanti ed efficienti.
Ovviamente quasi tutti questi investimenti finiscono nei costi ( tranne quelli realizzati con contributi pubblici) e quindi in tariffa ed ecco anche spiegato il perché degli aumenti annui costanti , dovremmo anzi secondo loro ringraziarli.
Peccato che non sia proprio così; infatti secondo il piano d’ambito, approvato nel 1999 – anno di affidamento del servizio idrico a Nuove acque – e aggiornato nel 2009, da verifiche effettuate nel 2013 il gestore risulta essere in ritardo di qualcosa come 4,3 milioni di euro di investimenti , che sono già stati computati nella tariffa che abbiamo pagato ma, non essendo stati realizzati, sono stati puntualmente riprogrammati finendo per concorrere nuovamente alla formazione della tariffa degli anni successivi (2014-2015): in pratica li paghiamo 2 volte.
Peraltro è discutibile che gli amministratori di Nuove Acque vadano fieri e sbandierino ai quattro venti di aver realizzato, in 15 anni, investimenti per circa 170 milioni di Euro a fronte dei 500 milioni di corrispettivi fatturati.
Se consideriamo che 34 milioni sono arrivati da contributi pubblici e altri 58 milioni sono stati presi a prestito e devono ancora essere restituiti alle banche , risulta che gli investimenti realizzati con gli introiti da tariffe rappresentano un modesto 16% delle somme incassate.
Non ci pare sia proprio il caso di spacciarlo come un gran risultato! Inoltre c’è anche da precisare che al momento dell’accordo che portò alla costituzione di Nuove Acque ed all’affidamento del servizio idrico , si stabilirono degli extracanoni da riconoscere a
quei comuni che non avevano immediato bisogno di fare investimenti, avendoli essi già realizzati e in buona misura ammortizzati . Un extracanone fu stabilito anche per i cosiddetti comuni montani che avevano dimostrato una certa ritrosia ad entrare nel consorzio e nella Società di gestione.
Il Comune di Arezzo per esempio prende qualcosa più di 200.000 Euro l’anno , altri Comuni qualche migliaio di euro e i comuni montani circa 140.000 Euro, nel totale comunque sono circa 460.000 Euro che finiscono in tariffa e che tutti paghiamo: paghiamo per aver convinto alcuni a far parte del consorzio.
Veniamo adesso al referendum che stabilisce la cancellazione della quota remunerazione del capitale investito in fattura , referendum che sempre secondo Nuove Acque è rispettato in toto.
Falso!
Se è vero che non si trova più la voce remunerazione capitale investito è altrettanto vero che nel 2012 l’ AEEG, la quale nel 2012 diviene competente anche per la determinazione di un nuovo metodo tariffario per il servizio idrico, stabilisce che potranno essere considerati gli oneri finanziari al fine della determinazione dei corrispettivi tariffari.
All’interno degli oneri finanziari, che notoriamente attengono al costo che si paga per interessi sui soldi presi a prestito dalle banche, l’AEEG (ora AEEGSI) rende possibile ai gestori di poter computare come costo, udite udite , il costo opportunity , che in poche parole sta a significare che, siccome i soci di Nuove Acque hanno investito nella rete idrica dei soldi, si trovano impossibilitati ad investirli altrove e quindi, vedendosi sfumare l’opportunità di poter fare profitto in altri settori, noi quel “mancato profitto” glielo dobbiamo riconoscere in tariffa sborsandogli dei soldi.
Altra voce che finisce dentro agli oneri finanziari è il riconoscimento della “rischiosità d’impresa” (che non riusciamo a capire dove sia nel caso di Nuove Acque dato che agiscono in regime di monopolio) anch’esso remunerato lautamente in fattura dagli utenti. Altra nota curiosa è che i soci industriali di Nuove acque, Suez e Iride (cui è subentrata Acea) al momento della costituzione della società e del versamento del capitale sociale, hanno messo sul piatto circa 15 milioni di Euro, soldi che però ad oggi sono già stati recuperati interamente dai 2 soci cosiddetti “industriali” in quanto Nuove Acque tutti gli anni spende circa un milione di euro in consulenze , indovinate chi sono i consulenti? Ma certo, proprio Suez ed Acea.
I due soci hanno pagato la loro quota di capitale sociale di Nuove Acque con i soldi degli utenti aretini del servizio idrico.
Passiamo adesso a quelle che possono essere solamente nostre supposizioni , lo chiariamo subito prima di andare avanti , ma che purtroppo pensiamo siano assolutamente fondate. Perchè Nuove Acque ha sentito il bisogno di fare questo tour promozionale tra i comuni ? Cosa avevano da vendere?
All’apparenza nulla, ma andando a scavare un po’ più a fondo si scopre che, anche se negli
anni 2011, 2012 e 2013 e presumibilmente nel 2014 ha fatto registrare utili milionari oltre il fatto
che può contare su un tesoretto di circa 8 milioni di Euro, Nuove Acque ha bisogno di
aumentare ulteriormente la tariffa oltre al rincaro del 6,5% già scattato a Gennaio 2015.
Tutto ciò perché Nuove Acque deve far stare l’indicatore ADSCR
(http://lavoroefinanza.soldionline.it/come-calcolare-il-dscr-151537.html ) oltre la soglia del 1,16
dato il fatto che come da accordi presi con MPS e BPEL , socie di Nuove Acque e finanziatrici
del project financig attivato nel 2003 per far fronte alla necessità di fare nuovi investimenti da
parte di Nuove Acque, se tale indicatore fosse andato sotto il 1,16 scatta il periodo di cura nel
quale non si distribuiscono i dividendi agli azionisti. Se poi l’indicatore ADSCR dovesse
scendere addirittura sotto l’ 1,10 MPS e BPEL potrebbero far valere i loro diritti di garanzia che
sono le azioni della società Nuove Acque datigli in pegno da taluni Comuni, tra cui Cortona,
oltre ai conti correnti e al privilegio speciale sugli immobili di Nuove Acque.
Lo fanno per i Comuni? Nell’interesse dei cittadini ?
Non lo crediamo visto che se le banche si rivalessero sulle azioni dei Comuni sarebbe
sostanzialmente formalizzato il trasferimento di potere decisionale dalla parte pubblica a quella
privata per quanto riguarda la gestione del servizio idrico integrato aretino; le banche
eserciterebbero il diritto di voto al posto dei Comuni nell’assemblea dei soci, ma questo non
cambierebbe assolutamente nulla per gli utenti rispetto a quello che è avvenuto finora, data la
propensione dei Comuni ad avallare sempre le proposte avanzate dai soci privati volte a
conseguire sempre più alti livelli di profitto.
E poi se non si pagassero i dividendi i Comuni dovrebbero rinunciare all’ incredibile cifra di
160.000 Euro all’anno, divisa tra 37 comuni .
Quindi ancora una volta crediamo che sia tutto finalizzato ad assicurare che la Società resti
saldamente in mano ai privati , che fanno e faranno comunque profitti, direttamente con le
famose “supposte” consulenze o con gli interessi sui capitali prestati e magari indirettamente
favorendo sempre e comunque i propri associati o aziende consociate mediante l”affidamento
di appalti e servizi.
Chiudiamo dicendo che il M5S a Cortona è attento e vigile sulla vicenda e che quindi saremo
pronti a difendere gli interessi dei cittadini di fronte a questi colossi multinazionali che
gestiscono il servizio idrico e che ricavano un profitto sulle nostre spalle , dobbiamo farlo noi
perché fino ad adesso i Sindaci non ci hanno neanche provato.
Saluti M5S Cortona
[.noresp.]
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