{rokbox title=| :: |}images/leganordtoscana.jpg{/rokbox}La Val di Chiana è nota in tutto il mondo per l’eccellenza dei suoi prodotti agricoli, in particolare del vino e dell’olio che già gli etruschi producevano e commercializzavano con enorme fortuna. Dalla notte dei tempi vigneti e oliveti caratterizzano l’aspetto morfologico del nostro territorio e contribuiscono a determinarne la bellezza e il fascino.
Fino ad oggi tutti i proprietari agricoli, anche i più piccoli, hanno prodotto, per i bisogni familiari e per ricavarne il compenso stabilito dal mercato, il loro vino e il loro olio confermando una millenaria tradizione che solo le dinamiche della globalizzazione stanno seriamente minacciando. Il mercato interno italiano è stato invaso da una quantità esorbitante di vino e di olio proveniente da altri paesi fuori della CE (in particolare dell’area mediterranea) che, avvantaggiati dal rapporto tra l’euro forte e la loro valuta debole e per i minori costi di produzione, esportano vino e olio di minore qualità ma a un prezzo così basso da sbaragliare la concorrenza dei nostri prodotti.
La crisi economica generale ha ulteriormente danneggiato le aziende vinicole e olearie del nostro territorio, che oggi incontrano enormi difficoltà a smaltire i prodotti accumulatisi nel tempo in magazzino.
Moltissimi contadini rinunciano a coltivare i loro vigneti e i loro uliveti almeno per quella parte che eccede i loro bisogni familiari: purtroppo l’agricoltura non è più un’attività economicamente conveniente per gli elevati costi di produzione. Per quanto riguarda più specificamente l’olivicoltura, molti operatori del settore si lamentano che il prezzo di conferimento dell’olio extravergine IGP è fissato in modo poco chiaro e che comunque è troppo basso.
La Lega considera questo fenomeno gravissimo: non solo perché viene meno quella che in passato è stata per la nostra gente un’importante fonte di sostentamento ma anche perché si interrompe una tradizione che è stata fin qui faticosamente tramandata e perché in futuro l’abbandono di vigne e uliveti potrebbe pesantemente mutare l’aspetto del nostro territorio, come appare già evidente nelle zone di montagna minacciate da un preoccupante rimboschimento.
Naturalmente siamo consapevoli che il fenomeno è di dimensioni nazionali. La Lega chiede l’introduzione di una politica protezionistica per tutelare i prodotti italiani dalla concorrenza di quei paesi dove i minori costi di produzione sono dovuti allo sfruttamento del lavoro e al mancato rispetto di minime norme igieniche. Crediamo che l’imposizione di dazi doganali all’ingresso di prodotti agricoli sia l’unica strada da percorrere per rendere di nuovo l’agricoltura un’attività capace di produrre un reddito apprezzabile. La Lega propone inoltre di rendere chiara la tracciabilità del prodotto: per ogni prodotto agricolo deve essere obbligatoriamente indicata la precisa località di coltivazione, come di ogni altro passaggio della produzione: solo così si può concretamente difendere il made in Italy e di conseguenza il made in Tuscany.
Le dimensioni nazionali del problema non devono però far dimenticare che i nostri amministratori non hanno mai preso in seria considerazione il fenomeno della crisi dell’agricoltura, quando invece, utilizzando fondi comunitari, potevano studiare aiuti che molto spesso sarebbero risultati decisivi, quanto meno nel tentativo di “industrializzare” l’attività agricola, di incrementare gli utili e di evitare numerosi traumatici abbandoni del settore primario. Essendo l’agricoltura materia di competenza regionale, i nostri amministratori hanno il dovere di non lasciare sole le aziende agricole in difficoltà, di sostenere l’azione dei consorzi di tutela diretta a garantire la qualità dei prodotti agricoli e di cercare di favorirne la commercializzazione al migliore prezzo di mercato.
Sarebbe opportuno che la Regione Toscana avvertisse finalmente l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica verso l’acquisto dei nostri prodotti agricoli: la Lega chiede l’inizio di una campagna di informazione che dovrebbe coinvolgere la scuola, a partire dalla scuola primaria, e che dovrebbe essere massicciamente svolta dai consorzi di tutela a spese dell’amministrazione regionale.
La Lega chiede all’amministrazione comunale di Cortona un piccolo atto concreto che i nostri agricoltori intenderebbero come il segno di un nuovo interesse per la loro attività: quello di indire ogni anno una gara fra i viticoltori e una fra gli olivicoltori, a cui tutti possano partecipare, per premiare il vino migliore e l’olio dalle più alte qualità organolettiche
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